Il mondo dell’arte piange la morte di Fabrizio Gazzarri, artista sensibile e meditativo, storico collaboratore di Emilio Vedova, direttore dell’Archivio e della Collezione della Fondazione Emilio e Annabianca Vedova e membro del Consiglio di amministrazione. La notizia della scomparsa, avvenuta il 7 luglio, è stata annunciata dalla Fondazione Vedova: «Per tutti noi, che abbiamo lavorato con gioia ed entusiasmo con lui in questi anni, è una perdita incommensurabile».
«La sua ricerca artistica ricca di umanità, intensità, impegno sociale e bellezza ci ha profondamente ispirato e continuerà a farlo in futuro», scrive in un messaggio Francesco Pandian, fondatore di Artericambi, galleria con la quale Gazzarri aveva iniziato a collaborare dal 2017. «Ci stringiamo al dolore della famiglia, dei colleghi e di tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo».
Fabrizio Gazzarri iniziò a dipingere nel 1973, nello studio di suo padre, scultore, decidendo di dedicarsi all’arte. Nel 1980 iniziò a insegnare all’Accademia di Belle Arti di Venezia come assistente al Corso di Pittura di Emilio Vedova e, nel 1988, alla Sommerakademie di Salisburgo. Dal 1980 è stato assistente e poi collaboratore di Emilio Vedova – che morì nel 2006 – anche nel suo studio, partecipando e contribuendo attivamente alla complessa e articolata attività, seguendo la realizzazione di numerosissime mostre, ospitate nelle più importanti istituzioni, musei e gallerie in Italia e nel mondo, e la stampa di libri e cataloghi. L’ultima mostra alla quale ha lavorato, “Rivoluzione Vedova” è attualmente in esposizione all’M9 – Museo del ‘900 di Mestre.
Nel 2003 si trasferì all’Accademia di Belle Arti di Brera e collaborò, per alcuni anni, al Corso del compianto Alberto Garutti. Continuando a insegnare con passione, curò alcune mostre di giovani artisti in Italia e all’estero come, nel 1997, “Due Dimensioni – Zwei Dimensionen, Arte Giovane in Italia e Germania”, con M. Leyer-Pritzkow e Luigi Viola, a Venezia e Colonia. Nel 2006 fu nominato Direttore della Fondazione Emilio e Annabianca Vedova, occupandosi anche dell’Archivio e Collezione e dell’attività espositiva. Tra le mostre curate alla Fondazione Vedova, nel 2018, “Renzo Piano. Progetti d’Acqua”, nel 2017 “Emilio Vedova De America”, nel 2016 “Emilio Vedova Disegni”, con Germano Celant, “Vedova e Baselitz” al Museo di Duisburg.
Nell’ottobre 2018 realizzò l’imponente installazione Rosario delle Assenze (2004-2018) negli spazi dell’ex-caserma di Santa Marta a Verona, già presentata anche ad ArtVerona. Le opere di Gazzarri emanano «Un magnetismo spirituale capace di far entrare lo spettatore in una dimensione altra: della propria percezione e della propria coscienza», scrive Diego Mantoan, in occasione di una mostra ospitata da Artericambi nel 2019. «La superficiale monocromia dei dipinti non si ferma al colore né al movimento, bensì eleva la mente e il corpo in uno stato di estasi contemplativa. E a un tratto ci si ritrova in perfetta sintonia col tutto: un equilibrio sottile come una linea, teso come una corda, eppure assoluto come un algoritmo inafferrabile».
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