JONNY BRIGGS
For the past 8 years I have been making work involving my parents and self, exploring our characters and relationships from childhood through to adulthood. My parents played important roles in socializing me as I’ve grown up, during which I’ve learnt to think outside of this reality I’ve been born into. I attempt to strip back these years of conditioning and go back to a time where I had yet to discover what was normal and abnormal, what we are expected to do and ways in which we are expected to think. To escape traditions, social norms and go back to my raw, natural, intuitive childhood self. Through making seemingly artificial photographs of alternative realities juxtaposed I reference the cartoonesque and performative and attempt to suspend the viewer’s belief of what’s real and what’s not. This confusion of reality is a departure from my adulthood assumptions about the world, and is the keystone back to a childhood state of mind where anything is possible. In this state of mind I love the ability to think without boundaries, categories and words and through the work I attempt to blur boundaries between child and adult, self and other, human and animal, fear and desire. With these I have the tools to question my beliefs and where they have come from, and think about the natural being inside my cultural façade.
Negli ultimi otto anni, il mio lavoro ha avuto come soggetto la mia famiglia, focalizzandosi, in particolar modo, sui rapporti intercorsi tra me e miei genitori dal periodo infantile fino all’età adulta. I miei genitori, infatti, hanno giocato un ruolo importante nel mio percorso di crescita e di socializzazione, durante il quale ho imparato ad andare oltre la dimensione nella quale sono nato, per liberarmi da ogni tipo di condizionamento, per ritornare al tempo in cui dovevo ancora scoprire che cosa può essere considerato “normale” e cosa no, cosa la gente crede sia “giusto” e la maniera in cui crede sia corretto pensare. Tutto ciò per fuggire dalle tradizioni, le norme sociali, e per ritornare al puro, naturale, intuitivo modo di essere di un bambino. Attraverso la giustapposizione di foto apparentemente artificiali di realtà alternative, cito il cartoonesque e il performativo, cerco di creare confusione fra ciò che è reale e ciò che invece non lo è. Questo smarrimento della realtà è il punto di partenza per le mie teorie “adulte” sul mondo ed è la chiave di volta per tornare ad una condizione fanciullesca dove tutto è possibile; di questo stato mentale amo la possibilità di pensare senza confini, categorie o parole, e di confondere i limiti tra il mondo proprio dei bambini e quello degli adulti, fra me stesso e l’altro, fra umano e animale, paura e desiderio. Ciò facendo acquisto i mezzi per mettere in discussione i miei credo, e la loro provenienza, ed ho la possibilità di riflettere sull’essere naturale che si annida all’interno della mia facciata culturale.
NICOLAS PARTY
Painting is the starting point for all my works. Applying colour to different surfaces – paper, canvas, walls and objects – allows me to produce a range of work from paintings to site-specific installations. Producing still-life and landscape paintings, I’m using a regular vocabulary of figurative elements – pots, food, mountains and trees – interpreted using the tropes of cubes, cylinders, cones, spheres and pyramids. My work repeatedly interrogates the language of forms central to his practice. I’m not trying to challenge any art classifications or create something radically new. Rather, I’m playing with the ingredients I have in my kitchen, but none of these ingredients are original or unique. I spend a lot of time painting still life. They are very conventional in a way—a table, a teapot, an apple… What I find ecxiting is that I know these elements are supposed to make a ‘good’ painting somehow. I’ve seen many great paintings with the exact same set of objects. Still, it’s not easy to make delicious tomato pasta even if you have 100 recipes and all the best ingredients. In my recent project, I have been making wall drawing applying three different materials on the wall, Charcoals, spray paint and gold leaf. Charcoal is very sensitive and fragile. It registers every imperfection, revealing the history of the wall. If there is a scratch or any unevenness in the wall paint, you will see this much more clearly after I apply the charcoal. By contrast, the spray paint glosses over the wall perfectly. The spray paint creates a ‘second skin’ that masks the wall’s original surface and thereby flattens it. The acrylic-based spray paint has a very even color; it does not play off the wall’s surface. Finally, there is the gold leaf. Like the charcoal, it augments any flaws in the wall. Furthermore, because the gold is very reflective its color and texture constantly change depending on how the light hits it and where in the room you are standing. I like that these three materials react differently to the wall and expose unusual aspects of its surface quality and relative flatness.
La pittura è il punto di partenza di tutte le mie opere. Applicare il colore su superfici diverse – carta, tela, pareti ed oggetti – mi permette di produrre una serie di lavori che vanno dal disegno alle installazioni site-specific. Nel dipingere nature morte e paesaggi, utilizzo elementi figurativi – vasi, cibo, montagne e alberi – trattandoli secondo cubi, cilindri, coni, sfere e piramidi; mettendo al centro della mia ricerca il “linguaggio delle forme” senza però credere di partire da qualcosa di radicalmente nuovo. Piuttosto, gioco con degli “ingredienti” molto convenzionali e quotidiani – un tavolo, una teiera, una mela – con lo scopo di trasformarli, in qualche modo, in un buon dipinto. Attraverso i miei ultimi progetti, ho dato vita a dei wall drawing, applicando tre differenti materiali sul muro: carboncino, spray e foglia d’oro. Il carboncino è molto delicato e fragile, capace di registrare ogni imperfezione del muro rivelandone la storia: se c’è un graffio, o ogni altra irregolarità, infatti, nel wall drawing lo si vedrà in maniera molto più chiara, dopo aver applicato il carboncino. Al contrario, la pittura spray permette di stendere una patina di vernice sul muro in maniera omogenea, creando una seconda pelle che maschera la superficie originale appiattendola e non facendola più intravedere. La foglia d’oro che applico alla fine, invece, è come il carboncino: aumenta ogni imperfezione; per di più, poiché l’oro riflette intensamente la luce, il suo colore e la sua texture cambiano continuamente, a seconda di come la luce la colpisce e della posizione dello spettatore. Ciò che mi affascina in tutto ciò dunque, è la differente reazione dei materiali una volta applicati alla parete, e il fatto che essi mettono in evidenza aspetti inusuali della qualità della superficie e la sua relativa piattezza.
di marianna agliottone
dal 30 marzo al 19 maggio 2012
Jonny Briggs – Familiar / Familial
Fama Gallery
Corso Cavour 25 (37121) Verona
Info: +39 0458030985 – info@famagallery.it – www.famagallery.it
dal 13 aprile al 26 maggio 2012
Nicolas Party – Still Lifes & Big Naked
Galerie Gregor Staiger
Letzigraben 136, 1st Floor
CH—8047 Zurich
Info: +41 (0)78 759 3949 – info@gregorstaiger.com – www.gregorstaiger.com