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“Sono davvero molto preoccupato e ancora incredulo per quanto successo. Nel pieno centro di Parigi in genere la quotidianità è intercalata al massimo da qualche “tournage” di scene di film vari. Questa volta, e come sempre succede con questo tipo di avvenimenti, la realtà è più incredibile di qualsiasi fiction. In quel momento penso di essere passato, fortunatamente sottoterra, nel metrò, proprio da quelle parti andando in un laboratorio fotografico non lontano. Parigi ieri mattina era stranamente nebbiosa come l’Emilia o forse più come Pechino (nell’uscire di casa ho pensato ad entrambi). Poi ho sentito tantissime sirene, e via vai di ambulanze e polizia come non ho mai visto in quel quartiere. A rivedere sul web queste immagini di follia non trovo parole per descrivere un gesto vile e inutile. E penso a ciò che è potuto succedere all’interno di quella redazione, in quella strada che percorro spesso. Qui da ieri si parla di attacco alla libertà di parola ma non solo, anche ad un modello di società europea che storicamente porta in avanti ideali illuministi e di integrazione sociale. Penso che in questo caso si va anche oltre, nel senso che tale atto scagliato verso la sede di un giornale, verso giornalisti, vignettisti, verso comuni cittadini, i nostri vicini di casa, può insinuare un oggettivo, quasi palpabile, sentimento di intolleranza diffusa tra chi magari ancora non ha mai votato per il Front National. Ovvero può velocemente estremizzare un processo che è già in atto da tempo ma che in questo Paese, più di altri in Europa, può forse avere conseguenze sociali disastrose. E trovo che sia una strana, bizzarra, imprevedibile coincidenza che proprio ieri sia uscito ufficialmente il nuovo romanzo di Michel Houellebecq intitolato “Soumission” (Sottomissione) che profetizza una Francia di un futuro molto prossimo diretta da un presidente islamico. Non a caso il titolo ci riporta tristemente alla realtà, qui a Parigi, sottomessi, inermi, nonostante tutto, ad avvenimenti come quello di oggi”.
Davide Bertocchi