19 aprile 2009

LA RICETTA DI GIACINTO

 
Bisogna fare di necessità virtù. E puntare sulla ricerca”. Questa la ricetta per gestire l'arte secondo Giacinto Di Pietrantonio, direttore della Gamec di Bergamo dal 2000 - da allora il museo ha quasi quintuplicato il numero di visitatori - e consulente di MiArt 2009 per l'arte contemporanea. Gli abbiamo chiesto qualche soluzione per far fronte alla crisi. In un settore, quello museale, che già in periodi “normali” registra un'inadeguatezza di fondi a disposizione...

di

Ho adottato una serie di strategie per ridurre i costi delle mostre”, dice Giacinto Di Pietrantonio. “In questo momento, per esempio, sto trasportando a mano una scatolina contenente l’opera di Katharina Fritsch per la prossima mostra alla Gamec [Esposizione Universale. L’arte alla prova del tempo, N.d.R.], risparmiando sul costo del trasporto. Le opere per la mostra le ho trasportate quasi tutte con la mia auto o con quella di amici, abbattendo i costi del 70%. È una cosa che ho fatto per anni quando ero un giovane curatore indipendente, così come collaborare nell’allestimento: di cinque tecnici ora me ne servono solo due”.

Ma il tempo che impieghi per svolgere queste mansioni non è sottratto a quello destinato ad altri impegni? E quanti curatori-direttori di musei sono disposti a svolgere mansioni di questo genere?
Certo, è una questione di tempo, oltre che di soldi. Con la crisi si è liberato del tempo, e io l’ho investito anche in questo modo. E poi, mentre prendo in consegna l’opera che mi serve per la mostra, osservo le altre opere in collezione, che potranno servirmi per esposizioni successive.
Giacinto Di Pietrantonio
Altri “tagli”?

Un altro risparmio l’ho fatto sul catalogo. Al posto di farlo fare ai soliti tre-quattro editori leader nella pubblicazione di cataloghi d’arte, l’ho commissionato a un editore che, meno conosciuto e con poca distribuzione (ma tanto, con gli altri editori big che ho utilizzato finora, la distribuzione è solo sulla carta), mi fa risparmiare il 60%. E risparmiano anche i visitatori che desiderano acquistarlo, visto che il prezzo di copertina è molto più contenuto.

Fin qui si è parlato dell’adozione di escamotage pratici. Ma hai adottato anche tecniche “creative”, utilizzando facebook, sms, e-mail e chat…
Infatti per il catalogo della mostra Esposizione Universale, invece di pagare critici e storici dell’arte per redarre i testi, ho pensato di inviare ai miei contatti elettronici alcune domande, che corrispondono ai temi della mostra. Le frasi di risposta che ho ricevuto comporranno un mosaico che parlerà delle tematiche affrontate, dando vita al pensiero collettivo, che coinvolge dal critico d’arte mio amico al mio dentista.
Data Recovery - veduta della mostra presso la Gamec, Bergamo 2008 - photo Antonio Maniscalco
E per quanto riguarda le esposizioni fieristiche e in particolare MiArt, la fiera d’arte moderna e contemporanea di Milano da anni sottotono?

Nella capitale della finanza, quella con la maggiore quantità di gallerie di qualità e di artisti, la fiera non corrispondeva affatto all’offerta della città, soprattutto per il settore del contemporaneo. Per cui si è deciso d’intervenire su questo terreno, organizzando con Alessandro Cappello e Donatella Volontè operazioni che avessero anche dell’istituzionale oltre che del mercato, e investendo in comunicazione. Si tratta in sostanza di una sorta di soccorso che si è attivato da parte delle istituzioni, in un momento in cui servono spazi più ampi per la ricerca se davvero vogliamo superare la crisi, e un lavoro di rete, di cui tanto si parla e poco si vede, un lavoro inteso come collaborazione tra istituzioni e tra pubblico e privato.

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a cura di francesca guerisoli


*foto in alto: uno scorcio del cortile della Gamec di Bergamo

[exibart]

3 Commenti

  1. Molto delicato il discorso sulla RIDUZIONE DEI COSTI- tutti quelli che ci hanno provato e ci provano alla fine si riducono a fare i caimani e a sfruttare il lavoro gratuito di conoscenti amici e operatori del settore, primi fra tutti i giovani costretti a lavorare per un tozzo di pane o anche rimettendoci le spese – qualcuno però continua a guadagnare e troppo, lì dobbiamo imparare tutti a ridurre i costi, senza sfruttare, senza nulla regalare, senza nulla superpagare altrochè trasportare a mano oggetti preziosi o coinvolgere amici …ma dai, che scherzi sono questi? Il lavoro gratuito deve essere abolito per legge, così come lo stage, così come il lavoro superpagato nell’arte e altrove

  2. ho visitato ieri il miart. mi pare che il curatore nei suoi interventi sulla eccezionalità di questa questa esposizione, cosiddetta internazionale, si esalti fin troppo nel far credere l’eccezionalità dell’evento. di avvenimento internazionale vi è ben poco; non arrivano a dieci le gallerie che giungono dall’estero e quelle che sono presenti non sono proprio di grande interesse. per quanto riguarda i nostri espositori, alcuni pezzi di grande valore per attrarre ma per il resto poco ma proprio poco. questa fiera mi ha fatto una impressione tristissima.

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