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Parola d’autore MiArt 2011 visto dagli artisti
parola d'artista
Se Sgarbi vuole lo sbarco dei 1000 (artisti) alla Biennale di Venezia, Giacinto Di Pietrantonio omette uno zero e parte da 100 (gallerie) per rilanciare la sedicesima edizione del MiArt...
di Gino Pisapia
Si è appena conclusa la sedicesima edizione del MiArt, rispetto allo scorso anno cos’è cambiato?
Jacopo Miliani – C’è una sezione di gallerie giovani, con spazi più piccoli disposti lungo un corridoio, leggermente separato dal resto della fiera. Ci sono meno gallerie, molto interessanti le talks
a cura di Peep-Hole.
Luca Francesconi – Meno gallerie e gli spazi sono più ampi.
Giovanni Ozzola – Credo che riducendo il numero dei partecipanti a 100 gallerie si sia cresciuti in qualità.
Giuseppe Stampone – Se la nave ha un buon capitano l’equipaggio lavora bene e con meno sforzi. Il capitano della nave lo conosciamo tutti non ha bisogno di presentazioni e son già diversi anni che sta
traghettando la nave in acque tranquille; sono sicuro che grazie al suo intuito e alla sua lungimiranza la nave continuerà a prendere il largo.
Cosa manca ancora a questa fiera rispetto alle fiere d’oltralpe?
J.M. – E’ una fiera molto locale, quasi esclusivamente composta da gallerie italiane, ma forse si distingue proprio per questo motivo.
L.F. – Il pubblico.
G.O. – Non saprei, difficile liquidare l’argomento in due righe, un dato di fatto però è che ho visto un pubblico esclusivamente Italiano, escludendo qualche turista in bermuda …
G.S. – Uno stato attento alla cultura, capace di promuovere, valorizzare, incentivare e finanziare le giovani creatività diffuse sul territorio.
Cosa può offrire una fiera italiana come il MiArt ad un giovane artista?
J.M. – Conoscere direttamente alcuni collezionisti locali.
L.F. – Credo possa offrire una buona visibilità.
G.O. – Quello che più o meno offrono tutte le fiere, visibilità, incontri con altri artisti e vendite, cose molto importanti per poter continuare a lavorare.
G.S. – Oggi bisogna togliersi dalla mente che la cornice fa lo specchio. Milano, Parigi, New York, non è importante. Dalla dimensione glocal siamo passati alla dimensione global, quindi ci troviamo in una fase in cui é il contenuto a dare la qualità e non il contenitore o la collocazione geografica dell’evento.
Elencami tre opere che hai visto in fiera e che volentieri avresti comprato.
J.M. – Liliana Moro “La rivoluzione non è più solo necessaria, ma indispensabile” da Francesco Pantaleone, Palermo, una composizione di lavori di David Maljkovic da Massimo Minini, Brescia e Vincenzo Agnetti, “L’ordine è sintesi di misure superate relative inutili”, Galleria Ca’ di Frà, Milano.
L.F. – Solo tre!!? Le sculture di Carmelo Cappello da Proposte d’Arte, Pietrasanta, Lucca, una natura morta di Atanasio Soldati del 1949 da Imago, Londra e Chiara Camoni da Spazio A, Pistoia.
G.O. – Mika Rottenberg da A Palazzo Gallery, Brescia, i lavori di Luigi Ghirri da Massimo Minini, Brescia e un piccolo lavoro di Francesco Carone da Spazio A, Pistoia.
G.S. – Comprare opere è una grande responsabilità, all’interno di una fiera ci sono tanti lavori importanti e tanti bravi artisti con tante storie da raccontare. Di solito gli artisti non comprano opere ma le producono, quindi lascio l’arduo compito ai collezionisti.
Ci daresti un’anteprima sui tuoi prossimi progetti?
J.M. – Sarò impegnato in due collettive, una allo spazio Komplot di Bruxelles e l’altra allo spazio Cartel di Londra curata da Rosie Cooper e Ariella Yedgar, il cui tema è ispirato alla leggenda di Moby
Dick nel film di Orson Welles.
L.F. – Sono principalmente concentrato sulla prossima Biennale di Venezia curata da Bice Curiger. In settembre ci sarà una personale da Chez Valentin a Parigi e alcune mostre pubbliche, ma ci stiamo lavorando e pertanto su quest’ultima cosa è meglio attendere ancora un pò.
G.O. – Mi prendo qualche giorno senza pensare al futuro. Ti racconto cosa ho appena inaugurato. Due personali, una alla Galleria Continua di San Gimignano dal titolo Settecento, l’altra Naufragio, al Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro e infine un’installazione permanente nella collezione privata Vanaa.
G.S. – In questi giorni inauguro una collettiva al Cabaret Voltaire di Zurigo. Presenterò a Venezia contestualmente alla Biennale il mio libro d’artista Saluti da L’Aquila accompagnato da una performance e parteciperò con un lavoro ad una mostra collettiva. A giugno inaugurerò un progetto speciale al Macro di Roma, a settembre invece sarò per un progetto a New York e poi ad una mostra collettiva alla Gamec di Bergamo. Sarò presente con due lavori a Shangai e a Mumbai e ad ottobre con un grande progetto a New Orleans, infine a novembre inaugurerò la mia seconda personale da Prometeo Gallery a Milano.
a cura di gino pisapia
* in apertura
Jacopo Miliani
Every movement is different in my memory, 2011
3 Stampe su carta baritata 60×90 cm cad. (dettaglio)
Courtesy Studio Dabbeni, Lugano
Salve a tutta la Redazione. Volevo farvi i miei personali complimenti per gli articoli e le notizie sempre nuove che date sul tema dell’Arte. Io sono un semplice e modesto appassionato e, mi sembrava doveroso ringraziarvi, per il vostro lavoro di promuovere sempre il meraviglioso mondo artistico di cui spesso ci dimentichiamo. Siete uno dei miei siti preferiti ed ispiratori, infatti Vi ho inserito anche nel mio blog. Grazie a tutti.