Beh c’è stato molto impegno, energia profusa da tante persone. La città si conferma
una città laboratorio, erano anni che non vedevo spuntare così tante giovani
proposte.
Sotterri l’ascia di guerra e le
bordate contro il bluff della Torino contemporanea e i dieci anni di fallimenti
nell’amministrazione culturale della città?
Certo che no! Trovo sempre scandaloso che la Gam, che si chiama Galleria
Civica di Arte Moderna, non abbia nemmeno una sala dedicata ad artisti torinesi.
Il problema di fondo è che si è voluto dare alla città l’aspetto di un’enorme
vetrina in cui sono stati messi in esposizione grandi nomi, trascurando però i
locali. C’è di più: Torino, a differenza di città come Basilea, Anversa,
Rotterdam, Valencia, che hanno le stesse dimensioni, non ha trovato qualcosa di
specifico che le caratterizzi.
Come presidente
del Circolo dei Lettori, oggi presenti il nuovo libro di Bonami e il 29 quello
di Sgarbi. Con Sgarbi corre buon sangue; nella fascetta del tuo Da che arte stai? è citato l’elogio con
cui il nuovo curatore del Padiglione Italia ti ha nominato “il miglior curatore italiano”. Bonami,
invece, non è mai stato tenero nei tuoi confronti, e tu nei suoi: prevedi
scintille?
Rispondo al complimento di Vittorio dicendo che nessuno sa
parlare in pubblico come lui, con tale profondità di contenuti. Con Bonami ci
siamo scannati parecchie volte, è vero, però mi è simpatico e nel suo nuovo
libro, Dal Partenone al Panettone, mi
sembra di intuire una sua mutazione genetica.
Una mutazione dovuta
al fatto che parte dall’arte antica per arrivare al presente?
Sì, sembra usare la storiografia come lettura del
presente, invece di fare come ha sempre fatto, usando il presente come rilettura
di se stesso. Ma non vorrei fornirgli chiavi di lettura troppo intelligenti.
Comunque rimane l’impressione di un cambio di rotta, a mio avviso positivo, che
è cominciato con Italics, quando Bonami ha cominciato a guardarsi
indietro e a non pensare che basti esser vivi per esser contemporanei.
Da Sgarbi, invece,
non ti saresti aspettato una libro sull’arte contemporanea invece del solito
libro sulle bellezze dell’Italia del passato?
Ma no, alla fine quelle di Sgarbi nella contemporaneità
sono solo delle incursioni.
Saranno solo incursioni,
ma l’hanno portato a curare il Padiglione Italia. Cosa ti aspetti dal tuo
successore?
Mi aspetto una mostra che rifletterà il carattere e la
libertà d’animo del personaggio, sicuramente se ne parlerà e se ne parla già
molto. L’idea di coinvolgere decine di curatori che arrivano da varie
discipline è una gran trovata, non solo in termini della vivacità e nuove prospettive
che possono portare, ma anche perché le critiche al Padiglione ricadranno automaticamente
su personaggi come Umberto Eco, Eugenio Scalfari, Umberto Veronesi, Giovanni Sartori, Furio Colombo, Ferzan
Ozpetek, che Sgarbi ha chiamato a collaborare con lui.
Il 2011 sarà anche
l’anno del 150enario dell’unità. Che ne pensi delle mostre che Celant curerà
sull’Arte Povera?
Come diceva Manganelli, “non l’ho letto e non mi piace”. Comunque, in tema Arte Povera ho già
detto e scritto molto, posso solo aggiungere che il fatto che proprio questa
corrente venga usata per celebrare l’unità la dice lunga sulla cultura di
sinistra, ancora chiusa nel giogo sessantottino e sempre più simbolo di un
potere elitario, ipocrita e noioso.
A proposito del legame tra
cultura e politica, non sei forse stato nominato prima curatore del Padiglione
Italia e poi presidente del Circolo dei Lettori proprio grazie agli stessi
meccanismi che critichi?
Certo, la mia nomina la Circolo dei Lettori è puro spoil system. Il fatto è
che ci si stupisce solo quando è il centro-destra a usarlo, quando è la
sinistra a farlo tutti pensano sia normale. Molti dicono che sia un
raccomandato mentre nessuno critica Rivoli, che è un’istituzione che spende una
valanga di soldi e i cui direttori non sono riusciti a far di meglio che aprire
il nuovo ciclo di mostre con una collettiva data in mano a un curatore esterno,
o la Gam che fa due mostre l’anno. Io con 60mila euro ho organizzato una mostra
che aprirà il 3 febbraio e che porterà negli spazi del Museo di Scienze
Naturali 15 anni di arte torinese.
Immagino ci saranno Galliano,
Pusole, Bolla… che poi sono anche tre dei cinque artisti coinvolti nel
progetto 5×5=75 promosso dall’assessore regionale alla cultura Michele Coppola.
Non hai paura che si dica: “Ecco, Beatrice
chiama sempre i soliti”?
Gioni è uno che lavora sempre con i soliti. Io lavoro con un mucchio di
gente, talmente tanta che non me li ricordo tutti, certo con quelli che ritengo
più validi continuo a lavorare nel tempo. L’unica critica che, al limite, mi si
può fare, è che sono troppo ecumenico, lavoro con gente brava e con gente che
lo è meno. Comunque l’importante, in fondo, non è lavorare con tutti, ma capire
i gradi di importanza da dare alle cose.
Come Angela Tremonti?
Guarda che è una persona simpatica, certo non è un’artista geniale, ma comunque
ha qualcosa da dire. Se invece di quel cognome si fosse chiamata Berlinguer, o
via dicendo, nessuno avrebbe avuto nulla da dire. Comunque scrivi pure che per
il testo critico ho preso 4mila euro più Iva.
Ma scusa, chi te lo fa fare di
lavorare con tutti quelli che te lo chiedono? Non ti conviene fare un po’ il
sostenuto?
Ma no, io sono un fenomenologo che si interessa di tutto. Sono un critico nazional-popolare
che adora lo spirito di Paratissima
perché non è la solita cosa verticale che parte dalle élite e raggiunge poche
persone, ma al contrario dà una scossa al mondo culturale partendo dal basso e
coinvolgendo tutti.
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Circolo dei Lettori – Palazzo Graneri della Roccia
Via Bogino, 9 (zona piazza
Castello) – 10123 Torino
Info: tel. +39 0114326827; info@circololettori.it; www.circololettori.it
[exibart]
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non c'è bisogno di sottoporre gli altri ad uno schieramento.
ti invitano a una mostra e tu sei libero di dire sì o no. la politica si fa nei piccoli gesti quotidiani, non facendo discriminazioni.
le scelte sono sempre rispettabili.
Non esiste politico moderno che si arroga il potere di gestire la cultura. Ma si sa, siamo in Italia e i politici o amministratori sono scelti in base al nome (Moratti Letizia) o alla devozione (Bondi), non in base anche a un minimo di capacità o esperienza. Ma questo asservimento della cultura al potere politico è anche una prerogativa della sinistra, di cui negli anni passati è stata maestra. Perché l’Italia, destra o sinistra, è un paese in ostaggio di politici senza ritegno.
(citaz. giancarlo politi -flash art- in lettere al direttore)
http://www.youtube.com/watch?v=TWVUUkso6Ow
http://www.youtube.com/watch?v=zDZYhDfyj94
battiato è un leccaculo e ha sempre e solo fatto musica ridicola spacciata per colta, ridicola che si prende sul serio: LA PEGGIORE.
Non sei omologato per capire una musica così spirituale e raffinata, certo non è lady Gaga:coloro che stanno con berlusconi, o lato B che sia, sono gli unici donatori viventi di cuore e cervello, sostituiti da una manciata di euro. Se sei deputato sono circa 500.000, in cambio della dignità.
@118
hai assolutamente ragione non sono abbastanza omologato per ascoltarmi quella pretenziosa popcaccola poppolitically correct fintospirituale di franca battiato . preferisco 1000 volte beyoncè e kelly rowland che sculettano, almeno sono vere sciocche sanno cantare non cantano con la vocetta in falsetta . lady caga non mi piace sorry .
http://www.youtube.com/watch?v=R2LavgbBI4c
Caro Luca,
potresti spiegarci perchè una ventina di artisti non hanno voluto partecipare alla tua mostra su Torino?
Eppure sei una persona simpatica.
Venti, non due.
E poi potresti spiegarci come fai a sostenere una persona senza la minima dignità, senza valore politico e morale come il premier?
a parte che gli artisti non partecipanti sono meno di venti!
a parte questo.
non partecipano perchè troppo radical chic. troppo impegnati a fare strategie invece di lavorare e progettare.
troppo furbi.
la pugno che è una di quelle che non partecipa ora fa comunella con chi le torna utile! artisti da salotto che si galvanizzano perchè parte di un gruppo. ma de che?