Luchita Hurtado, fonte immagine: New York Times
Luchita Hurtado era nata nel 1920 in Venezuela, la sua famiglia di era trasferita a New York City quando lei aveva otto anni, dove più tardi studiò pittura alla Washington Irving High School.
Nel 1945 e iniziò a lavorare come illustratrice per Condè Nast e come muralista per Lord & Taylor.
Fu amica di Frida Khalo, Isamu Noguchi e Agnes Martin e prese parte attività alla vita artistica di New York e Los Angles, dove si era trasferita nel 1951.
Era madre di Matt Mullican, nato nel 1951, dal matrimonio con Lee Mullican, suo terzo marito.
Fino al 1998 la ricerca pittorica di Luchita Hurtado era quasi sconosciuta al di fuori di Los Angeles, finché un curatore che si occupava del lavoro di Lee Mullican, iniziò a interessarsi anche al suo. Lentamente le sue opere iniziarono a essere esposte, in particolare nel 2018 all’Hammer Museum, a Los Angeles, e soprattutto, nella grande retrospettiva alla Serpentine Gallery nel 2019.
Qui il testo di Hans Ulrich Obrist pubblicato sul Time, quando Luchita Hurtado fu inclusa tra le 100 donne più influenti del 2019.
«Ho incontrato per la prima volta Luchita Hurtado nel 2017 e sono rimasto immediatamente colpito dalla gamma e dalla profondità della sua pratica artistica visionaria e dalla sua incredibile energia. Nata nel 1920, Luchita ha lavorato come pittrice per quasi ottanta anni, ma la sua mostra alle Serpentine Galleries quest’estate sarà la prima retrospettiva museale del suo lavoro. Venerata da molti artisti, Luchita era collegata attraverso l’amicizia e la famiglia a movimenti specifici come il Surrealismo, il movimento Dynaton e il Realismo magico, ma mantenne la sua pratica unica in privato, esibendo raramente il suo lavoro. Ora, all’età di 98 anni, Luchita sta finalmente ottenendo l’attenzione che meritava da tempo.
La sua visione del corpo umano come parte del mondo, non separata dalla natura, è oggi più urgente che mai. La magistrale opera di Luchita offre una prospettiva straordinaria che focalizza l’attenzione sui bordi del nostro corpo e sul linguaggio che usiamo per colmare il divario tra noi e gli altri. Accoppiando gesti intimi del corpo con ampie vedute del cielo e della terra, Luchita mappa un tessuto connettivo viscerale tra tutti noi.
Oltre alla pittura, Luchita ha anche contribuito alla fotografia con le sue serie di ombre e alla moda disegnando i suoi abiti per molti decenni. C’è Luchita la poetessa, e Luchita che pensa come un’ecologa e attivista. Come mi ha detto Luchita, “non ho mai detto di no alla vita. Ho una responsabilità verso il mondo, verso il mio pianeta».
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