Il dipinto fu realizzato ad Arles nel settembre del 1888, quando Van Gogh attendeva l’arrivo di Gauguin, immaginando l’inizio di un felice sodalizio artistico. Un gruppo di case, la strada, qualche albero, sul fondo il ponte della ferrovia; sottili profili di persone animano il paesaggio. Con pochi tratti la sensibilità di Van Gogh riesce a farci immaginare la vita del piccolo paese della Provenza. La veduta è bidimensionale, Van Gogh prova a superare la prospettiva, cercando la piattezza decorativa tipica delle stampe giapponesi che tanto ammirava, evocate anche nelle nette campiture di colore. Il colore è steso con pennellate in forma di virgole piatte e allungate, orizzontali e verticali.
Ma ciò che colpisce immediatamente nell’opera è il prevalere di due tonalità: il giallo degli edifici e della strada, l’azzurro profondo del cielo. Van Gogh utilizza gradazioni intense e brillanti per riprodurre sulla tela la luminosità del paesaggio mediterraneo, che lo aveva affascinato appena giunto nel Sud (si era trasferito da Parigi ad Arles nel febbraio del 1888), il giallo oro del sole, l’azzurro brillante del cielo. Ma nella intensità dei colori non c’è solo un intento naturalistico, il desiderio di riprodurre fedelmente le atmosfere limpide del Mediterraneo.
Van Gogh utilizza il colore in modo diverso da come lo avevano usato gli impressionisti: non più come strumento per trascrivere sulla tela “un’impressione” e riprodurre l’oggettività di una veduta; il colore ha per Van Gogh una valenza espressionistica, diventa il tramite con il quale egli esprime sentimenti ed emozioni. Il giallo è per lui il colore della amicizia, il colore della luce e della speranza, solare e positivo. La casa gialla è la casa sulla quale aveva costruito tutti i suoi sogni, che avrebbe dovuto ospitare l’amico Gauguin e la loro comunità di pittori.
L’artista ha stravolto il concetto impressionista di luce e colore, trasformandolo nello strumento per esprimere la propria personale visione della realtà. Van Gogh stesso ammette in una lettera al fratello Theo: “Io mi servo dei colori arbitrariamente per esprimermi in maniera più forte”.
La casa gialla è una veduta reale di Arles, Van Gogh non inventa niente, ma accentuando l’intensità dei colori e scegliendo come registro cromatico il contrasto giallo-blu, dà della realtà concreta una lettura emotiva e personale.
biografia Vincent Van Gogh nasce nel 1853 a Groot-Zundert, un piccolo villaggio olandese.
Nel 1869 dopo aver lasciato gli studi parte per l’Aja, dove inizia il suo apprendistato nella casa d’arte francese Goupil & Cie. Soggiorna a Bruxelles e a Londra. Nel 1877 rientra ad Amsterdam per studiare teologia, ma senza successo. Solo nel 1880 prende la decisione di diventare pittore. I primi lavori sono caratterizzati da tinte cupe, dalla malinconia del rigorismo calvinista e dalle immagini di miseria e infelicità che aveva conosciuto nel Borinage. A Parigi, dove giunge nel 1886 (ospite del fratello Theo), scopre il colore, inizia a collezionare stampe giapponesi e frequenta gli impressionisti (trai quali Gauguin), che erano in contatto con Theo, mercante d’arte. Visita musei e mostre. Nel febbraio del 1888 lascia Parigi diretto ad Arles, in Provenza. Ad ottobre lo raggiunge Gauguin per una convivenza che durerà due mesi e terminerà con una tragica lite, in seguito alla quale Van Gogh si amputa l’orecchio sinistro. Gli ultimi anni della sua vita sono caratterizzati dal continuo peggioramento delle condizioni di salute, assalito da frequenti e sempre più gravi crisi depressive. Muore suicida il 29 luglio 1890.
Le lettere che dal 1872 invia al fratello Theo sono un racconto intenso della sua vita e delle sue idee sull’arte.
bibliografia essenziale
V. Van Gogh, Lettere a Theo sulla pittura, TEA, Milano 1994
B. Bruce, Vincent Van Gogh, Novara 1986
Van Gogh e Gauguin. Lo studio del Sud (catalogo della mostra), Electa, 2002
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Vincent Van Gogh
La casa gialla, 1888
Olio su tela, cm 72 x 91,5
Amsterdam, Van Gogh Museum
antonella bicci
progetto editoriale a cura di daniela bruni
[exibart]
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La pittura di Van Gogh ha grandissima influenza sull'arte del '900: sui fauves, per l'intensità dei colori e soprattutto sugli espressionisti, per l'intensità espressiva.