Categorie: Personaggi

ECCO LA MIA ARTISSIMA

di - 19 Febbraio 2007

Per Artissima si è parlato a lungo di figure di provata esperienza nel mondo delle fiere: Lorenzo Rudolf, Sam Keller o un’alleanza con l’ArteFiera di Bologna. Poi si è affermata la tua candidatura. Come è andata?
Non so esattamente come sia andata. Ida Gianelli mi ha chiamato e mi ha proposto l’incarico. Ovviamente sono lusingato del fatto che la mia candidatura sia partita proprio da lei. Non credo che Samuel Keller sia mai stato candidato, io so che è stato chiamato a Torino per una consulenza.

Non hai esperienze dirette di gestione di fiere d’arte a differenza degli altri candidati che erano stati dati per papabili.
Non ho esperienze dirette di gestione delle fiere d’arte, è vero, e proprio questo potrebbe essere il mio valore aggiunto: le fiere hanno bisogno di rinnovarsi continuamente, quindi meglio cambiare approccio e punto di vista, quando è possibile. Ormai le Fiere sono diventate degli eventi culturali, per questo nel caso di Torino si è preferito un direttore espresso dal mondo della cultura più che un manager puro.

Da critico e curatore che gira il mondo quale reputi attualmente la migliore fiera e perché?
Per quanto riguarda la fiera migliore, rispondo come risponderebbero tutti: Art Basel (sia a Basilea che a Miami) rimane insuperata. Perché? Migliori gallerie, miglior giro di affari, estrema articolazione delle iniziative che accompagnano la fiera, professionalità…

La gestione di Roberto Casiraghi ha dato un’impronta ad Artissima connotandola come fiera dedicata all’arte giovane di qualità, in sostanziale distinzione rispetto alle consorelle di Milano e di Bologna. Questa caratteristica verrà conservata?
Si assolutamente, io vorrei rafforzare proprio questa caratteristica. Immagino Artissima come un osservatorio della giovane arte internazionale. Ovviamente cercherò di portare a Torino anche un gruppo di gallerie con una storia più lunga e consolidata.

I tempi sono strettissimi. Siamo a marzo e la prossima edizione della fiera è attesa per novembre. Ti toccherà trasferirti a Torino lasciando tutti gli altri tuoi incarichi?
Mi trasferirò a Torino, ma non ho intenzione di lasciare New York. Conto di andare negli Stati Uniti frequentemente. Scrivere per me è una esigenza fondamentale, quindi continuerò a collaborare con Flash Art, certo non più come capo della redazione di New York. Io penso alla direzione di Artissima come un’esperienza che possa arricchire il mio bagaglio di conoscenze del sistema dell’arte, in questo senso non voglio lasciare nulla, semmai voglio prendere altro.

Da molti anni vivi a New York. Riuscirai grazie ai tuoi contatti nordamericani ad aumentare ancora il tasso di presenza statunitense ad Artissima?
Io spero di si, almeno questa è la mia intenzione.

La tua grande passione curatoriale e teorica è la scultura. La sezione Constellation di Artissima (probabilmente quella più zoppicante fino ad oggi) potrebbe favorevolmente risentirne?
Oltre alla scultura sono interessato a tutti i linguaggi visivi. Trovo ad esempio la pittura uno degli ambiti più difficili e quindi per questo anche più interessanti della ricerca contemporanea. Per Constellation vedremo: sono appena stato nominato e devo ancora mettermi a lavorare.

Una cosa assolutamente da mantenere ed una assolutamente da modificare rispetto alla passata gestione di Artissima.
Io credo che Casiraghi abbia fatto un ottimo lavoro, quindi tendenzialmente manterrei tutto, cercando ovviamente di aggiungere altre cose. Staremo a vedere se ne sarò capace.

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m. t.

[exibart]

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  • Siamo alla "frutta"...presto un grappino che devo digerire..è atrovce leggere ciò che è stato coraggiosamente pubblicatò,è l'intervista di un calciatore di serie b,che ha paura di sbilanciarsi in quanto sa già che fallira...
    bene bene...SISTEMA ITALIANO DELL'ARTE CONTINUA PURE COSI'"

    Un grappino pleaseeee

  • Questa nomina, a dispetto di commenti alquanto qualunquisti, è una buona notizia, fondamentaalmente perchè liberandosi di un manager puro come Casiraghi Torino affida la guida di una fiera di forte tendenza ad un curatore più immerso nelle dinamiche culturali dell'arte, relegando ai referenti dei finanziatori (Comune, Compagnia di Sanpaolo, CRT ecc)la parte correlata alle beghe politiche ed istituzionali. In bocca al lupo

  • in un'italia vecchia, governata solo da vecchi, gestita solo da vecchi, una ventata di aria fresca non può che farci bene.
    in bocca al lupo bellini...noi a torino siamo con te.

  • Dal dopoguerra ad ieri abbiamo assistito alle stupidità e alle nefandezze di troppi addetti, saggi o soloni : e le conseguenze sull'arte contemporanea in Italia ne è sventurata testimonianza.
    Si abbia fiducia e si lasci lavorare i giovani, la nostra speranza; peggio dei precedenti non potranno fare e forse ci libereranno dai legacci del passato e ci avvicineranno alla realtà internazionale. Credo nei giovani.

  • E non incominciate a rompere le p...e.
    Allora se non si conferiscono incarichi a "non italiani" non va bene nulla? E poi ci si lamenta che non contiamo un c...o. Andrea Bellini è Italiano, ha esperienza internazionale, del resto vive a New York che rappresenta il motore dell'arte mondiale, sicuramente si sarà costruito delle giuste relazioni, non è un burocrate economista del sistema mercantile dell'arte... e diamogli fiducia, facciamolo fare, diamogli la possibilità di fare bene o male. Ci si è sempre lamentato che le fiere sono diventate solo un mero "mercatino" più o meno valido ed ora che in prospettiva artissima potrebbe ulteriormente connotarsi come un serio momento di proposta anche culturale si inizia a gufare.
    Sempre i soliti piccoli, vanitosi, presuntuosi italianetti.
    Bellini, non ti conosco, ma sei giovane e navigato, per cui vai avanti esprimiti senza curarti di nessuno e sbaglia pure, può essere che realizzi qualcosa di significativamenta innovativo. Auguri ed in bocca al lupo.

  • trovo che le risposte all'intervista siano desolanti e testimonino il grado di arretratezza del sistema italiano. Una fiera d'arte, con tutto il portato economico che ne consegue, trattata come il mercatino di quartiere... sono allibito e mi chiedo quali siano le vere motivazioni che sottendono la scelta. Vi prego datemi una risposta...

  • La verità, secondo me, sta nel mezzo.Da un lato è giusto concedere a Bellini la possibilità di lavorare, almeno per la prima edizione, con la dovuta tranquillità. Dall'altro non si può non notare come egli sia espressione di quell'asse Rivoli-Sandretto che in questi anni ha impedito il pluralismo delle proposte, artistiche e critiche, in una città come Torino vivace sì ma monodirezionale. Poi una considerazione fondamentale su Artissima : si tratta di una fiera che per mantenere l'attuale standard non può reggersi da sola privandosi di esorbitanti quantità di denaro pubblico.E' una fiera, rischio imprenditoriale compreso, o una ampia rassegna che assume della fiera solo la forma ed il glamour avendo come ruolo porsi al centro delle iniziative che Torino concentra, in chiave promozionale, nel mese di novembre? Perchè se questo è, allora tanto vale investire il denaro in una mostra che dichiari onestamente il suo intento oppure studiare un'atra formula.In questo caso non c'è stato il tempo perchè il siluramento di Casiraghi, per quanto preannunciato da episodi passati, è arrivato all'improvviso.

  • Bellini dice: "Io penso alla direzione di Artissima come un’esperienza che possa arricchire il mio bagaglio di conoscenze del sistema dell’arte, in questo senso non voglio lasciare nulla, semmai voglio prendere altro".
    Ma davvero ormai si può fare una tale, spudorata dichiarazione di rapace interesse personale senza che nessuno reagisca? Dovrebbe reagire il comitato direttivo di artissima visto che il neo-direttore sembra considerare la fiera uno strumento a servizio delle sue ambizioni personali.

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