In occasione della III edizione del premio “Querini Stampalia Furla per l’arte” a Venezia, hai proposto tre installazioni da performance dal sapore poetico, dove il corpo e le tracce che questo lascia nell’esperienza diventano chiavi di lettura fondamentali per la comprensione delle tue poetiche. Come nascono certe ambientazioni ed idee?
Il mio interno esce e si accorda con l’esterno.
Il mio corpo sente il mio animo, da vita ai miei pensieri.
Il luogo è lo scenario, l’habitat per lo sviluppo delle mie idee, una parte del mio lavoro vive in funzione dell’ambiente, come se il mio corpo per riprodursi e apparire agli occhi del mondo avesse bisogno di una tana, un passaggio tra la mia realtà e quella esterna.
Con La di piano presentata a Venezia, parli di
Cosa vuoi trasmettere in questo modo?
La di piano è una musa protettrice, custode della memoria della famiglia Querini Stampalia; una nobile famiglia veneziana cultrice delle arti maggiori come la musica.
La mia presenza appare come un respiro tra le pareti della casa, in fondo ad un corridoio il mio corpo avvolge un pianoforte a coda ricoperto con una maglia di scobidu bianco lavorata da me.
Dal mio corpo crescono germogli duri “cornoralli”, corna e zoccoletti di ceramica brillanti.
Quelle che rappresenti sono creature e situazioni fantastiche che parlano molto di te..
Credi di aver raggiunto la forma di espressione più congeniale alla tua personalità?
Il lavoro che porto dentro di me cresce e si sviluppa come un corpo in evoluzione, gioisco nel riconoscere e vedere i miei sviluppi come capita osservando una pianta germogliare.
Come e con quali modalità hanno contribuito alla tua riuscita, l’ambiente circostante, i mezzi a tua disposizione e le situazioni sociali?
Cerco di non creare limiti alla mia creatività, mi circondo di persone che sostengano il mio lavoro, economicamente amorosamente.
Che importanza fai assumere allo spettatore durante la fruizione delle tue opere?
Immagino lo spettatore passeggiare all’interno di una mostra come all’interno di una foresta o lungo un prato, e trovare lungo il suo viso stupore e curiosità per ciò che lo circonda.
L’aspetto interattivo dell’opera d’arte, caratteristica principale di molte video-installazioni degli ultimi trent’anni, è un aspetto che curi?
No.
La mia apparizione all’interno del lavoro si presenta come elemento di vita, anima l’opera.
L’elemento performativo è determinato dalla presenza del mio corpo, ma non vi sono elementi aggiuntivi, voce o movimenti, alcuna azione.
La mia opera esprime un’emozione aperta.
bio
Sissi, classe 77 è la rivelazione dell’ultima edizione del Premio Furla alla Querini Stampalia di Venezia. Attualmente è in corso la sua personale alla Galleria Biagiotti di Firenze. Tra le collettive
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Nell'ultimo numero di Arte nel trafiletto dal titolo "Ma mi faccia il piacere!" è citato un brano dell'intervista a Simone Berti su Ex. Sul prossimo numero dovranno tenersi libera tutta la pagina per citare l'intera intervista a Sissi. Comunque per me è brava, tutto compreso. E la "deliziosa bufala rococò" mi piace un sacco. Mi firmi una liberatoria per usarla alla prima occasione?
Il solito desiderio narcisistico di mostrare (per sentitrsi viva) il suo corpo...con l'espediante del collegamento con l'esterno.
Ma se fosse stata brutta e nasona cosa si sarebbe inventata?
è arrivato all'improvviso:
un piccolo, ingenuo e delicato angelo biondo...
ma come è nata sissi, o meglio chi l'ha creata, oppure: quanto se ne parlerà ancora...
Cos'è questa storia del lavoro innovativo?
Ma quando mai artisti da biennale tipo botto e bruno, cecchini, neri, toderi, vezzoli, tesi, lambri, solo per citarne alcuni (mi scuso con gli altri) ci hanno proposto un lavoro innovativo o almeno in evoluzione?
A cosa serve se poi devi trattare con curatori, critici e editori tipo laura cherubini, giacinto di pietrantonio, pratesi, la pasini, beatrice, politi e compagnia bella?
Quindi, per favore, non diamo anche questa colpa a Sissi, che è solo una incolpevole vittima del tempo in cui vive!
a sissi conviene imparare ad esprimersi meglio altrimenti il lavoro di chi l'ha creata va totalmente perso...
Cara Laura,
quando si parla di un " angelo " biondo penso che l'argomento durerà a lungo, forse è un modo per dimenticare l'aumento di violenza e terrorismo.
Ragazzi ma questa vuole una botta (in testa). Il mio corpo? E' alta 1 metro.
è davvero coraggiosa: si inventa il suo corpo e gioca con gli scubidu, da firenze a venezia e ritorno, con varie tappe, non è riuscita a fare altro che questo: sospendersi al soffitto e poco più...
sconcertante, la faccia più tosta del granito, lei e chi l'ha inventata!
sissi cara tutti ce l'hanno con te e non capiscono, che tutto l'ardore e l'affanno del tuo lavoro, non è sul corpo, nemmen sul barocco leccato roccoculo di cui si ostentano i decori. Ma solo in apparenza, scavando dentro le pieghe dei velluti e le trecce dei ricami s'intravede la tua voglia tutta domestica e casalinga di farti una famiglia, come si deve, per sfuggire a tutto ciò che inplica il fallimento nella donna. La femmina mancata è la donna in carriera che per l'autoaffermazione personale e una serie di fatti errati non riesce a portare a compimento quello per cui l'incosciente provvidenza l'ha destinata, creare la vita. Partorire per la donna non è una condanna ma una necessità a cui la specie a dato la bacchetta magica. Brava sissi solo lavorando tanto puoi sognare di essere a casa, in cucina tra un mestolo et una padella tutta deddita a titillare l'amato frugoletto. Frutto incontrastato della pianta dell'amore, che ha messo le radici nel tuo animo di femmina da casa massaia incontrastata della praticità domestica. Son le donne come te che trascinavano sulle loro robuste spalle il futuro dell'uomo. Le donne solo riscoprendo la femminilità possono arrogarsi il compito che da sempre le hanno rese incontrastabili fautrici della vita. Di quella vita che si odia, si disprezza, si trascura, si tradisce ma ce la si tiene tutta una vita...
Metto a saluto e spero in una tua risposta....
In fondo è vero che il lavoro di Sissi sa distinguersi, e poi è invidiabile la sua pazienza nel produrlo...Insomma il suo lavoro è bello ed anche Sissi è bella, ma trovo che le due cose si apprezzino al meglio separate: più lavoro e meno Sissi nelle opere; più Sissi e meno lavoro nella vita (!!)