Dapprima imprenditore, fondatore del Gruppo Viglietta, che operava nel settore della ferramenta, politico (coordinatore per la Provincia di Cuneo di Forza Italia) e, non in ultimo, anzi, appassionato e formidabile collezionista.
Parliamo di Matteo Viglietta, fondatore – insieme alla compagna Bruna Girodengo – della Collezione La Gaia, sulle colline cuneesi di Busca, scomparso ieri notte all’età di 79 anni.
Una collezione che conta circa 3mila opere, partendo dai Minimalisti e Concettuali (Serra, Judd, Andre, LeWitt, Weiner), l’Arte Povera e grandissimi nomi come David Hammons, Paul McCarthy, Thomas Hirschhorn, Doris Salcedo, Mike Kelley, Bill Viola e Vija Celmins, Tracey Emin, Micol Assael, Hans Schabus, oltre a fotografia concettuale italiana e internazionale e Body Art: Marina Abramovic, Caroleen Schneemann, Sanja Ivekovic, Valie Export, Gina Pane e Hannah Wilke.
Ma Viglietta oltre all’amore “poetico” per l’arte non risparmiava affondi a quel sistema economico che oggi, ancora di più, fa acqua da tutte le parti: «Non c’è nessuna politica che incentivi i collezionisti e favorisca gallerie e artisti. Il regime fiscale a cui siamo sottoposti è un vero limite per il collezionista italiano», aveva dichiarato al Sole24ore, rimarcando: «Il nostro è un settore dove solo la maestria e la tenacia degli attori garantisce la sussistenza del sistema. Anche perché altro grosso limite e pericolo sono i tanti collezionisti speculatori che riempiono fiere e aste. Ci sono veri e propri trend che si possono individuare nell’ascesa e caduta di giovani artisti, che vengono mangiati, digeriti e sputati da questo sistema fatto solo per macinare denaro».
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