Federica Fiumelli, #artOFF – Arte contemporanea in Appennino quest’anno giunge al suo terzo anno di attività. Come si è sviluppato il progetto in questi anni? Se e come la comunità locale ha cambiato il proprio approccio all’arte contemporanea? Che relazione si è instaurata tra gli artisti ed un territorio, quello di Castiglione dei Pepoli, che è fuori dal circuito mainstream?
«#artOFF nasce all’interno dell’associazione culturale Officina 15 a Castiglione dei Pepoli all’inizio del 2017 e dalla voglia comune di sensibilizzare il nostro territorio, quello dell’Appennino, e di aprirlo ai linguaggi dell’arte contemporanea. Scommessa per niente facile e scontata: nonostante ci troviamo a tutti gli effetti in provincia e fuori dal contesto dei centri cittadini, è anche vero che la vicinanza di tre città importanti come Bologna, Prato e Firenze non va sottovalutata, questo dato infatti pone il nostro territorio su un limen strategico, in perenne bilico tra il “fuori” e il “dentro”. Da tre anni seguo personalmente la direzione artistica del progetto, curo quindi la scelta degli artisti, la comunicazione, seguo l’allestimento e gli aspetti più logistici; tutto questo è possibile grazie ad un lavoro di squadra costante. La difficoltà di proporre l’arte contemporanea in una provincia dell’Appennino è alta, il riscontro con gli abitanti è lento ma non impossibile; sfatare i falsi miti e preconcetti legati a questa realtà è una sfida stimolante e riuscire nel tempo ad educare maggiormente lo sguardo delle persone estranee al sistema dell’arte è la missione più grande. I riscontri più interessanti, per ora, li abbiamo ottenuti collaborando con le scuole di diverso grado, attraverso incontri pubblici con gli artisti e laboratori didattici per i più piccoli.
Attualmente invito giovani studenti dell’Accademia o artisti liberi dai vincoli stringenti con le gallerie. Mi piace offrire loro la possibilità di sperimentare liberamente rispetto alle logiche di mercato o di sistema, e di scoprire un luogo naturale che ha tanto da offrire.
Lavorare per progetti site specific, come a bordo lago in occasione di manifestazioni come Lagolandia o di performance nel giardino adiacente ai nostri spazi per eventi come La Via della Lana e della Seta, è stato molto appassionante».
Quali sono gli obiettivi futuri di #artOFF, sia quelli più prossimi che per gli anni a venire?
«#artOFF è un progetto in continua crescita ed evoluzione. L’anno scorso, ad esempio, uno dei ragazzi del nostro team, l’artista e docente Simone Miccichè, ha curato assieme all’artista e curatore newyorkese Paul D’Agostino “Ondate/Waves” una call internazionale di mail art sul tema della migrazione. Ci sono arrivate più di duecento cartoline-opere da tutto il mondo e la mostra, essendo un progetto itinerante, ha trovato casa anche a Berlino e in un altro paese a noi vicino, Riola, presso lo spazio Omniae Studio di Massimiliano Usai (artista presente anche nella nostra programmazione del 2017).
Nel futuro di #artOFF c’è sicuramente la volontà di aprirsi sempre di più a nuovi progetti e a nuove collaborazioni, il luogo in cui ci troviamo non vuole essere un deficit: questo è il messaggio più importante».
Come si è evoluto, in parallelo, il tuo percorso come critica e curatrice?
«Fondare e dirigere un progetto come #artOFF mi ha permesso di misurarmi tantissimo con me stessa e con le mie capacità. È iniziato tutto appena dopo la mia laurea in comunicazione e didattica dell’arte all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Dopo quel primo traguardo ho voluto mettere in campo i miei studi lavorando sodo ad un progetto inizialmente ritenuto da molti folle, soprattutto alla luce della posizione decentrata e dell’attuale spopolamento delle nostre zone che si poteva tradurre in una scarsa affluenza. Inoltre, dovendo contare sulle mie sole risorse, ho sviluppato competenze trasversali: dalla stesura del testo critico, alle attività di ufficio stampa, alla gestione dei social, all’organizzazione di talk, di incontri pubblici e alla creazione di laboratori didattici.
La parte relativa alla comunicazione sui social, per esempio, è stata molto importante per il progetto: condividere con post e stories le varie mostre e i diversi interventi ha permesso anche a persone non fisicamente presenti di seguirci, e questo mi ha dato la possibilità di fare rete e conoscere altri curatori e artisti che hanno colto e apprezzato la mia professionalità (e follia). Ho curato infatti diversi progetti in altri spazi come i fienili del Campiaro di Giorgio Morandi a Grizzana Morandi, a Pievequinta di Forlì nello studio d’artista di Alessandra Gellini PVQ322 (splendido esempio di restauro di un’ex casa del fascio) o nella neonata Galleria Ramo di Como.
Infine, di recente, sono stata nominata tra i curatori della seconda edizione di Maratona di visione – rassegna online di videoarte a cura di Alberto Ceresoli – e invitata, come curatrice/giurata, dal curatore Luca Panaro a giugno al Centrale Festival di Fano.
Concludo, ringraziando tutti coloro che hanno collaborato e continueranno a lavorare con me al progetto #artOFF, dagli artisti allo staff».
Una rassegna di alcuni lotti significativi dell’anno appena volto al termine, tra maestri del Novecento e artisti emergenti in giro…
Arriva in Italia la raccolta di racconti della scrittrice giapponese Suzuki Izumi: un’indagine sulle contraddizioni della società e dell'individuo, attraverso…
In occasione del 130° anniversario della morte dell'artista il Museo d'Orsay di Parigi propone una retrospettiva sul pittore impressionista che…
Il sito di Stonehenge potrebbe essere stato un simbolo di unione tra le antiche civiltà della Gran Bretagna: la nuova…
Lumen requirunt lumine, dice un antico inno liturgico dell’Epifania: seguendo una luce ricercano la Luce. Dalla Notte Stellata di Van…
Quella che il CAC di Ginevra presenta, prima della sua imminente chiusura per lavori di restauro, è la storia della…