Nato nel 1938 nelle Filippine, David Medalla – pioniere dell’Arte Cinetica, della Land Art e tra i protagonisti dell’Arte Relazionale – è scomparso oggi a Manila. L’annuncio della sua morte è stato dato dal suo compagno, attraverso il profilo Facebook dell’artista.
“David ci ha lasciato per entrare nel sogno, è morto dolcemente nel sonno oggi a Manila.
Il suo spirito ha trasceso e commosso tanti artisti, amici e il pubblico amante dell’arte nel tempo e nello spazio, ispirato dal suo genio di artista, poeta, attivista, filosofo e narratore. La sua curiosità , gioia, la sua immensa curiosità , il suo spirito alchemico non conoscevano limiti”, si legge nel commovente post che annuncia la scomparsa di Medalla.
Una formazione internazionale, iniziata nel 1950 a 12 anni, come studente speciale alla Columbia University di New York, su raccomandazione del poeta americano Mark van Doren. Nella Grande Mela degli anni ’50 Medalla incontrò James Dean e il poeta filippino José Garcia Villa, che incoraggiarono il precoce interesse di Medalla per la pittura. La carriera internazionale inizia a Parigi nel 1960, quando Gaston Bachelard presentò la prima coreografia di Medalla all’Accademia di Raymond Duncan, fratello della celeberrima Isadora.
Poi venne l’amicizia e la stima con Louis Aragon che introdusse un’altra performance e l’omaggio di Marcel Duchamp.
Nell’aprile del 1967 dopo essersi interessato alle esperienze cinetiche, dà vita alla “Exploding Galaxy”, uno spazio a Londra che, con artisti, musicisti, poeti, danzatori, rappresenterà un grande centro creativo nel periodo delle rivoluzioni culturali.
Nel 1998, sempre a Londra, Medalla – sulla scia dell’arte partecipativa e relazionale, fondò la Biennale di Londra “un festival gratuito di arte fai-da-te gratuito e aperto a tutti i creativi di tutto il mondo, indipendentemente da età , sesso, orientamento sessuale, origine etnica, nazionalità e linguaggio artistico”. In Italia, Medalla, è rappresentato dalla galleria Enrico Astuni di Bologna e l’ultima volta abbiamo potuto vederlo in scena alla Biennale del 2017, “Viva Arte Viva”.
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