Dall’Informale al materiale, attraverso la pittura: una parabola di ricerca sul linguaggio espressivo più presente nella storia dell’arte, quella di Oscar Piattella, morto il 26 gennaio 2023, a 90 anni. Nato a Pesaro nel 1932, si è spento all’ospedale di Urbino, dove era stato ricoverato per l’aggravarsi delle sue condizioni di salute. Dal 1957 risiedeva e lavorava a Cantiano, paese originario della moglie.
Il 31 marzo scorso, nel giorno del suo novantesimo compleanno, Piattella fu omaggiato nella sala del consiglio del municipio di Pesaro e l’artista donò alla città il “Polittico per Pesaro”, opera parte del corpus della produzione più recente, realizzata per la mostra “Oscar Piattella. Disgregazione ed unità. Solcando la misura rinascimentale di Urbino”, allestita al Centro Arti Visive Pescheria nel 2020.
Laureato a Urbino nel 1955 in Farmacia, Oscar Piattella è stato tra i protagonisti del rinnovamento artistico italiano degli anni ’50, insieme ad altre personalità quali Arnaldo e Giò Pomodoro, Giuliano Vangi, Loreno Sguanci, Nanni Valentini, ai quali fu legato da una intensa amicizia. Dagli inizi figurativo, spostò la sua ricerca verso il movimento dell’Informale, che in quegli anni iniziava a diffondere in Europa. Già nella seconda metà degli anni ’50 iniziò a esporre in prestigiose mostre in Italia e all’estero, conoscendo artisti del calibro di Alberto Burri, Lucio Fontana, Enrico Castellani. Nel 1958, Franco Russoli, allora direttore della Pinacoteca di Brera, organizzò una sua mostra alla Galleria L’Ariete di Milano. Il suo lavoro si snodò, nel corso degli anni Sessanta e Settanta, in modo del tutto autonomo e solitario ma mai avulso dalla contemporanea ricerca europea alla quale Piattella guardava con estrema attenzione.
Molte le partecipazioni ad avvenimenti internazionali e le esposizioni personali, tra cui a Milano (1958, 1968, 1973, 1975), Roma (1960, 1970, 1971, 1978, 1980, 1987), Torino (1973), Urbino (1987, 2017), Bologna (1988), Parigi (1989, 1997), Perugia (1991, 2019), Taiwan (1997, 2000), Genova (1998), Pesaro (1982, 2002, 2020), Tours (2006), Gubbio (2010), Tournay (2013), Monte Vidon Corrado (2016).
«Il mio lavoro è incentrato sulla considerazione dei materiali che oggi ho arricchito con tufi macinati gialli e grigio-azzurri, oro bianco e giallo, conchiglie tritate a partire dai gusci delle cozze con cui ottengo una polvere grigia madreperlacea stupenda, carbone tritato, sabbie di tutti i tipi, soprattutto quella di Ladispoli (quasi dorata) e nera; poi foglie con cui ottengo calchi negativi e positivi, frammenti di madreperla da conchiglie meleagrine, insomma un universo di materiali compresi gli ossidi e tutte le terre colorate… polvere, polvere, polvere!», così Piattella raccontava il suo approccio all’arte.
Fino al 4 marzo, presso lo Spazio Made in Tomboy di Senigallia, è visitabile una sua mostra, “Quando nasce l’azzurro”, nell’ambito di un progetto espositivo a cura di Alberto Mazzacchera che intende proporre una serie di eventi annuali per far dialogare le arti in sedi “non convenzionali”. In questa occasione, si apre il dialogo tra arte e moda, con l’incontro tra Oscar Piattella e il designer senigalliese Luca Bucari, fondatore del brand madeintomboy.
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