Cantante, ballerina, attrice, presentatrice in televisione, voce alla radio, autrice, icona della cultura visiva contemporanea italiana, Raffaella Carrà è morta oggi, a 78 anni, a seguito di una malattia che, da tempo, l’aveva attaccata. A dare l’annuncio, Sergio Japino, compagno storico di Raffaella Carrà: «Raffaella ci ha lasciati. È andata in un mondo migliore, dove la sua umanità, la sua inconfondibile risata e il suo straordinario talento risplenderanno per sempre». Oltre al legame sentimentale, tra i due era attivissima una collaborazione professionale, in programmi seguitissimi dal pubblico, come Fantastico e Carràmba! che sorpresa. Prima di Japino, Raffaella Carrà fu legata per molto tempo anche a Gianni Boncompagni, autore dei suoi maggiori successi musicali. La data dei funerali deve essere ancora comunicata.
Più di 60 milioni i dischi venduti nel corso della sua carriera, che l’ha portata all’apice dello star system non solo in Italia. Nell’autunno 2020 il Guardian l’ha nominata sex symbol europeo. «Con la scomparsa di Raffaella Carrà se ne va la Signora della televisione italiana. Una donna di grande talento, passione e umanità che ci ha accompagnato per tutta la vita. Addio Raffaella», così ha commentato il Ministro della Cultura Dario Franceschini, dopo aver appreso della notizia della scomparsa di Raffaella Carrà.
Raffaella Maria Roberta Pelloni nacque a Bologna, il 18 giugno del 1943, da padre emiliano e madre siciliana. Poco dopo la sua nascita i genitori si separarono e Raffaella trascorse la sua infanzia tra il bar del padre e la gelateria di Bellaria-Igea Marina, dove ebbe modo di seguire in TV la trasmissione “Il Musichiere”, imparando a memoria titoli, balletti e ritornelli delle canzoni. A otto anni si trasferì a Roma, prima presso l’Accademia Nazionale di Danza, fondata dalla ballerina russa Jia Ruskaja, poi al Centro sperimentale di cinematografia, dove si sarebbe diplomata nel 1960 ma già all’inizio degli anni ’50 partecipò al suo primo film: Tormento del passato, di Mario Bonnard. Tante le partecipazioni negli anni ‘60, come ne I compagni (1963) di Mario Monicelli e nell’hollywoodiano Il colonnello Von Ryan (1965) di Mark Robson, ove ebbe come partner Frank Sinatra. Fu in questo periodo che iniziò a usare lo pseudonimo di Raffaella Carrà, su consiglio del regista Dante Guardamagna che, appassionato di pittura, associò il suo vero nome, Raffaella, che ricorda il maestro del Rinascimento Raffaello Sanzio, al cognome del futurista Carlo Carrà.
La svolta negli anni ’70, a seguito della decisione di lasciare la recitazione cinematografica, dove non aveva riscosso grande successo, per passare alla televisione. Il passaggio al piccolo schermo fu decisivo, oltre che scioccante: Raffaella Carrà infatti portava nelle case degli italiani nuovo stile di showgirl, dinamico e provocante. Come quando, al fianco di Corrado, in Canzonissima, cantava a ombelico scoperto durante la sigla di apertura Ma che musica maestro!, che raggiunse le vette delle classifiche, vendendo 200mila copie. Nel 1974 l’affermazione definitiva, nel seguitissimo varietà Milleluci, presentato insieme a Mina. Sul finire degli anni ’70 curò in particolare la sua carriera nel campo musicale, affermandosi in tutta Europa, in particolare in Spagna, e in America Latina. Nel 1978, uno dei suoi successi immortali: Tanti auguri, la sigla iniziale del varietà Ma che sera, con il ritornello «Come è bello far l’amore da Trieste in giù».
Nel 1981 presentò Millemilioni, il primo esperimento di cooperazione televisiva internazionale: cinque speciali, ognuno dei quali girato in una diversa capitale, tra Buenos Aires, Città del Messico, Londra, Roma e Mosca. Nel 1982, con Corrrado, Gigi Sabani e Renato Zero presentò Fantastico 3, un programma dalla media di 25 milioni di spettatori a puntata, con un piccolo giallo: la sigla d’apertura, la celebre Ballo ballo, cantata dalla stessa Carrà, fu accusata di essere un plagio del brano Eleanor Rigby dei Beatles. Fu quindi scelta per un altro programma sperimentale, Pronto, Raffaella?, il primo programma di mezzogiorno della Rai che prevedeva l’interazione in diretta con il pubblico, coinvolto attraverso vari giochi telefonici, tra cui quello famosissimo dei fagioli.
Nel 1987 passò alla Fininvest, con un contratto miliardario della durata di due anni. La prima apparizione su Canale 5 risale al 27 dicembre 1987: in seconda serata venne trasmesso uno speciale dal titolo Benvenuta Raffaella. Ma negli anni ’90 ritornò in Rai e, nel 1995, fu la volta di un altro capostipite della televisione: Carràmba! Che sorpresa, programma durante il quale gli ospiti vivevano in prima persona incontri con parenti e amici persi di vista da tempo. Tanti i programmi anche negli anni ’00, come i talent-show Forte forte forte e The Voice of Italy.
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