La rivista Time dedica ogni anno la sua copertina di dicembre alla persona dell’anno. Si tratta di una ormai celebre tradizione, che riserva il titolo di Person of The Year a chi si è particolarmente distinto negli ultimi dodici mesi. Si è creata così una vera e propria galleria di personalità che hanno fatto la storia, composta dalle copertine della rivista statunitense. Peccato che, sfogliando l’intera collezione di cover, è emerso che a fregiarsi del titolo siano stati prevalentemente uomini. In occasione del Women’s History Month, Time ha pensato di rileggere interamente la storia, e ha proposto un campionario di cento nuove copertine dedicate alle donne dell’anno, dal 1920 ai giorni nostri.
Dati alla mano, dal 1927 a oggi, solo undici sono le copertine dell’anno riservate a personalità femminili. Troppo poche. Fino a una ventina di anni fa, addirittura, il titolo del riconoscimento era Men of The Year, escludendo le donne sin dal nome. Dal 1999 hanno pensato di sostituirlo con un più inclusivo Person of The Year, ma la situazione non è cambiata poi molto.
Forse perché le donne non hanno mai goduto della stessa risonanza mediatica degli uomini? Anche questo è vero: le copertine del Time sono lo specchio di una società che ha riservato solo agli uomini le posizioni di potere. Eppure non è sufficiente per motivare una simile ristrettezza di riconoscimenti. Conosciamo tantissime donne che avrebbero potuto comparire in copertina: Michelle Obama? Malala Yousafzai? Maria Montessori? Eppure quando la redazione del Time doveva scegliere la persona dell’anno, la scelta ripiegava sempre su una figura maschile.
Non solo. Laddove si è scelto di inserire una donna, si è pescato soprattutto dal mondo della politica e dell’economia, applicando lo stesso criterio di scelta che determinava, a loro giudizio, il successo degli uomini. Qualsiasi altro contesto dove anche le donne potevano affermarsi, era escluso a priori.
Ci sono stati anche casi eccezionali, è vero, ma sempre con una visione del mondo spiccatamente maschilista. Un esempio: la prima donna a guadagnare la copertina del Time è l’attrice Eleonora Duse nel 1923, in occasione del suo tour negli States. L’articolo parla della sua bravura attoriale, in grado di risaltare grazie alla magnifica repressione di Duse. Questi sono i valori che hanno permesso alle donne di rendersi note nel passato: essere remissive rispetto agli uomini, che nel frattempo erano impegnati a guadagnare copertine e successi nel mondo degli affari e della politica. Era necessario un cambio di rotta.
In occasione dei cento anni dall’esperienza delle suffragette in America, Time ha deciso di ripensare alle scelte del passato e ha creato il progetto 100 Women of The Year. Cento copertine ripercorrono l’ultimo secolo della nostra storia recente, dedicando finalmente spazio alle donne nel mondo che hanno lasciato un segno. Le prime sono proprio loro: le suffragette americane.
Ci sono artiste, attiviste, scienziate, cantanti,… donne con storie, culture e professionalità tutte diverse, che però meritano di essere scoperte e ricordate. Le 100 donne sono state selezionate dalla redazione a partire da un’iniziale rosa di oltre 600 candidate. Un lavoro lungo e meticoloso, durato mesi, che ha coinvolto tante persone e uno speciale comitato di donne, di varia formazione e provenienza, per prendere la decisione finale.
Vengono infranti tantissimi tabù della rivista. Si esce dal selciato della politica e dell’economia, per una scelta più libera, persino provocatoria, aprendo le porte anche a scrittrici, cantanti, fotografe. Ci sono Viriginia Woolf, Dorothea Lange, Beyoncé Knowles, Coco Chanel. C’è Irna Phillps, pioniera della soap opera americana, ma anche la pittrice Frida Kahlo, la scrittrice femminista Simone de Beauvoir, la cantante Aretha Franklin, e tante altre.
Oltre le 11 già esistenti, le 89 copertine originali sono state realizzate da artiste e illustratrici altrettanto interessanti e fuori dagli schemi, come Lauren Crazybull e Anita Kunz. Nella gallery qui sotto ve ne facciamo vedere alcune: sono opere d’arte formato cover, ritratti coloratissimi di donne rivoluzionarie. Tutte le altre copertine si possono ammirare e acquistare – con le relative biografie e le motivazioni per le donne scelte – a questo link.
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