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Addio a Patrizia Cavalli, poetessa raffinata e vicina alla bellezza quotidiana delle cose
Personaggi
di redazione
Poetessa tanto raffinata nella metrica quanto vicina alla quotidianità delle cose, scrittrice, protagonista del rinnovamento della lingua letteraria italiana contemporanea, acuta traduttrice e tradotta in tutto il mondo, Patrizia Cavalli è morta a Roma oggi, 21 giugno, a 75 anni, al termine di una lunga malattia. La notizia è stata immediatamente ripresa dai social network, con migliaia di post tratti dai suoi conosciutissimi e amati componimenti. La camera ardente di Patrizia Cavalli sarà allestita venerdì, 24 giugno, dalle 10 alle 12:30, nella Sala della Protomoteca in Campidoglio, a Roma.
Nata a Todi, il 17 aprile 1947, nel 1968 Patrizia Cavalli si trasferì a Roma. Qui ebbe modo di frequentare il vivace ambiente culturale, stringendo una intensa amicizia con Elsa Morante, alla quale dedicò, nel 1974, la sua prima raccolta, “Le mie poesie non cambieranno il mondo”, pubblicata da Einaudi, che sarebbe divetata la casa editrice della maggior parte dei suoi libri. Nel 1976 venne inserita nell’antologia “Donne in poesia – Antologia della poesia femminile in Italia dal dopoguerra ad oggi”, insieme ad autrici di primo piano come Maria Luisa Spaziani, Vivian Lamarque Amelia Rosselli e Anna Maria Ortese. Nel 1981 un’altra importante raccolta di poesie, “Il cielo”, seguita, nel 1992 da “L’io singolare proprio mio”. Le tre sillogi saranno riunite da Einaudi in un volume “Poesie (1974-1992)”.
«C’è sempre una forte sensazione di vivibilità estrema d’ogni momento, un vivere innamorato senza rimedi, tra “grazia” e “disgrazia” come è detto ad un certo punto; che però va a concludersi in una figurazione verbale molto composta, in un modo espositivo che fa pensare alla poesia antica», scriveva Gianni Celati, introducendo la poesia di Cavalli.
Forte anche il suo interesse per il teatro. Sempre per l’editore Einaudi tradusse “Anfitrione” di Molière e il “Sogno di una notte di mezza estate” e “Otello” di Shakespeare. La sua unica prova narrativa fu “Con passi giapponesi”, pubblicato nel 2019 e vincitore del Premio Campiello, per la selezione Giuria dei Letterati. Nel 2020, l’ultimo libro di poesie, la raccolta “Vita meravigliosa”:
Cosa non devo fare
per togliermi di torno
la mia nemica mente:
ostilità perenne
alla felice colpa di esser quel che sono,
il mio felice niente.