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exibinterviste – la giovane arte Andrea Salvatori
parola d'artista
Gli ingredienti: acqua, argilla, una verve dissacrante ed una singolare raffinatezza tecnica. Il risultato: piccole sculture in ceramica si ribellano per sempre al ruolo di banali soprammobili. Ed il colpevole di questa folle rivolta è Andrea Salvatori, un giovane e divertentissimo artista faentino…
Realizzi piccole sculture in ceramica, le hai definite “opere da tavolino” , spesso le esponi poste su dei centrini…
Sì, perché sono tutte riprese già da statuette da tavolino, dopo esservi intervenuto, le ripongo di nuovo nel loro contesto d’ origine. I miei lavori li vedo su dei tavolini… se avessi una casa grande e grossa sarebbe bellissimo tenerli tutti lì. Le mie opere sono molto “domestiche”…
I tuoi lavori seguono due tipologie: in alcune intervieni su oggettini kitsch, in altre crei ex novo, modellando anche delle statuine sulle tue sembianze…
Sono due strade differenti che porto avanti in contemporanea e che un po’ si congiungono…
Com’è nata la prima statuina in cui ritrai te stesso?
Ai tempi dell’Accademia sono stato in Erasmus in Spagna e lì ho iniziato a fare “foto da turista” …mi facevo scattare delle foto dai passanti, ero sempre nella stessa posizione -dritto in piedi- e nello sfondo cambiava il paesaggio, sempre luoghi riconoscibili come mete turistiche tra Madrid, Barcellona e Bilbao.
Ed è proprio partendo da una di queste foto che ho modellato la prima statuina di me stesso.
Quando intervieni su oggettini kitsch vi inserisci dei dettagli anomali, possono sembrare banali statuine ma in realtà c’è sempre un trabocchetto…
Si, mi piace l’idea che un osservatore possa essere tratto in inganno dai miei lavori, nel senso che sembrano ad una prima occhiata delle normalissime statuine, il dettaglio anomalo crea uno scarto, genera stupore: il mio intervento può essere una sottrazione, un’aggiunta, una modificazione…in ogni caso è una manipolazione, un po’ folle se vuoi.
Decisamente folle… ma come ti vengono in mente?
Eh eh… ci penso un attimo, mi vengono così. Mi ha sempre affascinato l’idea di ready made e di intervenire su un qualcosa di già esistente, di modificarlo cercando di mimetizzare il mio intervento, rispettando la natura dell’oggetto.
Nella componente ironica i miei lavori rispecchiano la mia personalità: mi viene naturale pensare a certe aggiunte, qualcosa di divertente ed alle volte anche un po’ matto, che faccia sorridere.
Hai iniziato presto a lavorare la ceramica?
Si, ma l’interesse e la passione per questa tecnica è cresciuto sempre più col tempo. Mi piace creare con le mani, mi piacciono gli oggetti…la mia casa è piena zeppa di chincaglierie.
Non escludo, in futuro, di poter sperimentare anche altri materiali, ma per ora mi va bene la ceramica.
Le tue statuette colpiscono per la straordinaria fattura…
Più vado avanti più sento di affinarmi tecnicamente, realizzando un lavoro davvero completo, sempre più “contemporaneo”. Per un’esposizione cerco in genere di portare sempre il meglio tra quello che ho. Per Flirt all’Interno e dum dum forse portai anche troppi lavori, ma pensandoci bene in quel caso era la soluzione migliore, l’idea era di allestire la galleria come se fosse un appartamento, c’erano mobili, comodini… uno scenario perfetto per i miei lavori.
Artisti a cui ti senti vicino? Fonti di ispirazione?
Di artisti nessuno in particolare, seguo un po’ quello che mi capita, ma neanche più di tanto… Attingo maggiormente da altre fonti, mi piace girare per mercatini, subisco il fascino delle chincaglierie. Sono molto condizionato da ciò che vedo intorno e penso che proprio questo possa rendere i miei lavori sempre più “contemporanei”.
Non dai mai titolo ai tuoi lavori. Perché?
Perché penso che non occorra, se lo si da è per comodità, per sapere di cosa parliamo. Il mio lavoro è già chiaro così: vedi l’oggetto e capisci immediatamente. Non è nulla di concettuale.
Bio
Andrea Salvatori nasce nel 1975 a Faenza, vive e lavora a Solarolo (Ra).
Principali mostre collettive: 1997 Interventi a cura di Roberto Daolio e Milli Romano, Stazione FFSS di Bologna, 1998 Exposiciones de la UPV/EHU, Campus de Leioa, Bilbao, Spagna, Interventi a cura di R.Daolio e M.Romano, stazione FFSS di Bologna, 2000 Centro Culturale ex Paggeria1, Betta Frigeri, a cura di R.Daolio, Sassuolo (MO), 2002 In Ralenti, a cura di A. Zanchetta, Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia; Flirt , a cura di A.Zanchetta, Galleria Interno &dum dum, Bologna; Sonia Delaunay, gli anni dell’atelier simultanè, a cura di G.Papi; Il laboratorio dell’imperfetto, Gambettola, (FC); Multimostra , a cura di M.Manara, Multisala Flash. Forlinpopoli. 2003 In Chiostro, a cura di A.Zanchetta, Chostri di San Domenico, Imola (Bo).
Principali personali: Giovani Artisti Ravennati , Galleria La Bottega, Ravenna. 2003 Collezione di ceramiche, Galleria Estro, Padova.
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Complimenti! intervista divertente e leggera come l’artista!
non conosco il lavoro di andrea s. ma dalle foto mi sembra fresco e interessante.c’è anche una dose di intimità tutta italiana da salvaguardare.
Bravissimo e affascinanate! bravo Andrea!
si, molto simpatico e affascinante!
vorrei tanto avere i soldi per comprare una sua statuina.
ciao, lucinda
le grandi costano quanto un telefonino. Non sono così inaccessibili. Rinunci a un po’ di pizze…
ma sei sicuro?
credevo costassero molto di più
GRANDE BAFFO! UN’ASCESA DAVVERO MERITATISSIMA! PERCHE’ SI’.. L’IRONIA RENDE EASY. E TU ALLA VITA FAI MOLTO SOLLETICO.
SIGNORINA
un mito assoluto!!!
ciao andrea, un abbraccio da tanti anni fa.
1° premio Faenza 2009… sempre più in alto…
..il lavoro è già visto.
le cose sono sempre le stesse…tutto questo mi annoia.
guardatevi attorno!
è vero… inutile ciarpame… stiamo bene anche senza questa “arte”