Come hai iniziato a fare l’artista? Qual è stata la tua formazione?
Non lo so. Forse non saprei rispondere, forse per casualità, non ci ho mai pensato.
Il primo disegno che ho imparato è una chioccia che cova, che mi ha insegnato mio padre. Credo sia uno dei miei primi ricordi o approccio con una tecnica artistica. A scuola, la cosa che più mi interessava -come del resto a tutti i miei coetanei- era disegnare, anche se a me forse riusciva meglio rispetto ad altri. Ho seguito quest’istinto da solo, cercando sempre qualcosa di nuovo.
Per questo credo che i titoli accademici conseguiti non mi siano bastati ad essere un artista. Anche se ho frequentato per due anni l’accademia di Belle Arti di Frosinone e gli ultimi due anni a Roma, dopo ho sempre cercato altre realtà che mi aiutassero a maturare e a crescere professionalmente.
La biennale di Venezia del ‘93, Eva e Adele, Louise Bourgeois, il giramento di testa avuto nelle stanze di Yayoi Kusama, la grande mostra Aperto all’Arsenale, il condividere l’appartamento con gli artisti brasiliani di Aperto -Rosangela Renno e Alex
Sei cresciuto dunque tra Venezia e Roma. Vantaggi e svantaggi di queste due città?
Di Roma mi piace tutto. E’ un grande contenitore di energia e vitalità, dove riesco a lavorare, dove si comincia a respirare aria di trasformazione, sia per coloro che sono liberi come gli artisti, che per chi è costretto nel sistema. Venezia, un sogno, è la mia città-pensatoio. Roma è una città in ripresa e come Torino sta tornando ad essere il centro dell’attenzione per l’arte contemporanea.
Quello che manca a Roma e Venezia è un nuovo sguardo relativo al rapporto tra cultura locale e cosmopolita; un’essenza moderna rispetto ad altre città italiane, come Torino, per esempio, che offrono anche una dimensione internazionale.
Roma è davvero in ripresa? Ora anche gli artisti, come te, hanno iniziato ad organizzare eventi d’arte e seguitissime esposizioni in casa…
L’arte non è più solo un elemento da muro o che occupa uno spazio, ha bisogno di altro, di coinvolgimento sociale, che dovrebbe permeare un po’ tutti gli ambienti sociali, del lavoro, della comunicazione, del vivere.
La tua ricerca ha come punti di riferimento il sacro, il (tuo) corpo, la memoria e la malinconia. Come sei giunto a questo?
Il mio lavoro parte da un’osservazione di me stesso, della mia esperienza personale, di figlio di emigranti, di adolescente e dalle mie origini culturali, con un’educazione comunista e cattolica, tutto ciò fa parte del mio universo personale. Parte del mio lavoro è una sorta di diario di percorso che nasce da un mio ritmo interiore, che ho sempre seguito, un diario-cartolina realizzata con gli anni dove viene raccontato un po’ il mio vissuto, adottando il corpo umano nelle sue possibilità, come punto di contatto con il mondo esterno. Qui mi prendo sul serio o, al contrario, smitizzo questo mio essere prolisso e il mio nome, come con gli Autoritratti, con ironia, Venezia Souvenir e Anna dei capelli rossi e S. Sebastiano. Glamour sacro e profano, gioco come clonato /clonata e
Cosa è per te una performance?
Ho come la sensazione di sentirmi o di essere una spugna che assorbe, che lentamente e velocemente si asciuga e lascia andare l’acqua; una sorta di spugna-clessidra.
La performance è per me la realizzazione di una sensazione di energia accumulata e vissuta che esige di essere assimilata, setacciata e trasmessa; ben diversa e distante dalla performance teatrale.
Se avere rapporti con delle gallerie vuol dire un contratto e una mostra l’anno molti critici e curatori amano o usano nelle loro biografie il termine indipendente ed anche io in questa intervista prendo in prestito questo vocabolo.
Il mio primo grande quadro è stato venduto a Salerno nel ‘95, molto quadri sono stati venduti anche a Roma, nel ‘99 ho esposto alla Galleria ArteContemporanea di Catania con cui ho buoni rapporti di lavoro e di mercato e dove di recente si è conclusa la mia personale dopo la realizzazione di una video installazione allo ZO Centro culture contemporanee di Catania.
A Roma ho un buon rapporto con Alice Bulgari dei Magazzino D’Arte Moderna, che è sempre stata aperta a conoscere il mio lavoro.
Non ho mai pensato di produrre o lavorare ad un progetto per vendere, molti dei quadri sono stati esposti ma non venduti. Vendere è importante perché in molti paesi come l’America equivale al successo, e se questo è avviene non mi spiace. Faccio molto per produrre un lavoro e trovare soldi per farlo, per questo per me è molto importante avere collezionisti e gallerie (affiancate dai curatori che hanno il ruolo di aiutare l’artista a realizzare) che sostengono e producono il lavoro di giovani, in mancanza in Italia di finanziamenti pubblici e borse di studio per l’arte.
Chi sono i tuoi nemici nel mondo dell’arte? E i tuoi amici?
Non me lo sono mai chiesto, se ci penso mi viene in mente l’ozio e la noia, non essere ricco. Cazzo forse anche la pigrizia e il mio essere un po’ romantico. Basta! E poi mi viene in mente il titolo della scultura dell’amico Renzi. Partono tutti incendiari e fieri, ma quando arrivano sono tutti pompieri.
Qualcosa sui tuoi prossimi lavori?
Ho da poco concluso una mostra a Santiago del Cile alla galleria ANIMAL, con la presentazione dell’artista Cileno Arturo Duclos.
E poi “5”, un progetto video con cinque artiste donne che hanno lavorato sulla propria identità, per la casa delle donne La Morada a Santiago del Cile. E’ in programma una residenza a Biella per settembre presso l’università UNIDEE.
I miei prossimi lavori sono sempre improntati sull’identità e l’alter ego, cercando di vedere quello che mi succede intorno, creandomi uno spirito critico per capire le idee degli altri, cercando di recuperare la spontaneità che ho perso crescendo e facendo questo lavoro. Ma fondamentalmente cercherò di portare a termine i miei pensieri.
bio
massimiliano tonelli
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Intervista veramente interessante.
Grazie
Trovo Paolo Angelosanto molto sincero e pino di energia, ma mi chiedo a quale santo si è raccomandato per avvicinarsi alla fondazione Bevilacqua la Masa, visto che prendono atto solo degli artisti residenti nel Triveneto o iscritti alle accademie venete.
Saluto tutti!