Categorie: parola d'artista

exibinterviste | la giovane arte – Matteo Basilè

di - 17 Settembre 2001

In un’intervista del 1998, affermavi di non avere modelli ideali. Ora, a distanza di quasi quattro anni, credi sia cambiato qualcosa?
Dal 1998 ad oggi sono successe molte cose, io sono molto cambiato e con me il mio lavoro. Ma in tutto questo, i cosiddetti ideali sono rimasti con me… degli ideali che vanno oltre la politica e che hanno dei legami molto più stretti con la realtà. Penso che la politica del nostro paese ha poco a che fare con una realtà vicino a me.

Sin dagli esordi sei sempre stato particolarmente attratto dalla tecnologia, dalla sperimentazione multimediale, eppure le tue opere hanno sempre dei soggetti molto “umani”, persone, cose…tu stesso sostieni di scavare negli archivi dell’anima.
Come si concilia l’uso di un mezzo hi-tech e l’intento poetico della tua ricerca?

Sono attratto dalla figura umana, dalla sua bellezza, ma anche dai suoi difetti. Il computer, mi aiuta ad ‘archiviare’ pezzi di storie di questi personaggi ritratti. Le loro facce, i loro sguardi, mi riportano ad un rapporto intimo con le mie opere… il computer diviene solo il mezzo per sezionare la loro anima. Uso un mezzo non italiano, non europeo, ma globale, il computer è diventato il nuovo linguaggio usato da tutto il mondo dell’immagine, ed io lo uso. Sullo schermo intravedo il grande sogno di una lingua comune a tutti: segni e sogni scambiati velocemente e così umanamente intimi e misteriosi da divenire lingua/arte del futuro.
Comunicheremo con un linguaggio intravisto dalle avanguardie surrealiste avvertendo, nella potenza delle immagini, l’oscura presenza dell’Indicibile.

Che cosa rispondi a chi sostiene che sei solamente un bravo grafico?
Rispondo che non ha capito assolutamente il mio lavoro, ma forse non ha capito quello che é successo negli ultimi dieci anni nel mondo. Io adopero un mezzo usato da grafici, video maker, fotografi, musicisti… uso un mezzo che mi permette di ‘campionare’,‘remixare’, ‘registrare’ tutto quello che c’è nell’aria… e quindi la mia è un’arte che corre sul filo che c’è tra la fotografia, la grafica, la musica, il video e naturalmente la pittura. Questa è la forza dell’arte digitale, di poter entrare ed uscire da un mondo all’altro. Oggi sono pittore di bit, domani regista di un video e tra un mese disegnatore di astronavi per Marte…

Come scegli i soggetti delle tue opere? Nella serie dei Sogni ad esempio (in questi giorni esposta parzialmente presso la galleria Il Ponte a Roma), che significato attribuisci agli oggetti che vi compaiono?
Di fondo sono un feticista dell’immagine. Sono attratto dalle ‘cose’ come se fossero belle donne. Adoro ingrandire i loro particolari più nascosti, ruotarle sul mio computer, renderli oggetti unici. ‘Sogni’ è una sequenza, una mini storia di un giovane Budda, che in groppa alla sua carpa entra nel mondo occidentale, e qui incontra una nuova lingua che è quella binaria, incontra un uomo che vuole avvicinarsi ad una divinizzazione, attraverso l’uso di questa nuova lingua… L’opera esiste come oggetto, ma come storia la puoi trovare sul mio sito internet ( www.low-resolution.com ) accompagnata dalle parole di William Burroughs.

Per chi si aspettava di vedere un nuovo lavoro di Basilè, la mostra del Ponte della primavera scorsa è stata una piccola delusione…e tra l’altro la curiosità intorno alla tua ultima produzione cresce…a cosa stai lavorando adesso? Quando e dove esporrai le tue ultime fatiche?
Quella del Ponte a Roma, non era assolutamente una mostra, ma una piccola presentazione di alcuni lavori già precedentemente presentati alla fiera di Bologna. Ora ho appena terminato un video per la cantante Nada, un connubio un pò strano, ma importante. Ho realizzato un video musicale, come un video d’arte, completamente caratterizzato dai miei segni, dalle mie iconografie, Nada è diventata un personaggio delle mie opere.
Vedi questo è un esempio, di come il mio lavoro entra in rapporto con altre realtà mediatiche. La mia è e deve rimanere un’operazione a 360°. Ho voglia di conoscere, sperimentare ogni materiale ed ogni tecnologia per essere sempre in mutazione. Non ho paura di cambiare, anzi è uno stimolo in più per continuare a lavorare. I miei prossimi lavori, saranno la messa in onda del mio sito, che sarà un mezzo per interagire con me e con le mie opere. Sarà un grande contenitore dove attraverso una web-cam 24 ore su 24 potrai vedermi al lavoro e nella mia vita privata, potrai interagire con me e con delle opere che sto realizzando appositamente solo per il web. Ma il progetto prevede anche delle zone sponsorizzate da privati, dove l’opera diverrà una forma di lavoro su committenza digitale… lavorerò a stretto contatto con DJ, scrittori, stilisti e naturalmente critici per far diventare il mio studio virtuale un’arena di confronto ma anche di collaborazione per progetti. Ad aprile finalmente farò la mostra alla galleria IL PONTE a Roma, dove presenterò un nuovo progetto dal titolo D.N.A. … non so ancora dirvi nulla su cosa e come presenterò la mostra, ma sto lavorando sodo.

Che cosa pensi della tua arte? Dove può arrivare?
La mia arte può arrivare da qualche parte, ma può fermarsi come tutte le altre arti più classiche. Ora il digitale sta cavalcando l’onda della novità, ma tra qualche tempo tutto ci sembrerà già visto e vecchio. Sono stato qui in Italia tra i primi ad imporre l’uso del digitale nell’opera, ma non dimentichiamo la generazione di grandi maestri come Studio Azzurro, Gilardi e Plessi che per primi hanno usato l’elettronica nel mondo dell’arte, ed hanno cambiato la figura dell’artista contemporaneo. Sono convinto che non è un caso che l’arte digitale in Italia sia nata qui a Roma, città eterna dell’arte classica. Qui a Roma è nato un gruppo di artisti, di critici e di galleristi, che stanno lavorando su questa Arte e non sul mezzo. Bisogna credere negli artisti, e vedere più quello che creano, più che con che cosa lo creano. Dietro un grande calcolatore, ci deve essere sempre un grande matematico…. e così è e sarà per l’arte digitale.

Bio
Matteo Basilè nasce a Roma nel 1974, dove vive e lavora. A poco più di vent’anni entra a pieno titolo nella scena artistica romana, esponendo in note gallerie come l’Attico di Fabio Sargentini (Martiri e Santi 1996) e Il Ponte Arte Contemporanea (Clonato ‘96 e Fusion ‘99). Partecipa inoltre a numerose collettive in importanti musei italiani come la Galleria d’Arte Moderna di Bologna (Officina Italia ‘97) e la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma (Eventi Multimediali ‘99). Basilè ha esposto inoltre nella sezione dedicata alle ultime generazioni della mostra Arte Elettronica, metamorfosi e Metafore, Ferrara, Palazzo dei Diamanti, recentemente conclusa.



-Exibinterviste/La giovane arte è un progetto editoriale a cura di Paola Capata-

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Paola Capata

[exibart]


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