Ha attraversato le correnti artistiche del Novecento, mantenendo sempre una sua autonomia. Alla fine degli anni ’60 fu l’ideatore della Eat Art e le sue tavolate cristallizzate e imbandite di cibo e vettovaglie sono oggi esposte nei musei di tutto il mondo. Nella sua lunga carriera ha vissuto in Francia, in Grecia, in Germania, in Svizzera e in Italia, tra le colline della Maremma, aveva trovato una sua seconda casa: Daniel Spoerri è morto il 6 novembre 2024 e proprio quei luoghi adesso rimarranno a sua memoria. Danzatore, pittore, scultore, coreografo di origini rumene e naturalizzato svizzero, Spoerri già nei primi anni ’90 aveva iniziato a installare le sue opere in un parco a circa 60 chilometri a sud di Siena. Il Giardino fu poi inaugurato e aperto al pubblico nel 1997, riconosciuto come Fondazione dal Ministero della Cultura nello stesso anno e, attualmente, le sue 113 opere di 55 artisti, diffuse su 16 ettari, possono essere visitate da aprile a ottobre.
Nato a Galați, in Romania, il 27 marzo 1930, Spoerri – il cui vero cognome era Feinstein – ha saputo trasformare la propria vita in un laboratorio creativo, esplorando con inedita sensibilità le possibilità espressive degli oggetti, del cibo e della performance. Costretto a rifugiarsi in Svizzera con la madre nel 1942, dopo che il padre era stato ucciso dai nazisti, Spoerri crebbe a Zurigo e sviluppò una precoce passione per la danza. Negli anni ’50, si affermò come étoile presso il teatro di Berna, per poi ampliare i suoi interessi alla coreografia, alla poesia concreta e alla regia teatrale. A Parigi, nel 1959, iniziò un percorso artistico decisivo che lo avvicinò ai protagonisti del Nouveau Réalisme e lo portò a fondare MAT – Multiplication d’Art Transformable, la sua casa editrice d’arte sperimentale.
Nel 1960, Spoerri inventa i celebri tableaux-pièges (quadri-trappola), opere in cui oggetti di uso quotidiano vengono fissati su superfici verticali, cristallizzando l’ordinario in una visione spiazzante e ironica. Da qui prendeva forma anche la sua Eat Art, che esplorava il cibo come espressione artistica e come esperienza collettiva. La sua prima mostra personale risale al 1961 e si svolse a Milano, curata da Arturo Schwarz. Nel 1968 aprì il Ristorante Spoerri a Düsseldorf e, successivamente, la Eat Art Galerie, dove gli avanzi dei pasti diventavano elementi di opere che esaltavano e criticavano la cultura del consumo.
Negli anni ’70 e ’80, Spoerri si dedicò anche alla scultura, con creazioni che combinavano oggetti di uso quotidiano e maschere etniche in forme ironiche e provocatorie, definite da lui “oggetti etnosincretistici”. Si afferma come professore d’arte in Europa, insegnando a Colonia, Monaco, e Vienna, condividendo la sua visione artistica con una nuova generazione di artisti.
Ha trascorso gli ultimi decenni della sua vita principalmente in Toscana, dove fondò il Giardino di Daniel Spoerri, un parco-museo a Seggiano, in provincia di Grosseto, che raccoglie sue opere e installazioni di artisti amici. Riconosciuto a livello internazionale, nel 1993 è stato insignito del Grand Prix National de la Sculpture in Francia, e nel 2008 ha ricevuto l’Ambrogino d’oro a Milano per il suo contributo culturale.
«Le grandi personalità che hanno segnato la storia, in questo caso la storia dell’arte, attraverso una indomita creatività e curiosità, mai sopita nell’arco di tutta la loro lunga carriera, restano nel cuore e il loro esempio non si perde mai completamente», è il messaggio di cordoglio della Fondazione. «Vogliamo immaginarlo, con il suo piglio ironico, irriverente e profondo, a perenne angelo custode che veglierà su questo suo luogo unico al mondo, una autobiografia tridimensionale che racchiude pensieri e tante testimonianze della sua poetica. Fai buon viaggio Daniel, verso l’infinito e oltre, e non dimenticare mai il tuo Giardino!».
Nel 2005 il Comune di Seggiano gli aveva conferito la cittadinanza onoraria. Daniele Rossi, sindaco del comune di Seggiano lo ricorda così: «Daniel Spoerri è stato un artista di fama internazionale, poliedrico ed eclettico, che ha donato ai territori dell’Amiata un Giardino d’arte fra i più ricchi e interessanti al mondo. Cittadino onorario di Seggiano dal 2005 e lungamente anche ivi residente. Se ne è andato un grande artista…e un amico».
Così lo ricorda Giorgio Gaburro, Fondatore dell’omonima Galleria che per anni ha rappresentato l’arista: «Ricordo Daniel con dolcezza, era un grande Maestro e amico e la sua perdita ci addolora molto. Durante il nostro ultimo incontro parlavamo della prossima apertura del suo Giardino a Seggiano, dove avrebbe voluto fare un grande evento inaugurale per la prossima stagione. Era inarrestabile… L’arte contemporanea ha perso uno degli artisti che hanno permesso di definirla tale».
Proprio pochi giorni fa, la sede milanese della Galleria Gaburro ha inaugurato Quello che vedete non è né cibo, né arte, una collettiva a Matteo Scabeni che, a partire dall’aforisma di Daniel Spoerri che dà il titolo alla mostra, ne rilegge la poetica attraverso lo sguardo di una nuova generazione di artisti: Iain Andrews, Leda Bourgogne, Nebojsa Despotovic e Malte Zenses. «Il progetto – conclude Giorgio Gaburro – è oggi ancora di più un omaggio a Daniel, alla sua personalità carismatica, ruvida ma incredibilmente acuta e perspicace».
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