Categorie: Personaggi

L’arte romana è con Veltroni

di - 20 Aprile 2001

In una città come Roma, sornionamente compiaciuta della sua bellezza inarrivabile, un futuro sindaco indaffarato in campagna elettorale avrebbe gioco facile – per far leva sugli elettori appassionati d’arte e cultura – nel parlare di colossei, restauri, basiliche, auditorium e quant’altro.
Partendo da questo presupposto, la curiosa operazione elettoral-artistica che vedrà protagonista nella giornata di oggi Walter Veltroni pare un clamoroso autogol.
Il comitato che sostiene la candidatura al Campidoglio dell’ex Ministro dei Beni Culturali ha organizzato una mostra che raccoglie 130 opere donate da artisti, collezionisti, galleristi. Tutto il materiale sarà battuto all’asta (ore 21 presso l’Associazione Opera Paese, via Pietralata 157) in nome di un autofinanziamento che l’Onorevole spiega nella lettera che presenta l’iniziativa: “abbiamo pensato all’opportunità di organizzare una grande festa della creatività contemporanea; una festa per l’arte del presente, in una città come Roma che da sempre è considerata il luogo per eccellenza dell’arte antica e della cultura classica. Vorrei che questo potesse simbolicamente rappresentare un segnale chiaro affinché sempre più si valorizzi la creatività contemporanea, creando nuove e più grandi opportunità.”.

Le opere sono di Giacomo Balla come della poco più che ventenne Chiara, di Renato Guttuso come degli astri nascenti capitolini Benassi, Basilè e Pintaldi. Le correnti artistiche che hanno percorso il novecento sono rappresentate in toto. C’è il lavoro Concettuale di Joseph Kosuth, il Pop di Mario Schifano, il Formalismo della Accardi e di Dorazio, il Futurismo del già citato Balla, l’Arte Povera del maestro Kounellis; è presente anche la grande architettura internazionale con un opera di quel Massimiliano Fuksas che, forse, proprio sotto il ‘regno’ di Veltroni realizzerà (bellissimo il progetto) il Palazzo dei Congressi che Roma aspetta già da un po’. Nutritissima, infine, la squadra dei giovani e giovanissimi.

Gli artisti si impegnano in primissima persona arrivando a donare i loro lavori, i galleristi (vista la situazione romana di questa categoria la cosa è ancor più significativa) fanno altrettanto, il mondo della associazioni culturali dà ospitalità alle iniziative. La grande metropoli dormiente sembra sul punto di svegliarsi, di uscire dal grande letargo che da tempo (secoli!!!) la vede nelle posizioni di rincalzo di un’immaginaria classifica della produzione e promozione artistica che ha Milano, Torino e finanche Siena, Palermo e Napoli nelle zone alte.
Mentre nella acclamata, pluriimitata, ultracitata New York – ideale capitale d’America – un sindaco crea una ‘Commissione per la decenza’ atta a eliminare riferimenti poco ossequiosi alla religiosità nelle mostre d’arte contemporanea (e di Caravaggio, allora, cosa ne sarebbe stato?), Roma – ideale capitale d’Europa – ha una nuova chance.

Walter Veltroni vincerà, l’Urbe si desterà, gli artisti verranno ripagati – con gli interessi – delle opere che oggi, senza malizia politica o spirito di parte, hanno deciso di donare.


Massimiliano Tonelli

[exibart]

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  • Secondo me non è tutto oro quello che riluce... ma siamo davvero sicuri che sindaco, artisti e sostenitori vari siano del tutto in buona fede? A me Veltroni non ispira tanta fiducia...

  • Fortunatamente ci sono delle elezioni che constringono qualche candidato a dare più attenzione al mondo dell'arte contemporanea. Alle ultime comunali il ricavato dell'asta per Rutelli è stato più che decisivo per sostenere le spese elettorali e abbiamo visto l'unico "ritorno" positivo con l'apertura della nuova Galleria Comunale per altro programmata da tempo. Spero non ci si fermi alla semplice asta e che il finanziamento alle arti sia più in forma di incentivi che di assistenzialismo clientelare. E se vogliamo parlare di positività politica anglossassone preferisco affidarmi a Emma Bonino, per più responsabilità e meno statalismo.

  • Questo articolo del Sig. Tonelli è sobrio quanto basta, motivato quanto necessario, stimolante quanto nelle aspettative per essere giudicato un bell'articolo. E per questo lo ringrazio.
    Certamente Veltroni non è un'aquila e la sua eloquenza mi ricorda gli anni migliori di una Democrazia Cristiana che nei dibattiti riassorbiva con un certo rumore la propria bava colata tra una parola e l'altra.
    Non ho esultato quando ho appreso che Veltroni ha presentato l'iniziativa di un'asta d'arte contemporanea per finanziare la sua campagna elettorale.
    Tuttavia, temo che la contropartita di Tajani sarebbe potuta essere una "pesca" per offrire buoni acquisto per mozzarelle e detersivi.
    Quindi ho considerato che l'iniziativa di Veltroni, dietrologie a parte, fosse una buona occasione per promuovere l'arte contemporanea italiana che offre, a chi ha occhi per vedere e sensibilità per comprendere, buonissime cose ed in alcuni casi eccelse espressioni artistiche.
    Schiacciata dalla potenza americana, che spesso si intende di arte come il mio gatto di fisica Quantistica, e dalla supposta supremazia del "gusto anglosassone", temo che la nostra arte contemporanea sia ben lieta di trovare in occasioni come l'asta di Veltroni l'opportunità di presentarsi a un pubblico che purtroppo accorre sempre più numeroso verso le disgustose nudità di un Grande Fratello che sbava peggio della democrazia cristiana dei tempi migliori.
    La nostra gentile Germana si domanda se l'arte sia o meno in buona fede.
    La rimando alle lezioni di Ruskin, Pater e Wilde che sostennero con enorme lucidità l'incompatibilità tra morale e Arte.
    Debbo ammettere che, per temperamento o per gusto, o per entrambi, sono affatto incapace di comprendere come qualsiasi opera d'arte possa essere criticata da un punto di vista morale. La sfera dell'Arte e la sfera dell'etica sono assolutamente distinte e separate.
    Spero che l'asta, per la nostra Arte, sia andata bene.
    Se gli artisti, il Sindaco e i sostenitori siano stati o meno in buona fede non è un tema artistico.
    L'Arte, se per questo, non è mai in buona o cattiva fede.
    L'Arte non conosce altra fede che quella in se stessa e non è partecipando o meno a un'Asta per raccolta di fondi a scopi politici che se ne riconosce il valore.
    Ben vengano altre iniziative come questa.
    Prego il Sig. Tonelli a darcene sempre notizia con l'acume e la lucidità intellettuale di cui è così capace.
    Ciao, Biz.

  • Cara Germana, ma l'altro "coso" (Tajani?) te ne ispira di più? Il problema è sempre quello...turiamoci il naso e ben vengano queste cose di sapore anglosassone...

  • Alberto, ho visitato il tuo sito.
    Speriamo, però, che i politici non esagerino troppo nel riservare attenzione all'arte contemporanea. Con la loro sensibilità, della quale anche in altri campi conosciamo i risultati, ci venderebbero semplici decoratori per artisti. E viceversa. Ciao, Biz.

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