Categorie: parola d'artista

exibinterviste – la giovane arte | Marcello Moscara

di - 20 Maggio 2005

Non avevi scelta, dovevi diventare un artista…
Mio padre è un artista, mia madre una storica dell’arte. Sono cresciuto tra i colori di mio padre e i libri di mia madre. Di fortuito penso ci sia ben poco.

Descrivi il tuo lavoro.
Sensibilità e discrezione, nel guardare fuori ma anche nel guardarsi dentro. La discrezione è essa stessa elemento a cui prestare attenzione, avendo a che fare con quel silenzio che è l’attore principale del mio lavoro. Guardarsi dentro significa scoprire cose che appartengono anche ad altri. Ed è allora che la discrezione diventa necessaria, per poter leggere senza che l’atto della lettura intervenga a modificare ciò che si sta leggendo. Per non rompere i cocci, direi. Io penso ad una sorta di testo figurativo, dove le parole restano silenziose sfidando l’ordine del discorso; ad un involucro delle forme che rimane in qualche modo sospeso. Il discorso stesso è sospeso, anche se non rifiuta la storia né la struttura dei codici. Nei miei paesaggi non c’è nulla, ma quel nulla non è il niente: la sospensione è collocata dentro la limpida lucidità della geometria. Sono paesaggi che escludono ogni sociologia eppure, nella loro apparente desolazione, sono anche solidi.

Pregi e difetti nel lavoro…
Quella discrezione di cui sto parlando, sia come pregio che come difetto.

E nella vita?
Mi devo ripetere.

Chi conta davvero?
Persone importanti ce ne sono diverse. Ma ne cito una: Marcello Moscara. Penso che l’io sia imprescindibile per essere artisti, per riuscire a percepire e rielaborare a proprio modo ciò che ci circonda.

E i galleristi? Che rapporto hai con chi si occupa del tuo lavoro?
Siamo sulla stessa lunghezza d’onda. Decisioni comuni, obiettivi comuni.

Sei soddisfatto di come il tuo lavoro viene interpretato?
Mi piace ascoltare qualsiasi lettura rispetto al mio lavoro. Mi piace che venga detto tutto e il contrario di tutto. Libertà assoluta: cosa c’è di più bello? Vorrei comunque riportare qui l’estratto di un testo critico di Ivan Quaroni: “Una luce apollinea, limpida, ma mai sentimentale, poetica, niente affatto emotiva. Si direbbe il lume di una razionalità ritrovata, che nel suo raccogliersi nella contemplazione di luoghi desolati, fuori dalle rotte e dai tracciati comuni, finisce per confondersi con l’afflato spirituale”.

Parlaci del tuo studio…

Il mio studio è senza confini. Non mi piace collocarlo in un luogo definito, reale. E’ la mia terra, è tutto quello che mi circonda e tutto quello che ho dentro. E’ quel luogo, pubblico e privato nello stesso tempo, dove ogni giorno trovare un impulso da poter rielaborare in qualcosa di personale.

Quale è la mostra più bella che hai fatto?
L’ultima, nella galleria Magrorocca a Milano.

Perché?

E’ la più sintetica, la più matura, la più “mia”.

Preferisci girare di città in città o lavorare sempre nel solito posto?
Preferisco lavorare nella mia città. Il legame con il territorio per me è fondamentale, è qualcosa che regala energia e tranquillità. Ho vissuto per sei anni a Milano ma poi ho deciso di tornare al sud. E oggi non riesco ad immaginarmi in una grande città, o comunque lontano dal mio piccolo paese. Direi che è il luogo in cui vivo la mia dimensione ideale.

Tra gli artisti emergenti chi ritieni abbia una marcia in più?
Mi piacciono Botto e Bruno, Massimo Bartolini e Marcello Maloberti.

bio: Marcello Moscara nasce nel ‘72 a Galatina (Lecce), dove attualmente vive. Si dedica alla fotografia diplomandosi all’Istituto Europeo di Design di Milano nel ‘97. La sua personale più recente, da poco conclusasi presso la galleria Magrorocca (Milano, 2005), s’intitolava E’ soltanto un discorso sospeso.

articoli correlati
La mostra alla galleria Magrorocca

la rubrica ‘exibinterviste’ è a cura di pericle guaglianone

[exibart]


Visualizza commenti

  • Prendi photoshop, sovrapponi una immagine di botto&bruno con una di bartolini e una di maloberti...

Articoli recenti

  • Mostre

Oscar Giaconia protagonista al MAC di Lissone con MOCKUPAINT

Curata da Stefano Raimondi, MOCKUPAINT di Oscar Giaconia al Museo d’Arte Contemporanea di Lissone rimarrà aperta fino al 26 gennaio…

27 Dicembre 2024 0:02
  • Architettura

Perturbante e in dissolvenza: la migliore architettura del 2024 non è muscolare

Il 2024 l'ha dimostrato, l'architettura roboante e instagrammabile è giunta al capolinea. Forse è giunto il momento di affinare lo…

26 Dicembre 2024 16:30
  • Design

A Roma si racconta una fiaba attraverso una mostra collettiva di design

Caterina Frongia, Millim Studio, Flaminia Veronesi e Anastasiya Parvanova sono le protagoniste della narrazione al femminile in corso presso Spazio…

26 Dicembre 2024 12:48
  • Libri ed editoria

I migliori manga usciti nel 2024, da rileggere durante le feste

Sei consigli (+1) di letture manga da recuperare prima della fine dell'anno, tra storie d'azione, d'amore, intimità e crescita personale.…

26 Dicembre 2024 12:00
  • Arti performative

Marcella Vanzo ha riaperto a Milano un laboratorio intensivo sulla performance

Aperte fino al 2 febbraio 2025 le iscrizioni per la sesta edizione di TMN, la scuola di performance diretta dall’artista…

26 Dicembre 2024 8:22
  • Mostre

Emilio Vedova. Questa è pittura, la grande mostra al Forte di Bard

Fino al 2 giugno 2025 il Forte di Bard dedica una mostra a Emilio Vedova, maestro indiscusso della pittura italiana…

26 Dicembre 2024 0:02