«È con grande tristezza – scrive Kira Perov, moglie, collaboratrice creativa di lunga data e direttrice dello studio – che Bill Viola Studio condivide la notizia della morte di Bill Viola, uno dei principali artisti contemporanei del mondo. È mancato serenamente a casa il 12 luglio, all’età di 73 anni. La causa è stata la malattia di Alzheimer».
Nato il 25 gennaio 1951 a New York, Viola ha rivoluzionato il mondo dell’arte con le sue installazioni video che esplorano temi profondamente umani e universali, dalla nascita alla morte passando per lo sviluppo della coscienza e la conoscenza di sé. Poco più di un anno fa (ne avevamo parlato qui) Palazzo Reale lo omaggiava in un viaggio pieno di emozioni e spiritualità con una mostra che raccoglieva 15 capolavori che avevano come protagonisti persone, corpi e volti interagenti con quattro elementi propri della natura: l’acqua e il fuoco – simbolici per il passaggio dalla vita alla morte – la luce e il buio.
Nella summa opera di Viola è possibile riconoscere le tradizioni spirituali del Buddhismo Zen, del Sufismo Islamico e del Misticismo Cristiano – «Penso che la religione sia l’essenza dell’umanità. Voglio dire che è l’essenza di tutte le arti, e con questo non intendo l’arte soltanto come arte visiva, ma intendo le arti della scienza, della conoscenza e della tecnologia. Tutto viene fuori da questo senso di meraviglia e di paura» – e anche l’influenza dell’arte rinascimentale: è proprio dallo studio dell’immaginario medievale, rinascimentale e manierista, in dialogo con pale d’altare, polittici e dipinti votivi, Viola ha sviluppato una composizione dell’immagine che si concretizza nella costruzione di elaborate scene teatrali ispirate alla tradizione storico-artistica occidentale e cinematografica, con ambientazioni, attori, scenografie, disegno luci, fotografia, oltre che un regista. Il suo legame con l’Italia è ben noto, il nonno paterno era nato in provincia di Varese e lui all’età di ventitré anni, dopo la laurea, ha lavorato per diciotto mesi a Firenze presso uno dei primi centri italiani di produzione di videoarte. Poi nel nel corso del tempo sono arrivati diversi inviti per mostre da Roma, Varese, Torino, Firenze e Venezia.
La fascinazione di Viola per il mondo del video risale al 1960 e da i primi anni Settanta le sue opere di videoarte sono state esposte in tutto il mondo. Tra le mostre ricordiamo Bill Viola: Installations and Videotapes, (MoMA, New York, 1987); Bill Viola: Unseen Images, sette installazioni in tournée in sei sedi europee, 1992-1994, organizzata dalla Kunsthalle Düsseldorf e da Kira Perov. Viola ha rappresentato gli Stati Uniti alla 46a Biennale di Venezia nel 1995 con Buried Secrets, una serie di cinque nuove opere installative. Nel 1997 il Whitney Museum of American Art ha organizzato Bill Viola: A 25-Year Survey, che comprendeva oltre 35 installazioni e videotape e che ha viaggiato per due anni in sei musei negli Stati Uniti e in Europa. Nel 2002 Viola ha completato il suo progetto più ambizioso, Going Forth By Day, un ciclo di affreschi digitali proiettati in cinque parti, la sua prima opera in video ad alta definizione, commissionata dal Deutsche Guggenheim di Berlino e dal Guggenheim Museum di New York. Bill Viola: The Passions, una nuova serie ispirata all’arte tardo-medievale e del primo Rinascimento, è stata esposta al J. Paul Getty Museum di Los Angeles nel 2003 ed è stata poi esposta alla National Gallery di Londra, alla Fondación “La Caixa” di Madrid e alla National Gallery of Australia di Canberra.
Anche la musica è sempre stata una parte importante della vita e del lavoro di Viola. Dal 1973 al 1980 ha suonato con il compositore d’avanguardia David Tudor come membro del suo ensemble Rainforest, in seguito chiamato Composers Inside Electronics. Viola ha anche creato video per accompagnare composizioni musicali, tra cui Déserts del compositore del XX secolo Edgard Varèse nel 1994 con l’Ensemble Modern e, nel 2000, una suite video di tre canzoni per il tour mondiale del gruppo rock Nine Inch Nails. Nel 2004 ha iniziato a collaborare con il regista Peter Sellars e il direttore d’orchestra Esa-Pekka Salonen per creare una nuova produzione dell’opera di Richard Wagner, Tristan und Isolde, che è stata presentata in forma di progetto dalla Los Angeles Philharmonic nel dicembre 2004 e successivamente al Lincoln Center for the Performing Arts di New York nel 2007. L’opera completa è stata presentata in prima mondiale all’Opéra National de Paris, Bastille, nell’aprile 2005.
Comprendere la sua straordinaria grandezza e visionarie significa riconoscere ciò che che aveva una volta osservato Kira Perov: «Il tempo è malleabile nelle mani di Bill Viola, dove ogni dettaglio del movimento e dell’espressione del viso e del corpo è visibile, dove un momento diventa eternità». Si è spento Bill Viola, ma quel che resterà sarà sempre la sua infinita passione per la vita.
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