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Addio a Francesca Tulli: scomparsa la scultrice delle prospettive ribaltate
Personaggi
«Davvero se ne è andata?». È tutto quello che riesco a dire, ancora incredulo, a Liliana Maniero quando, ieri sera, mi informa che Francesca Tulli non è più tra noi. Proprio lei, che sembrava immortale nella sua lotta quotidiana, da tanti anni, contro una malattia canaglia e sadica. Anche se un po’ ammaccata, Francesca è sempre vissuta e ha fatto ricerca da “guerriera” coraggiosa, quanto cortese e riservata. Sapendo di dover cominciare e ripartire sempre da sé. «Significa guardarsi al buio, non aver paura di affrontare quelle paure, quei timori, quelle incertezze. La realtà c’è, esiste, ne dobbiamo fare parte e prendercene cura come della natura. Però guardarsi dentro al buio, che può fare paura, penso sia una prova necessaria», mi confida in un’intervista del febbraio dello scorso anno, nello studio di Daniela Perego, in occasione del secondo appuntamento di Sculture in campo a Roma.
In quell’occasione, nel nostro dialogo siamo partiti dagli anni Novanta. Francesca all’epoca lavorava il legno, per poi passare alla pittura. Inizia il suo percorso da una ricerca introspettiva, abbracciando il punto di vista del corpo, del suo corpo, quello che lei vedeva dal suo corpo, come un’immagine fotografica a testa in giù. Da lì in poi quello è stato il suo modo di guardare il mondo. È stata una ricerca molto legata alla sua esperienza personale, individuale, all’atmosfera casalinga, intima, osservata da un punto di vista altro, inusuale. Si è poi anche “rialzata”, ma ha sempre privilegiato l’orizzonte obliquo, con una prospettiva spiazzante, sempre in bilico. In bilico come lei stessa fino all’ultimo giorno di vita, non solo da un punto di vista concettuale, ma a causa di quell’aguzzino che è stata la sua malattia. Eppure il sorriso non le è mai venuto meno, così come l’empatia e la gentilezza, qualità tutt’altro che scontate, in particolare nelle persone che vengono messe ogni giorno a dura prova nel corpo e nello spirito.
Ci mancherai tantissimo Francesca. Mentre lo scrivo, l’ultima immagine che collego a te e alla nostra amicizia è una tua opera, UMANA NATURA (2018), oggi all’interno di Sculture in campo, il Parco Internazionale di Scultura Contemporanea a Bassano in Teverina (VT), realizzato dalla tua collega e amica di sempre Lucilla Catania. Una scultura che mi ricorda come la sfida nel ciclo vita-morte sia quella di riuscire a cambiare la propria stessa natura, a tra-passare «osare – come ha ricordato Anna Maria Panzera in un recente testo su Francesca – la metamorfosi e, come la Dafne mitologica, mutare il proprio corpo commistionando la sostanza antropica a quella delle piante». Nel salutarti, Francesca, penso proprio a questa tua scultura che continuerà a fiorire ogni giorno e, con essa, anche tu e il tuo ricordo che, grazie alla trasfigurazione dell’arte, è e sarà sempre tua presenza palpabile.
I funerali di Francesca Tulli si terranno a Roma mercoledì 10 luglio, alle ore 10, alla Chiesa degli Artisti in piazza del Popolo.
Chi è stata Francesca Tulli
Francesca Tulli (Roma, 1956 – Milano, 2024) si è diplomata in scultura all’Accademia di Belle Arti di Roma. Come ha scritto Anna Maria Panzera: «Le sculture di Tulli non nascondono il loro tributo alla più grande produzione plastica di fine Ottocento-inizi Novecento, ossia a quella di Auguste Rodin, che a buon titolo può essere definito il grande innovatore della statuaria moderna. Tuttavia, le sue opere non rinunciano neppure ai materiali che meglio esprimono la contemporaneità, dagli smalti ai led che “tatuano” le sue teste più recenti con inserti e perforazioni: un accesso al mondo interiore e privato dell’artista, un mondo poetico e straniante, fatto di prospettive ribaltate. È quanto emerge con chiarezza nei suoi dipinti (in particolare nella serie “Inside/Outside” e “Distorsion”), che costituiscono una collezione ricchissima di punti di vista inusuali, di “tagli cinematografici” a colori e in bianco e nero, che ricordano la surrealtà di Dalì, del Buñuel anni Trenta, ma anche del miglior Hitchcock».
Francesca Tulli ha esposto in spazi pubblici e privati oltre che in Italia a Boston, Buenos Aires, Ginevra, Helsinki, Pechino, Ubud, Sidney e regolarmente, in mostre personali nelle gallerie: Galleria Liliana Maniero a Roma, Galerie Binz & Krämer a Colonia, galleria Uusitalo a Helsinki e LipanjePuntin artecontemporanea a Trieste. La sua ultima mostra personale nel 2023 allo HyunnArt Studio a Roma è stata curata da Mario de Candia. Altre recenti mostre personali sono state: Sculture nel Giardino del Palazzo Comunale di Latina e Mutanti alla Kou Gallery di Roma (2020).
Nel 2018 la sua opera Umana Natura è stata collocata a Sculture in campo-Parco Internazionale di Scultura Contemporanea a Bassano in Teverina (VT). Per una selezione di esposizioni in spazi istituzionali, si ricordano: Dal buio alla luce, Castello Savelli, Palombara Sabina (2022); With Hegel in the XXI Century, Università degli Studi Roma Tre (2021); Le altre opere-Artisti che collezionano artisti, Museo Napoleonico, Roma (2020); Il Labirinto dello sguardo, Palazzo Nicolaci, Noto (2019); 54° Biennale di Venezia (2011); Progetto Scultura, Castel Sismondo, Rimini (2011); Il Circuito dell’Arte, Museo Canonica, Roma (2010); Premio Fabbri, Villa delle Rose (MAMBO), Bologna (2009); L’energia della materia, Casa Italia Pechino (2008); Arte italiana per il XXI secolo, Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Roma (2004); Sguardo trasversale, Museo Civico di Colonia (2002); Cantieri Romani, Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, (2001); 53° Premio Michetti, Museo Michetti, Francavilla a Mare (2001); Una stanza tutta per sé, Cantieri Culturali alla Zisa, Palermo (1999); La Pittura Ritrovata, Museo del Risorgimento, Roma (1999); Quadriennale di Roma (1996).