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La classifica di ArtReview: i 7 italiani che contano nel mondo dell’arte
Personaggi
di Mario Francesco Simeone e Silvia Conta
Chi è che ha più potere nel sistema dell’arte mondiale? Ecco i nomi secondo l’attesissima classifica annuale di ArtReview, che ogni anno incorona i 100 personaggi più influenti nel mondo dell’arte contemporanea globale. E dalle nostre parti, che si dice?
Nella classifica di ArtReview, gli italiani occupano sette posizioni su 100, un numero che, considerando anche la dimensione del nostro Paese e il confronto con la scala globale, sembra già un ottimo risultato. No?
I magnifici sette italiani
All’11mo posto troviamo Miuccia Prada, fondatrice e presidente della Fondazione Prada, insieme a Patrizio Bertelli. Secondo ArtReview, la sua posizione così alta in classifica si spiega con la sua voglia di sfidare il potere istituzionale, con le sue mostre dal valore museale. “Il marchio supremo del fashion opera un crossover continuo tra arte, celebrità e branding”, per esempio con Cao Fei che ha prodotto un cortometraggio con la popstar Cai Xukun per la campagna autunno 2019, oppure nel caso di Theaster Gates, nominato membro del Council sull’inclusione e sulla diversità. Quest’anno, Fondazione Prada ha ospitato una retrospettiva dedicata a Jannis Kounellis e una mostra di Trevor Paglen.
Al 44mo posto c’è Massimiliano Gioni, direttore artistico della Fondazione Nicola Trussardi e del New Museum di New York City. Il più giovane curatore della Biennale di Venezia, continua a girare il mondo con progetti freelance. L’ultimo quest’anno, con un progetto espositivo decisamente ambizioso al Museo Jumex di Città del Messico: una doppia personale per mettere in dialogo le opere di Marcel Duchamp e Jeff Koons. Avventuriero.
Al 55mo posto della classifica di ArtReview, tra gli italiani ecco Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, fondatrice e presidente della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, ovvero, la Peggy Guggenheim italiana, come l’ha soprannominata la CNN. In 25 anni, la collezione Sandretto può vantare 1500 opere d’arte, una lunga sequenza di mostre di livello e l’apertura di una nuova sede in Spagna, la Fundación Sandretto Re Rebaudengo Madrid, che suona bene. Nel frattempo, Sandretto ha supportato vari Padiglioni alla Biennale d’arte di Venezia, tra cui quello della Lituania, che ha vinto il Leone d’Oro all’ultima edizione. E poi ha vinto il Leo Award 2019, premio bandito dalla ICI-Independent Curators International. Insomma, ciò che tocca, poi luccica.
All’85mo posto c’è Carolyn Christov-Bakargiev, direttrice del Castello di Rivoli, che, come si legge nelle motivazioni, quest’anno è stata impegnata a organizzare la Collezione Cerruti d’arte moderna a Villa Cerruti. Ne sarà valsa la pena, visto che stiamo parlando di una collezione del valore di 600 milioni di dollari, messa su dall’imprenditore Francesco Federico Cerruti dagli anni ’60 al 2014. Stiamo parlando di capolavori di Goya, Medardo Rosso, Francis Bacon, Alberto Burri e Pablo Picasso. Eppure Christov-Bakargiev ha avuto il tempo di presentare alcune mostre di grande valore, come quella attualmente visitabile, dedicata a Michael Rakowitz, uno degli artisti più interessanti e chiacchierati degli ultimi tempi.
Al 92mo posto una new entry: Lucia Pietroiusti. Classe 1985, è la più giovane italiana in classifica. Figlia d’arte di Cesare Pietroiusti e Carolyn Christov-Bakargiev, Curator of General Ecology alle Serpentine Galleries di Londra e curatrice del Padiglione Lituania che quest’anno ha vinto il Leone d’Oro alla Biennale di Venezia. Per Artreview, è stata la sua attenzione a certi temi urgenti, come quello dell’ambientalismo, affrontato in maniera originale, a valerle l’ingresso nella classifica delle 100 personalità più potenti dell’arte.
I galleristi italiani nella classifica di Art Review
E i galleristi? Nella classifica di ArtReview, ci sono due galleristi italiani. Al 94mo posto troviamo i fondatori della Galleria Continua di San Gimignano: Mario Cristiani, Lorenzo Fiaschi e Maurizio Rigillo. La galleria ha sedi anche a Pechino, Les Moulins e L’Avana ed è stata questa abile e intelligente dislocazione geografica, oltre alla scuderia di artisti di livello, come Carsten Holler, Kader Attia, Antony Gormley, Michelangelo Pistoletto, solo per dirne alcuni, a valere il piazzamento in classifica, nell’attesa dei piani ulteriori per il futuro.
Al 96mo posto l’unico altro gallerista italiano, Massimo De Carlo, della Galleria Massimo De Carlo, con sedi a Milano, Londra e Hong Kong. Artreview mette in evidenza la raffinata e attenta proposta espositiva, che gli vale anche numerosi citazioni internazionali, con mostre di artisti come McArthur Binion, Rudolf Stingel, Richard Prince, Felix Gonzalez-Torres e Yan Pei-Ming.
La classifica generale
Sul podio della classifica generale troviamo al primo posto Glenn D. Lowry, direttore del MoMA di New York, che ha appena riaperto con un allestimento che ha fatto discutere, al secondo Nan Goldin e la sua campagna contro la Purdue Pharma e al terzo i galleristi Manuela Hauser e Iwan Wirth, che nel 2015 erano in prima posizione.
Qui la classfica completa, con la posizione attuale confrontata con quella del 2018.