La nota del Ministero della Cultura, arrivata poco fa, parla di “un illuminato imprenditore italiano, di un grande mecenate, filantropo e appassionato d’arte”.
Certamente era tutto questo Marino Golinelli, grande figura di riferimento per il collezionismo italiano che nella sua città d’adozione, Bologna (era nato a San Felice sul Panaro, in provincia di Modena) aveva fondato già nel 1988 la Fondazione che portava il suo nome.
Marino Golinelli era fermamente convinto che l’imprenditore debba avere il dovere morale di restituire alla società parte delle sue fortune. E lui, di fortuna, dalla laurea in farmacia nel 1943, ne aveva costruita tanta.
Fondatore dell’azienda Alfasigma, nel 1948, aveva trasformato la sua creazione in una delle importanti industrie farmaceutiche del mondo.
La Fondazione, che ha trovato casa in quello che è l’Opificio Golinelli nel 2015, alle porte di Bologna, da sempre ha avuto l’obiettivo di promuovere l’educazione e la formazione, diffondere la cultura scientifica, e favorire la crescita intellettuale, responsabile ed etica dei giovani.
E, a riguardo, continua la nota del Ministro Dario Franceschini: “Marino Golinelli è stato un esempio per il nostro Paese con uno sguardo sempre rivolto alla formazione e alle giovani generazioni. La cittadella della scienza dell’opificio Golinelli resterà una pietra miliare della storia dell’industria italiana”.
Ma soprattutto, aggiungiamo noi, della cultura.
Insieme alla sua casa del centro storico, dove insieme alla moglie Paola, aveva accolto artisti, appassionati e amici all’insegna della condivisione della bellezza e dei loro effervescenti amori contemporanei.
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