Sarà Cecilia Alemani a curare la prossima Biennale d’Arte Contemporanea di Venezia, una nomina arrivata in ritardo rispetto agli altri anni, visto che, nelle edizioni precedenti, l’incarico per la futura curatela veniva attribuito a ridosso della chiusura. La decisione è stata presa questa mattina, al termine della riunione del Cda della Biennale di Venezia, presieduta da Paolo Baratta. Sarà dunque una italiana, per di più curatrice del Padiglione italiano alla Biennale d’arte del 2017, dopo diverse nomine internazionali. L’ultimo direttore è stato Ralph Rugoff, prima di lui Okwui Enwezor e Christine Macel. L’ultimo italiano incaricato come direttore della Biennale d’Arte di Venezia è stato Massimiliano Gioni, marito di Cecilia Alemani. Ma nella lunga storia della Biennale d’Arte ci sono moltissime personalità di primissimo piano della cultura italiana, come Francesco Bonami, Germano Celant, Achille Bonito Oliva e Maurizio Calvesi, per non andare troppo indietro con gli anni.
Cecilia Alemani, curatrice con all’attivo numerose mostre su artisti contemporanei, attualmente è responsabile e capo curatore di High Line Art, programma di arte pubblica della High Line. In occasione della nomina a curatore della Biennale d’arte Contemporanea 2021, Cecilia Alemani ha dichiarato: «È un grandissimo onore poter assumere questo ruolo in una delle istituzioni italiane più prestigiose e riconosciute al mondo. Come prima donna italiana a rivestire questa posizione, capisco e apprezzo la responsabilità e anche l’opportunità offertami e mi riprometto di dare voce ad artiste e artisti per realizzare progetti unici che riflettano le loro visioni e la nostra società».
«La scelta di Cecilia Alemani come curatrice della 59. Esposizione Internazionale d’Arte conferma la capacità di visione della presidenza di Paolo Baratta che, nell’affidare per la prima volta a una donna italiana l’intera progettazione artistica, prosegue nell’opera di innovazione e rilancio di una delle più importanti istituzioni culturali incrementandone il già notevole prestigio internazionale consolidato attraverso una conduzione attenta e illuminata. Cecilia Alemani ha curato il Padiglione Italia nel 2017 e sono sicuro che il suo nuovo progetto sarà ugualmente coraggioso e innovativo», ha commentato il ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini.
Cecilia Alemani, nata a Milano, nel 1977, ha conseguito la laurea in Filosofia presso l’Università degli Studi di Milano e un master in studi curatoriali per l’arte contemporanea presso il Bard College di New York, dove attualmente vive. Dal 2011 è la direttrice e capo curatrice di High Line Art, il programma di arte pubblica presentato dalla High Line, il parco urbano sopraelevato costruito su una ferrovia abbandonata di New York. Oltre a commissionare e produrre progetti ambiziosi con alcuni degli artisti più influenti di oggi, tra cui El Anatsui, John Baldessari, Phyllida Barlow, Carol Bove, Sheila Hicks, Rashid Johnson, Barbara Kruger, Zoe Leonard, Faith Ringgold, Ed Ruscha, Nari Ward e Adrián Villar Rojas, Alemani ha anche lanciato l’High Line Plinth, un nuovo programma di opere monumentali inaugurato a giugno 2019 con Brick House, una scultura dell’artista Simone Leigh.
Nel 2017, Alemani ha curato il Padiglione Italia alla Biennale di Venezia, 57. Esposizione Internazionale d’Arte. La mostra, intitolata “Il Mondo Magico“, ha presentato nuove commissioni su larga scala di Giorgio Andreotta Calò, Adelita Husni-Bey e Roberto Cuoghi. Nel 2018 ha curato, in collaborazione con la città di Buenos Aires e Art Basel Cities, “Hopscotch” (Il gioco del mondo), una mostra di arte pubblica che ha celebrato il ricco ecosistema culturale della città argentina.
Prima di rivestire questi ruoli, Alemani ha lavorato come curatrice indipendente collaborando con musei come la Tate Modern (Londra) e il MoMA PS1 (New York), istituzioni no profit come Artists Space e Art in General (New York) e fondazioni private come la Deste Foundation. Dal 2009 al 2010 ha diretto lo spazio sperimentale X Initiative a New York, dove ha organizzato mostre di Keren Cytter, Hans Haacke, Derek Jarman, Tris Vonna-Michell e molte altre.
La prima volta che Rivoli aprì i battenti, il Muro di Berlino non era ancora caduto. Molti i fatti, le…
John Galliano lascia Martin Margiela: ripercorriamo un rapporto decennale, costellato di successi e rivoluzioni nella moda, in attesa dell’asta di…
In occasione della sua mostra al Contemporary Cluster di Roma, abbiamo raggiunto Maurizio Mochetti per farci raccontare la sua idea…
Dopo un lungo periodo di turbolenze, tra dimissioni, censure e ingerenze della politica, documenta apre un nuovo capitolo con la…
Il museo MASI di Lugano presenta le mostre del programma espositivo del 2025: dal surrealismo contemporaneo di Louisa Gagliardi al…
Arte e inclusione per le Paralimpiadi di Milano-Cortina 2026: dal Museo di Cavalese al Lagazuoi Expo Dolomiti, il progetto diffuso…