Tra i pionieri del Minimalismo e della Land Art, conosciuto in tutto il mondo per le sue grandi sculture dalla geometria nuda, nitida e ariosa, come archi e spirali, spesso realizzate in acciaio ossidato e installate in spazi pubblici, Richard Serra è morto il 26 marzo, nella sua casa di Long Island, a New York, per una polmonite, a 85 anni. Le sue opere sono state esposte nei musei di tutto il mondo, dal Museo Guggenheim di Bilbao, in Spagna, dove le 1304 tonnellate di acciaio ossidato di The Matter of Time occupano l’atrio principale, al LACMA di Los Angeles, con la ellisse di Band, lunga più di 20 metri, fino al Museo Madre di Napoli. Nella città partenopea, nel 2003, Serra realizzò un’opera monumentale, intitolata Naples, per il progetto di installazioni pubbliche a Piazza Plebiscito.
Nato il 2 novembre 1938 a San Francisco, da padre spagnolo, maiorchino, e madre russa, di Odessa, Serra studiò letteratura inglese all’Università di Berkeley e, in seguito, all’Università di Santa Barbara, tra il 1957 e il 1961. Intraprese il suo percorso nell’arte dal 1961, studiando all’Università Yale, fino al 1964. Qui entrò in contatto con l’ambiente artistico e strinse rapporti in particoalre con Josef Albers, attraverso il quale ebbe modo di approcciarsi alle ricerche sulle interazioni cromatiche. In quegli anni, per mantenersi, iniziò a lavorare in una acciaieria: questa esperienza ne avrebbe poi condizionato in maniera significativa la ricerca artistica.
Recatosi in Europa grazie a una borsa di studio, dal 1964 al 1966, Serra visse tra Parigi e Roma, avvicinandosi alle esperienze emergenti della Pop Art e dell’Arte Povera. Nel 1966 presentò le sue opere, una serie di gabbie contenenti animali vivi e impagliati, in una prima mostra personale alla galleria romana La Salita. La sua esperienza in Italia è stata recentemente raccontata in un talk al MACRO di Roma. Tra il 1967 e il 1969, ritornato stabilmente a New York, entrò in contatto con artisti come Robert Smithson e Robert Morris, affinando la sua linea formale. Fu in quel periodo che Serra iniziò a sperimentare l’utilizzo di diversi materiali, dalla gomma al neon, fino alle immagini in movimento, per esprimerne le tensioni profonde ma sempre in chiave essenziale.
La sua produzione di video si è concentrata in particolare dal 1968 al 1979, collaborando anche con diversi artisti tra cui Joan Jonas e Nancy Holt. I suoi primi film, Hand Catching Lead (1968), Hands Scraping (1968) e Hand Tied (1968) prevedono la messa in evidenza di una serie di azioni, con mani che cercano di afferrare il piombo che cade o che agitano dei trucioli di piombo oppure che si sciolgono da lacci.
Nel 1977 partecipò a Documenta 6 a Kassel, mentre nel 1981, anno in cui sposò la storica dell’arte Clara Weyergraf, Serra installò Tilted Arc, un arco leggermente curvato, alto 3,50 metri, in acciaio dolce a Federal Plaza, New York. L’opera però non fu particolarmente apprezzata dal pubblico e a seguito di un’assemblea, nel 1985, fu deciso di spostarla. Nonostante le proteste dell’artista, che sosteneva di aver ideato l’opera appositamente per quel luogo e che quindi non poteva essere spostata, l’opera fu smantellata, il 15 marzo. Nonostante questo rapporto contrastato, New York è stata una città accogliente: la prima retrospettiva del suo lavoro si è tenuta al MoMA nel 1986, che ha ospitato anche una seconda retrospettiva, nel 2007, mentre una ampia mostra di disegni è stata presentata al Metropolitan. Nel 2019 Serra ha donato tutte le sue opere cinematografiche e video al MoMA.
Dopo un lungo periodo di turbolenze, tra dimissioni, censure e ingerenze della politica, documenta apre un nuovo capitolo con la…
Il museo MASI di Lugano presenta le mostre del programma espositivo del 2025: dal surrealismo contemporaneo di Louisa Gagliardi al…
Arte e inclusione per le Paralimpiadi di Milano-Cortina 2026: dal Museo di Cavalese al Lagazuoi Expo Dolomiti, il progetto diffuso…
L’esplorazione è continua e varia come ciò che ci rigetta il mare, non c’è discriminazione tra una conchiglia e un…
Un dialogo nel paesaggio appenninico: a Bologna, Alchemilla presenta il progetto fotografico nato nel 2014 dalla collaborazione tra gli artisti…
Funghi in velluto, nature morte e tele preziose: nelle sale al piano nobile del Museo di Palazzo Grimani si intrecciano…