Tu vieni dal muro. Quante pareti urbane hai ‘imbrattato’ da giovane?
La cosa interessante dei graffiti è la loro sospensione tra atto creativo e distruttivo, una difficile collocazione tra fenomeno antropologico di tribù metropolitana, atto criminale contro il bene pubblico e arte. Un atto estremamente egocentrico soddisfatto attraverso l’anonimato, uno scenario non distante da quello degli avatar, dei giochi di ruolo, degli hacker. Una specie di alteregocentrismo.
E non solo muri, vero?
La sfida a volte diventava più rischiosa, ma proprio lì era il bello.
Chi erano i compagni di percorso all’epoca?
Non sono un delatore.
E poi hai smesso…
…l’aria cominciava a farsi troppo pesante.
Dunque sei entrato nel mondo dell’arte contemporanea relativamente in ritardo…
Al termine del liceo e dopo qualche peripezia accademica e qualche avventura europea sono tornato a Roma dove ho trovato persone che mi hanno aiutato a scremare molte ingenuità, a volte in maniera anche dolorosa: si esce dall’Accademia un po’ proiettati su stessi… Molte delle persone con cui ho lavorato agli inizi si
Sei stato spesso associato alla generazione dei digitali romani. Basilè, Gianvenuti ecc. Cosa ne pensi?
Io e il gruppetto suddetto abbiamo fatto la scuola insieme, siamo grandi amici, condiviso sbronze, litigi e siamo stati con la stessa ragazza, usiamo tutti il computer. Ma il lavoro è un’altra cosa, gli intenti, i contenuti e la forma sono estremamente distanti. Chi ci associa – fatto salvo il lato puramente generazionale e tecnicistico – commette un errore…
Quanto conta il cinema nella tua ricerca?
Sono cresciuto con il cinema, credo di essere stato il più giovane associato al “Filmstudio” (noto cinema d’essai romano), a otto anni avevo già visto tutta la filmografia essenziale di Eizenstein, Tarkovsky, Kurosawa e Buñuel e ti assicuro che film come “La via lattea ” hanno avuto un ruolo importante nella costruzione del mio processo creativo e immaginifico. Crescendo ho trovato sul percorso altri artisti con cui mi sono sentito a mio agio, cito registi come
Guardando i tuoi lavori sembra venir fuori un interesse ossessivo verso la biologia, una specie di delirio zoomorfo fatto di organi interni e gangli vitali dal cromatismo pulsante. Sei interessato anche all’aspetto scientifico o lo utilizzi esclusivamente per costruire il set estetico del quadro?
E’ un interesse che parte dall’idea che la mano e il concetto seguano delle euritmie proprie alla natura, le forme e i colori possibili in fondo sono pur sempre limitati a quelli esistenti, il mio rosso sarà sempre e comunque una
Il mercato delle tue opere ti sta dando soddisfazione?
Dell’ultima mostra è rimasto veramente poco.
bio
Rafael Pareja Molina è nato a Trento nel 1972, si è formato a Roma città dove attualmente risiede. Tra le sue mostre più importanti ricordiamo le recenti collettive: Melting Pop, a cura di Gianluca Marziani, Palazzo delle Papesse, Siena 2003; No money, no honey, a cura di Antonio Arevalo, Arèa, Palermo 2003. Ha all’attivo numerose personali tra cui: Painting on Disk, a cura di G. Marziani, Galleria Il Mascherino, Roma 2002; Artery, a cura di Mario Savini, Galleria d’Arte Contemporanea, Catania 2000. Altre collettive sono: QDC, a cura di Gianluca Marziani, Cantiere Vannucci, Milano 2002; Art Files, a cura di Ludovico Pratesi e Costantino D’Orazio, Pescheria, Centro per l’Arte Contemporanea, Pesaro 2001; Supernatura, a cura di Mary Angela Schrot e Antonella Pisilli, Galleria Sala 1, Roma 2001.
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...ma cos'è lo scherzo del portafogli?
I miei genitori sono registi, gli sono grato di non avermi fatto fare la fine del mio vicino che andava a vedere tutti i film dei Vanzina, Pippo Franco e Jerry Calà. Inoltre ti assicuro che i bambini sono molto più ricettivi di quanto tu possa immaginare. Se vuoi una risposta a ciò che tu reputi ridicolo, e incredibile, scrivimi pure.
info@rafaelpareja.com
si è perso il big jim, il nascondino con gli amici, lo scherzo del portafogli, candy candy, dolce remi, goldrake. A otto anni giardava einzenstain? ma che cazzo ci avrà capito? ma piantatela. L'unica cosa che non mi fa infierire, è che lo ritengo bravo.
Bunuel... Eisenstein... certo che devono essere stati illuminanti per un bambino di 8 anni! ma fammi il piacere...
Cari Ugo e Rafael
Non sono d'accordo con voi che un bambino cresciuto libero dalle manie pseudointellettuali dei genitori non possa poi diventare un grande artista.
Se fosse come voi dite dovremmo dare ragione anche alla Moratti quando propone la sua visione classita e settaria della scuola italiana di domani.
I miei genitori sono stati un'impiegatuccio e una casalinga, ma mi hanno lasciato libero di scoprire il mondo come a me piaceva e adesso non faccio il lavoro di mio padre.
Quindi tiratevela per qualcos'altro perchè questa cazzata alla lunga non regge.
leghi un filo di nailon ad un protafogli che hai pensato bene di rendere gonfio con carta straccia. lo lanci in mezzo alla strada, su un marciapiede, e ti nascondi. Quando passa qualcuno e si ferma per raccoglierlo tu tiri il filo. Tutto qui! Vedi che alla fine ti sei perso qualcosa? Io Einzenstain lo posso guardare anche adesso, tu difficilmente ti metterai a fare sto scherzetto a questa età. ciao ciao e rinnovati complimenti per i lavori.
Hey ggggente!
Io a 9 anni leggevo avidamente "Cuore di cane" di Bulgakov...non sono cose che fanno bene...col senno del poi...ad ogni modo... Rafael ha ragione, non tutti i bambini (ma è colpa dei genitori) sembrano "fatti" di acido in preda ad una euforia psichica tipo la sigla di Candy Candy...
Rafael adesso saresti un bigotto impiegatuccio (e non un folle artista) se i tuoi genitori non ti avessero traviato (ciò è evidente...).E per questo li ringrazio...ovviamente. :-)
mamma mia, rafael, ma della tua intervista, delle cose intelligenti ed interessanti la gente si è dovuta attaccare a questa cosa dei registi, come se uno si dovesse vergognare di aver visto film interessanti anche da bambino. io ti stimo molto,film o non film.
e poi volevo dire un'altra cosa: smettiamola di avvicinare sempre basilè, gianvenuti e pareja. chi conosce i lavori noterà una differenza, non dico una preferenza per l'uno o per l'altro, ma il fatto di usare il pc non omologa tutti gli artisti. bravo rafael
sabry
Lo stile primitivo e un pò infantile dei "personaggi" che popalano le tue/sue tele potrebbero essere un pò eroi virtuali di cartoni animati, forse ne hai/ha visti troppo pochi da piccolo... o forse è una reazione ai film troppo complessi che guardavi da piccolo, e così ora che sei/é grande...
Mafioso... le mie radio-pitture sono + belle.. le vendo tutte e ci metto meno tempo a farle... uso gli UNIPOSKA.... e te lo fo apposta......