Ha aperto ieri a Milano una galleria che segna un attesissimo arrivo: quello di Benedetta Spalletti e Lodovica Busiri Vici con Vistamarestudio, costola differente – e nelle prossime righe le galleriste ci spiegheranno come – della celebre Vistamare Pescara.
Si comincia, e anche questo è un ottimo segno, con il grande Tom Friedman (Saint Louis, USA, 1965) assente da Milano dal dicembre 2002, quando Fondazione Prada gli dedicò una splendida retrospettiva (con opere inedite) nei vecchi spazi di via Fogazzaro. Oggi, da Vistamarestudio, Friedman invece vi porterà in uno spazio fantasmatico, bianco su bianco.
Quando avete iniziato a lavorare insieme e perché?
Benedetta Spalletti e Lodovica Busiri: «Ci conosciamo professionalmente da tantissimi anni. Benedetta aveva il desiderio di aprire un nuovo spazio e cercava una persona con cui condividere questa esperienza. Ci siamo ritrovate a parlare di questo progetto e insieme abbiamo iniziato questa sfida».
Quando e come nasce l’idea di aprire Vistamarestudio a Milano in Viale Vittorio Veneto tra Piazza Repubblica e Porta Venezia, distretto di arte contemporanea?
B.S.: «Vistamarestudio è una realtà che vuole vivere in dialogo con Vistamare Pescara ma con un approccio proprio all’arte e sviluppare temi nuovi. Porta Venezia è in una posizione strategica per la sua vicinanza con la stazione Centrale e con la Fondazione Marconi, il PAC, lo Spazio Oberdan, l’Albergo Diurno e il Museo Etrusco che aprirà a Palazzo Bocconi. Lodovica ha trovato questo spazio e ci è sembrato il luogo ideale per la galleria».
Tom Friedman, Sun 2017 installation view at Vistamarestudio, foto di Ugo la Porta
Chi sono gli architetti della nuova galleria e cosa c’era prima in questo spazio concepito come “white cube” aperto alla sperimentazione di linguaggi plurimi?
B.S. e L.B.: «Space4Architecture (S4A) è uno studio newyorkese diretto da Michele Busiri Vici e Clementina Ruggieri. Noi lavoriamo sempre sullo spazio. La sede della galleria era uno spazio vuoto: abbiamo lavorato più a sottrarre che ad aggiungere, mantenendo solo la colonna centrale, con l’idea di creare un’architettura neutra per far risaltare l’arte. S4A parteciperà alla mostra “Time Space Existence”, organizzata dalla GAA Foundation, evento collaterale alla Biennale di Architettura di Venezia 2018».
Secondo voi architettura e arte si intrecciano? Come?
B.S. e L.B.: «L’arte per esistere ha bisogno che l’architettura sia neutrale ed è necessario che un architetto capisca questa esigenza e che l’arte sia primaria. Per noi è fondamentale che ci sia interazione tra l’artista e lo spazio».
Tom Friedman, One minute egg, installation view at Vistamarestudio, foto di Ugo la Porta
Perché avete scelto di inaugurare la galleria con Tom Friedman, artista americano, concettualmente pop che aveva esposto alla Fondazione Prada nel 2002? Cosa racchiude ed esplora la mostra “Ghosts and Ufos” e quale pensiero contiene sulla contemporaneità?
B.S. e L.B.: «Perché sposava il nostro concetto di esperienza dello spazio. Ci siamo interrogate su cosa significhi guardare l’arte e vivere un’esperienza personale ed emotiva dell’opera. Lavorando come ha fatto Tom Friedman, solo con la luce, si dà allo spettatore la possibilità di una nuova percezione sensoriale».
Qual è il rapporto tra forma e contenuto della mostra? Quali sono i vostri obiettivi e criteri di scelta espositiva?
B.S. e L.B.: «Il criterio è che non ci sia un criterio. L’idea di fare dei progetti che interagiscano con lo spazio e di ridare importanza e credibilità alla “galleria” in quanto tale».
Avete contatti o prevedete di sviluppare progetti condivisi con altri galleristi? Quali?
B.S. e L.B.: «Abbiamo sempre lavorato in collaborazione con altri galleristi, è un nostro modus operandi sempre nell’interesse dell’artista».
A quali gallerie e galleriste vi ispirate del passato o del presente?
B.S. e L.B.: «Guardiamo al futuro».
Qual è la prossima mostra?
B.S. e L.B.: «Preferiamo non dare anticipazioni».
Jacqueline Ceresoli
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