Categorie: parola d'artista

exibinterviste – la giovane arte | Jessica Iapino

di - 16 Settembre 2005

Artisti si diventa o si nasce?
Ci penso spesso. Credo che siano vere entrambe le cose. Io sono cresciuta in un ambito artistico, seppure molto variegato: mio nonno materno era pittore, mia madre ballerina e mio padre ballerino, coreografo e poi regista. Sono stata abituata e spinta a fare ciò che volevo fare, che appunto era l’arte.

Ma è da poco che hai iniziato…
Sì, solo dal 2002. Ho lavorato per un periodo nel mondo dello spettacolo, per cause fortuite e non perché lo abbia scelto. Devo dirti, però, che frequentare un ambiente che non mi appartiene mi ha fatto capire quale era la mia strada. Così ho scelto l’arte come “professione”, anche se la considero più come una sorta di vocazione.

Questa svolta è legata ad un ricordo in particolare?
Un viaggio a New York, nell’estate del 2002. Sarà stata l’energia che solo una città come quella può trasmetterti. Per il resto, capisci che sei un’artista solo dopo aver sentito e visto le reazioni delle persone alle tue mostre. Quando lo dicono loro, che sei un’artista vera, quasi quasi ci credi…

La tua formazione?
Ho una formazione da scultrice. Ho frequentato una scuola americana sin dall’asilo, dove al contrario delle scuole italiane sei abituata da subito, anche tecnicamente, a vivere l’arte in modo da poter avere almeno un minimo di basi. Poi sono stati molto importanti gli anni in accademia studiando anatomia artistica e scultura.

In quale direzione si muove la tua ricerca?
Ogni mio lavoro tende ad avere un’allure materica, forse a causa della mia formazione. E infatti non mi pongo limiti in particolare nella scelta dei materiali. Mi esprimo con installazioni scultoree e fotografiche, ma anche attraverso il video. Tutto nasce sul mio sketchbook, semplicemente, dove ciò che pesco dentro me stessa prima di tutto diventa bozzetto.

Influenze. Quali gli artisti che hai amato?
Gli inglesi: Marc Quinn, Damien Hirst e diversi altri. Per quanto riguarda gli italiani ammiro Maurizio Cattelan e Vanessa Beecroft.

Pregi e difetti?
Sono una perfezionista. Maniacale. Cerco di dare il meglio di ciò che posso dare e penso sempre che non è mai abbastanza. E mi aspetto la stessa professionalità dagli altri. Prendo tutto sul serio, anche se poi so anche fare di ogni cosa uno scherzo. Sembra un paradosso: sia nella vita che nel lavoro sono assolutamente aperta mentalmente pur avendo i paraocchi.

Una o più persone davvero importanti per il tuo lavoro?
Per il mio lavoro e la mia formazione artistica è stato importante Davide Orlandi Dormino, il mio maestro. Attualmente, anche a livello psicologico, è Jessica Iapino.

Come vivi il rapporto con i tuoi galleristi?
Come in tutti i settori si incontrano i professionisti seri e quelli meno seri. Fa parte dell’esperienza. Finora sono stata fortunata, è andata quasi sempre bene.

E con la stampa? Sei contenta di quello che si scrive di te?
Direi di sì, più di quanto immaginassi. Mi riferisco in particolare a HERO, la mia prima personale. A volte è capitato che ascoltando i critici parlare dei miei lavori imparassi io stessa qualcosa su di me.

Ci descrivi il tuo studio?
Le dimensioni dei miei lavori non sono proprio piccole, per cui ho bisogno di uno spazio ampio per lavorare con l’attrezzatura giusta. Attraverso alcuni collaboratori esperti mi appoggio ad una fonderia e ad uno studio di montaggio. Comunque ogni cosa la curo io, dall’inizio alla fine.

La città in cui vivi ha a che fare con la tua produzione?
In linea di massima no. Mi sento a casa anche quando mi trovo all’estero, in particolare negli Stati Uniti.

Quale la tua mostra migliore?
Credo che debba essere sempre quella successiva…

Chi secondo te chi ha delle chance per emergere sulla scena internazionale?
Ci sono tanti talenti che andrebbero soltanto scoperti. Di contro, penso che un buon artista non dovrebbe pensare a raggiungere il successo ma ad emozionare, far riflettere e –perché no– anche sorridere.

exibinterviste – la giovane arte è una rubrica a cura di pericle guaglianone

bio: Jessica Iapino nasce a Roma nel 1979, dove vive. Personali: HERO, Galleria Arturarte – zona industriale Settevene, Nepi (VT) a cura di Paola D’Andrea, 2005. Collettive, eventi: “S/AGO/ME. 547” Traforo Umberto I, Roma 2005; “Never Odd or Even”, Outdoor Gallery Show The Budget Gallery, LA – Los Angeles 2005; “Sociale Digitale”, Galleria Hyunnart e QUBE (serata-evento), Rome 2005; Fiesta-Spazio Frigo, Ippodromo delle Capannelle, Roma, 2005; Bayennale 2005, International Arts Festival Artists Television Access (ATA), San Francisco, 2005; “Success”, The Budget Gallery, San Francisco, 2004; “Snap to Grid”, the Un-Juried competition LACDA, Los Angeles Center for Digital Art, Los Angeles, 2004; Visual AIDS, settima mostra annuale “Postacards form the edge” a scopo benefico Brent Sikkema Gallery, New York City, 2004. Premi: “Nuovi nell’arte, nell’arte i nuovi”, concorso di Pittura e Scultura edizione 2003, RUFA Art Gallery, Roma (Premio nella sezione Scultura – 3° classificato). Ha preso parte a numerosi film e video festival. Sito web: www.jessicaiapino.com    

[exibart]



Visualizza commenti

  • a entrambi:
    a. mi scelgo lo pseudonimo che mi pare e piace, e non devo rendere conto a nessuno.
    b. sono calmo, perchè quando sarò davvero incazzato ve ne accorgerete, ve lo assicuro.
    c. italiani medi con scarsa cultura sarete voi, e si vede dalle vostre sinapsi neanderthaliane e dal raccapricciante modo di esprimersi.
    d. ma chi siete? perchè non mi scrivete una mail, con il vostro VERO NOME?

  • a costo di ripetermi (ma per l'ultima volta). sono anonimo per scelta e difesa personale, tutto qui, e non mi interessa palesarmi a te o a chicchessia. cmq continua pure a scrivere commenti, mi raccomando. nessuno te lo vieta, ci mancherebbe. un saluto. n.

  • Chris Rotten?... che nome da figo, bello, artistico.. senti come suona Bene "l'opera di Rotten ...chris rotten" ... ma sei di origini olandesi? ... mah...
    è un nome che dà molti spunti...
    Beh insomma, premesso che non è una presa di mira Sig Rotten ma mi fà fatica rileggere le bestialità dei commenti di individui senza colore ... Io che non ho assistito alla performance dell'artista jessica iapino... non riesco proprio a giudicarla da un cognome ... tanto più che illcognome che porta apre altre porte
    Mi piacerebbe leggere commenti di persone che hanno interagito con la performance... puo essere che a volte i dettagli sfuggano... Ci dica lei cosa è successo? lei c'era vero?... ci dica cosa non le è piaciuto perchè si sente così Chrit-o Rotten en cool?...
    Mah ... che mondo l'arte, da questa angolazione ...così non decollerà mai fidatevi
    ps: il mio nick è reale, un commento necessita personalità
    Kusije

  • guarda godmar che mi puoi scrivere pure alla mail personale, e a me del cognome di jessica non me ne frega proprio niente. un saluto

  • Non sono d'accordo con il concetto di dare la possibilità alla gente di commentare un'intervista.
    Per tutti quei poveretti repressi come quelli che scrivono qui, e in tutte le altre interviste di exib. è un'occasione buona per infangare, accusare, diffamare ingiustamente giovani artisti, rimanendo anonimi, senza dare la possibilità all'artista di ribattere alle offese spesso alla persona stessa. Completamente ingiuste, inaudite e inutili.
    Non hanno alcuna importanza le opinioni della gentaccia che ha scritto qui il cui unico "lavoro" è sfogarsi in un portale di arte.
    Attaccare gli altri per sentirsi "grandi"... ma poveretti...
    Rispettate tutti i giovani artisti veri e l'arte.
    Se non vi piace ciò che vedete statevi zitti o abbiate almeno il coraggio e la decenza di dire chi siete e cosa fate nella vita VOI meglio di CHI state offendendo.

  • Secondo me il commento va bene così, anche se anonimo.
    In fondo, se una persona inserisce un commento privo di fondamento, pura espressione della propria invidia o del proprio malessere, lo si capisce subito, e si squalifica da solo. Un classico esempio di ciò sono i commenti di mario pesce a fore.

    Invece, se il commento è fondato e ben articolato, anche se anonimo, è di grosso aiuto: a noi utenti per aprire ulteriormente il nostro angolo di visione della cosa discussa, e anche all'artista che ha così una ulteriore possibilità di relazionarsi con il mondo reale.

    In un settore come il nostro privo di sano senso critico e così abituato al lecchinaggio dei potenti è una gran cosa.

    Credo, per esempio, che a Micol Assael abbia fatto sicuramente bene leggere tutti i liberi commenti espressi dai lettori di exibart.

  • D'accordo Maria Giovanna, ok, benissimo quello che dici, ma...
    Al contrario di ciò che tutti pensano gli ARTISTI, in genere, sono molto ma molto a contatto con il mondo reale, molto più di quanto crede la gente.
    L'artista in questione da ciò che posso capire e aver visto dalle sue opere e dalla sua ricerca, si ispira e se stessa, il suo vissuto. Cose umane e vere. Decontestualizzando, analizzando, raffreddando a volte e facendo del suo vissuto un'arte contemporanea in un modo chiaro, pulito e "sporco" allo stesso tempo. L'arte è l'artista impersonificata nell'opera. E' lei nuda e cruda, se stessa racchiusa lì dentro che esprime. Il messaggio arriva, e come se arriva e se la gente ci sente e vuole capire tanto meglio per l'artista ma se non accetta e non ci vuole sentire pazienza...
    Non a tutti deve piacere, è normale come ogni cosa. Ma il messaggio se è chiaro e se è arte vera arriva...
    Il discorso che facevo io in realtà si riferiva alle "accuse" e alle "offese" alla persona. Ad esempio secondo te in questo contesto, riferendomi ai messaggi letti per questa intervista è la "parentela" che scolpisce le sculture e le installazioni che fa questa artista? è la "parentela" che crea le opere?
    Il mondo dello spettacolo è un'altro mondo e sono d'accordo con god-mar che dice che questo cognome apre altre porte non di certo le porte delle gallerie...
    L'artista in questione probabilmente avrà ereditato alcuni geni dal suo papà o da chi altro nella sua famiglia ha la "passione" per l'arte, tutto qui... Nessuna figlia o figlio "d'arte" fa l'artista mi pare... I figli di Celentano fanno gli artisti? no. Figlia della Muti, no... Lavorano tutti nel mondo dello spettacolo. Buon per loro. Jessica no. Mi pare di aver capito che ha lasciato lo spettacolo. Si sta creando un suo percorso da sola, con l'arte, perchè è così che riesce ad esprimersi, come ogni altro artista giovane contemporaneo e come è giusto che sia. Il suo percorso non è differente da nessun'altro artista giovane. Sono le opere che vengono giudicate, nessuna galleria famosa o curatore famoso e valido si "sputtanerebbe" per un cognome o no? Le opere. Sono solo le opere a vincere alla fine. Mi sembra che Jessica non stia "usando" il suo cognome per altri fini perchè da come si può vedere dalle sue opere non ne ha bisogno...
    L'arte parla da sè non il nome dell'artista...
    Poi se la gente vuole giudicare, sarebbe meglio prima liberare la mente da qualsiasi pregiudizio che può suscitare un cognome "noto" e poi giudicare le opere non l'artista... e cosa più importante mai giudicare senza aver visto di persona una mostra dal vivo. Un'opera, una mostra va vissuta dal vivo, ti deve entrare dentro, ogni suono ogni immagine, la meteria che ti circonda... le sensazioni che ti lascia... e che ti rimangono nella mente... a volte è anche il carisma dell'artista che rimane impresso. L'arte è profonda, gioca a più livelli, tanti.
    Non fermiamoci alla superfice.

  • Molto in ritardo

    Ognuno dovrebbe essere libero di fare ció che vuole. Se questa ragazza vuole fare l'artista nessuno puó impedirglielo. Il suo lavoro non mi piace (per gusto personale, perché non posso dire altro), ma é comunque giovanissima (si vede da ció che dice), magari in 10 anni, 1 anno, 10 minuti ci stupisce tutti, e chi lo sa? Ricordiamoci sempre e comunque che é il pubblico a decretare cuanto valga un artista, sicuramente bisogna essere un po politici, ma se non ci sono basi solide su cui costruire la propria storia non si potra mai progredire. In somma ci sono artisti che hanno la la voglia e la fortuna di arrivare molto in altro, e artisti che rimarranno tutta la vita in quel "sottobosco" di artisti (utili in ogni caso) che si dispereranno (oppure no) ogni giorno della propria vita. É una selezione naturale, e comunque se il lavoro non é buono nessun critico di alto livello é disposto a compromettere la propria carriera con un artista di scarso, neanche per soldi, molti soldi. Bisogna lavorare sodo, molto sodo, per anni, sopratutto se non conosci nessuno o non sei amico di qualcuno. Ma senza mai mollare.
    Buona fortuna a tutti anche se in ritardo.

  • Appunto perchè è molto giovane, e si vede dai suoi dati anagrafici non di certo da ciò che dice, che va considerato e riconosciuto il suo lavoro (e la sua ricerca) alquanto maturo per la sua giovane età...

    Mi rivolgo alla maggior parte delle "persone" che hanno scritto baggianate su questa pagina persone che sicuramente non conoscono neppure il significato della parola ARTE.
    Informatevi bene sul lavoro di un'artista, qualsiasi artista, andate a vedere le OPERE dal vivo, le mostre, leggete gli scritti dei critici. Approfondite bene il lavoro concettuale e formale di un'artista, la ricerca il suo percorso...
    prima di parlare a vanvera...

    Chi conosce e ha visto il lavoro di quest'artista lo sà.
    Per tutto ciò che fa e per la sua giovane età riconoscere il suo lavoro e definirlo direi "impeccabile" in ogni aspetto formale e concettuale è il minimo che si possa dire.

    Aggiungo un'ultima cosa: l'arte non è "mi piace" o "non mi piace" non si giudica in base ai propri gusti personali. L'arte va riconosciuta e apprezzata valutando diversi aspetti tecnici, formali e concettuali. Sia dell'opera sia dell'artista stesso. L'arte va riconosciuta e non è detto che venga riconosciuta subito, spesso un'opera viene riconosciuta dopo anni...

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