Categorie: Personaggi

La curatrice camerunense-svizzera Koyo Kouoh dirigerà la Biennale Arte 2026

di - 3 Dicembre 2024

Dopo Il latte dei sogni del 2022, alla Biennale Arte torna una dirigenza femminile, questa volta internazionale: si tratta della curatrice Koyo Kouoh (Camerun / Svizzera), che ha assunto l’incarico su proposta del presidente della Biennale di Venezia Pietrangelo Buttafuoco. «L’Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia è da oltre un secolo il centro di gravità dell’arte», ha dichiarato Kouoh, che dirigerà la Biennale Arte 2026.

«Artisti, professionisti dell’arte e dei musei, collezionisti, galleristi, filantropi e un pubblico in continua crescita si riuniscono in questo luogo mitico ogni due anni per cogliere il battito dello Zeitgeist. È un onore e un privilegio unici seguire le orme degli illustri predecessori nel ruolo di Direttore Artistico e creare una mostra che spero possa avere un significato per il mondo in cui viviamo attualmente e, cosa più importante, per il mondo che vogliamo costruire. Gli artisti sono i visionari e gli scienziati sociali che ci permettono di riflettere e proiettare in modi che solo questa professione consente» ha concluso. «Sono profondamente grata al Consiglio di amministrazione della Biennale e in particolare al suo Presidente, Pietrangelo Buttafuoco, per avermi affidato questa missione così importante e non vedo l’ora di lavorare con l’intero team».

Koyo Kouoh Photo credit Mirjam Kluka

Contraddicendo quindi le aspettative di chi ipotizzava per la prossima Biennale Arte un curatore italiano dallo sguardo nazionale, Buttafuoco ha puntato su una figura dalla prospettiva panafricana e internazionale, come dimostrano le sue esperienze professionali e il suo percorso di ricerca: Direttrice Esecutiva e Chief Curator dello Zeitz Museum of Contemporary Art Africa (Zeitz MOCAA) a Città del Capo dal 2019 è ha fondato di RAW Material Company, un centro per l’arte, la conoscenza e la società a Dakar, Senegal.

Ha fatto parte del team curatoriale di documenta 12 (2007) e documenta 13 (2012). Nel 2020 ha ricevuto il Grand Prix Meret Oppenheim, prestigioso premio svizzero che riconosce successi nei campi dell’arte, dell’architettura, della critica e delle esposizioni.

Le sue pratiche sono incentrate anche sull’interesse per il femminismo: tra le sue mostre più significative, Body Talk: Feminism, Sexuality and the Body in the Works of Six African Women Artists, organizzata nel 2015 a Wiels, in Belgio. Ha curato Still (the) Barbarians, la 37a edizione di EVA International, la Biennale d’Irlanda a Limerick nel 2016 e ha partecipato alla 57a Carnegie International a Pittsburgh, con “la mostra nella mostra” Dig Where You Stand, che raccoglieva lavori dalle collezioni dei Carnegie Museums of Art and Natural History. Nel 2022 ha diretto l’ottava Triennale della fotografia di Amburgo, riunendo un team curatoriale tutto al femminile e non-binario. Attualmente Koyo Kouoh vive tra Città del Capo, Dakar, Senegal e Svizzera.

Koyo Kouoh. Ph. Antoni Tempé, 2016

«La nomina di Koyo Kouoh alla direzione artistica del Settore Arti Visive è la
cognizione di un orizzonte ampio di visione nel sorgere di un giorno prodigo di parole e
occhi nuovi. Il suo sguardo di curatrice, studiosa e protagonista nella scena pubblica
incontra, infatti, le intelligenze più raffinate, giovani e dirompenti. Con lei qui a Venezia,
La Biennale conferma quel che da oltre un secolo offre al mondo: essere la casa del futuro», ha affermato il presidente della Biennale, che con questa nomina pone le premesse per un progetto di continuità con le precedenti Biennali di Adriano Pedrosa, Lesley Lokko, Cecilia Alemani e Hashim Sarkis, che hanno tentato di offrire punti di vista non-occidentali e inediti su arte e architettura.

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