02 luglio 2010

L’IMMORTALITÀ? È AL TELEFONO

 
Campeggiava sulle pagine delle principali riviste d’arte nazionali e internazionali. È l’ormai celeberrimo numero di telefono. Già, ma come usarlo? Semplice, per comprarsi l’immortalità. Operazione promozional-artistica che ci ha stuzzicato. E allora abbiam preso in mano il cellulare e...

di

Pronto, cerco l’Immortalità.
Arriva tardi, l’ultima formula l’hanno comprata poco fa.

Chi?
Un certo Luca Rossi, ha voluto pagarla una cifra
stratosferica.

Com’è venuto in possesso della formula?
Me l’ha venduta Simone Carella anni fa. L’aveva avuta in
dono da Gino De Dominicis poco prima che morisse.

Perché De Dominicis avrebbe donato l’immortalità a
Simone Carella?

Era assistente di Gino agli esordi, è lui che ha trovato
Paolo Rosa, che permise a Gino di sintetizzare la 2a Soluzione d’Immortalità
(L’Universo è Immobile)
.

Che motivo aveva Carella di darle la formula?
Ha agito d’istinto, il testimone che Gino gli diede non
poteva essere consegnato ad altri che al suo naturale erede. Sapeva di non
avere alternative.

Un numero di telefono per l'immortalitàIn un’epoca di artistar, archistar, critistar e
curastar lei si cela dietro un numero di telefono. Perché lo fa?

I numeri, anche quelli telefonici, sono insignificanti, la
loro combinazione non produce concetti né identità. Mi piace la loro
discrezione, in un mondo tanto ossessionato dall’io narcisistico
dell’individualismo moderno.

Su diverse riviste d’arte sono apparsi suoi annunci che
pubblicizzano l’immortalità.

Sono opere, apparse da novembre su Artforum, Exibart,
Mousse e Nero.

Quindi è una mostra?
Perché usare la rivista per chiamare le persone a vedere
le opere in galleria? Meglio se è l’opera che va sulla rivista e magari si
dissolve nell’annuncio.

Perché lo fa?
La mia esposizione, anche a tutti i rischi e a tutti i
vantaggi eventuali, vuole eliminare la fisicità asfittica, depravata e degradata
delle gallerie d’arte. L’arte interessa poco a galleristi, curatori e critici.
Senza motivazioni politiche, economiche o di sesso nessuno fa un passo.

Ci va pesante…
Assistere al rituale delle inaugurazioni è educativo. Il
senso è slittato verso il pubblico, il quale narcisisticamente è lì per
ammirare se stesso in un gioco di rispecchiamento. Ognuno esalta il proprio ego
nel volto delle persone note che incontra. Invece di concentrarsi su ciò che ha
da dire l’artista, i convitati anelano a nuove utili conoscenze, aiutati dal
calo dei freni inibitori titillati da vini di infima qualità. Il giorno dopo il
deprimente spettacolo vi è il vuoto, il nulla eterno e le morte stagioni.

74936Torniamo alla sua prima opera: un annuncio di lavoro.
Con il quale l’artista abdica e si dedica a qualsiasi
altra mansione, meglio se esageratamente umile o spregevole.

E si spingerebbe al limite, fino a commettere un reato?
Guardi le performance delle banche con gli swap
ciucchi, le oil company o le
cricche. È una specie di social network, c’è chi si scambia amicizia, chi le
mogli, chi le “sòle” e chi le mazzette…

Ma questi sono tutti mortali, io parlo solo con gli highlander.

Per questo motivo la seconda opera recitava: “Cerchi
l’immortalità? Chiamami!
”?
Vendo l’immortalità, il mio capo area è Gino e io sono
l’unico suo agente di zona.

Già, The Immortal, come si firma. La terza opera è,
invece, una fotografia che cita Caspar David Friedrich.

Un carro funebre su una spiaggia al tramonto, un uomo
solitario è in piedi sopra il carro e guarda gli infiniti spazi che lo separano
dal calante sole.

Artista senza patente cerca autista che lo
traghetti verso l’Immortalità
”, recita. Allora, ce l’ha o no questa formula?
Ma qui non parlo di me, parlo di voi mortali, di chi
aspira all’eternità e per questo è artista nel profondo, anche se non ha mai
firmato una tela.

Chi ha compiuto lo scatto?
Il divo Abate. Claudio intendo, colui che ha immortalato
l’arte contemporanea italiana. Ma non cercatelo, non parlerà.

74940Cos’è per lei l’immortalità?
Una frizione tra due assoluti, l’io e il mondo. Tutto il
resto è escluso a priori dal gioco. L’altro, l’amore, il prossimo: tutto
inesistente.

A maggio è apparso l’annuncio: “Per raggiungere
l’Immortalità sto cercando ostinatamente di non essere un artista ma semplicemente
un numero di telefono
”…
Il mio unico desiderio è raggiungere la trascendenza e
l’annullamento del mio ego.

Guy Debord nel 1958 disegna The Naked City, scombinando la pianta
topografica di Parigi per illustrare la pratica lettrista della psicogeografia.
La sua operazione, invece, indica un Situazionismo rovesciato, dove la persona
si dissolve nel numero di telefono e indirizzo del luogo chiuso del domicilio.
Qual è dunque lo scopo?

Questa mia avventura estetica è una dispersione
identitaria attraverso una tiratura che nessuna opera grafica potrà mai
sperare: ho calcolato che ogni mia opera è stata riprodotta attorno alle
200mila volte.

Già, la vecchia storia della riproducibilità tecnica
dell’opera d’arte…

Molti mi hanno telefonato perché hanno visto le opere
appese alle pareti in casa di loro amici e conoscenti. Questo è davvero
situazionista. Uno trova una rivista, o la compra, e decide di strappare una
pagina per appenderla sul muro in cucina o in salotto e poi un’altra persona la
vede e incuriosita telefona a uno sconosciuto che vende immortalità. Perché lo
fa? Forse ha il desiderio di sentire la voce di un pazzo o di un santo che
lacanianamente vuole “dare qualcosa che non ha a qualcuno che non la vuole
”.

Un numero di telefono per l'immortalitàLa sua esposizione si conclude qui?
Altre opere sono in arrivo.

Un’ultima domanda. Su Exibart.tv ho visto un video
dell’artista torinese Gianni Colosimo che esprimeva un esempio d’arte
relazionale assoldando alcuni facinorosi per lanciare dai palchi del Teatro
Carignano di Torino, al termine dello spettacolo di Pablo Bronstein il 7
novembre del 2009, opere su carta che il pubblico ha preso e potuto rivendere
all’artista ricevendo 30 euro a foglio.

Il titolo era: Ultimo frammento onirico di un cuore
bizantino infranto
.

Vedo che conosce l’opera…
Se sta insinuando una correlazione, le dico che la mia è
piuttosto arte irrelazionale. E poi, spesso non rispondo al telefono.

Vero, l’ho chiamata diverse volte senza trovarla. Ma
non mi convince, mi ha colpito il fatto che la litografia di Colosimo utilizzasse
un annuncio funebre di stampo cristiano ortodosso che è lo stesso da lei
utilizzato per la seconda opera-annuncio. Se non è lei Colosimo, allora è un
plagio.

No comment, vuolsi così colà dove si puote ciò che si
vuole e più non dimandare
.

È mica un poeta?
Come forse direbbe il D’IO
di Gino, se potesse parlare
invece di ridere soltanto: “Larvatus prodeo
”.

articoli correlati
Gianni
Colosimo da Pack

De
Dominicis a Milano

video correlati

Il
video con l’azione di Colosimo

a cura di nicola davide angerame

[exibart]

9 Commenti

  1. luca rossi è un identità suggerita, e quindi non si pone il problema dell’immortalità. Cosa impossibile e anche abbastanza noiosa se dovesse verificarsi.

    Io sono quello del blog whitehouse o uno che vive a vienna? Luca Rossi ha il pregio di abbandonare definitivamente il monolitismo/narcisismo identitario, ma senza che questo sia il fine. La questione identitaria, come l’immortalità, sono cose che mi appassionano veramente poco.

    Sono invece i vari campionicini nazionali che emergono ogni stagione in italia che vivono ancora uno stato narcisistico, colto e dedito al basso profilo (di massimo, rubbi, angioletti,tadiello,andreotta calò,frigo, ecc ecc). Costoro possono concentrasri unicamente sul loro lavoro forti di una serie di relazioni colte su cui possono basarsi.Relazioni che ancora privilegiano alcune convenzioni anacronistiche e narcisistiche.

    Ma se prendiamo gli ultimi 15 anni in italia, si capisce che questo tipo di relazioni chiuse e colte possono contare ben poco sia nel supporto che nella definizione di un linguaggio. E lo vediamo nell’assenza di artisti, formati in italia, nelle principali rassegne internazionali.

    Le uniche cose che resistono sono quegli artisti supportati da determinate gallerie che cercando di allinerasi cin un trend qualitativo standard. E allora vediamo tadiello e assael a basilea…tutto bene, ma il loro linguaggio rielabora e si compiace su acluni codici del 900..(nicolai+arte povera attualizzata). Quindi alla fine l’italia produce, nel migliore dei casi, buoni artigiani del contemporaneo, mal supportati. Facilitati in patria da un sistema matrigno che non permette una loro maturazione e una robustezza per affrontare il contesto internazionale. Esempio: vascellari ha fatto 10 personali in italia tra il 2006 e il 2010, senza ottenere personali rilevanti all’estero. Questo ha portato vascellari a non irrobustire il suo lavoro e ha mortificato quello che potevano essere proposte divergenti e non così ruffiane. Questo è deleterio per tutti.

    In italia c’è un sistema di critica “di qualità” assolutamente apatico e terrorizzato. Quelli che capiscono preferiscono tacere e fare il loro bravo lavorino..anche perchè la posta in gioco è così bassa che non vale la pena irritare nessuno…..

  2. Quelli che capiscono preferiscono tacere, perché non si sa mai e prima o poi magari finisco a mnagiarci con quelli che critico… La posta in gioco è molto bassa, ma piuttosto che reatare a bocca asciutta!

  3. ahahaahahahhaha ma secondo me quello che rispondeva nell’intervista era luca rossi aveva lo stesso stile di scrittura, dai nemmeno il tempo esiste, immortalità è un concetto retrò. o era la gara a chi è più immortale di un nico fascellari qualsiasi?

  4. Caro Daniele

    il punto è proprio questo, io francamente preferisco stare a bocca asciutta. Si possono fare tante cose più interessanti piuttosto che dedicarsi ad un noiosa e pretenziosa forma di burocrazia. Parlo degli artisti ma anche dei curatori-critici. Mi sembra geniale Flash Art che ha messo in copertina l’importante disegnatore Pazienza. Questo fotografa la scena italiana. Basta raffrontare alcuni nostri artisti, penso al recente caso di vascellari con artisti tipo fujiwara…ma anche il tuo amato Tadiello si focalizza su Nicolai e ne artigianizza il meglio…facile produrre qualcosa di accattivante e “che spacca” come dici tu…questa burocrazia creativa non mi interessa..

    Se poi alcuni pensano che luca rossi voglia entrare nel circolino inutile dei soliti noti, si sbaglia pesantemente. Non mi sembra di leggermi nella lista degli artisti di carrara…ecc ecc

    Mi fa ridere perchè quelli che critico fanno gli indifferenti; e quelli che vorrebbero aspirare a quelli che critico mi osteggiano perchè pensano che io stia entrando nel circolino che critico…..solite dinamiche autodistruttive italiane….

  5. @ m.e.g.

    ah ok boh strano perchè mi sembrava proprio il suo stile, forse luca rossi è un progetto colletivo cmq io lovvo luca rossi come direbbe un perfetto bimbominkia

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui