Categorie: Personaggi

L’intervista/Lucia Arbace

di - 27 Febbraio 2015
Fino al 4 marzo, il Museo Casa Natale di Gabriele d’Annunzio ospita la mostra “Da Pier Paolo Pasolini a Maria Pia Severi”, organizzata dall’Associazione Spoleto Arte per la cura di Vittorio Sgarbi. Di scena sono le fotografie di Roberto Villa, che raccontano Pasolini alle prese con il film “Il fiore delle mille e una notte”, e le originali immagini realizzate in varie città da Maria Pia Severi. Abbiamo intervistato Lucia Arbace, Soprintendente per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici dell’Abruzzo, sotto la cui giurisdizione ricade anche la Casa Natale di Gabriele d’Annunzio.
La mostra è ospitata in una prestigiosa area museale, ci racconta com’è sfruttato questo contesto?
«Da quando nel 2009 sono stata nominata Soprintendente in Abruzzo, ho voluto potenziare l’offerta culturale e la funzionalità della Casa Natale Gabriele d’Annunzio che sorge nel cuore della vecchia Pescara, un tempo racchiusa nella fortezza borbonica demolita nei primi anni Settanta dell’Ottocento. D’Annunzio ha vissuto qui da bambino, in questa casa allora circondata da impenetrabili mura. L’ampia letteratura dedicata al Vate non ha minimamente considerato quanto possa aver influito nello sviluppo della sua personalità l’esperienza scioccante di percepire la nuova realtà della casa, quando vi ritornava per le vacanze negli anni in cui frequentava il Collegio Cicognini a Prato. Egli stesso, anni dopo, si adoperò per la sua ristrutturazione, dove fino alla scomparsa è vissuta la madre, e per la sua fruizione come Monumento nazionale nella nuova moderna Pescara divenuta capoluogo di provincia. Ma questo tempio della memoria era abbastanza dimenticato e ignorato dagli stessi pescaresi. Bisognava incidere sull’immaginario collettivo per ribaltare la situazione. In questi ultimi anni abbiamo quindi lavorato tanto per rendere Casa d’Annunzio uno spazio vitale. Si è puntato su un’intensa attività di valorizzazione, stabilendo un dialogo con i soggetti che proponevano mostre e altre iniziative culturali. Ed è così che è nata questa mostra di Vittorio Sgarbi. Al piano terra, nella Casa Natale, abbiamo un atrio reso funzionale  per la presentazione degli eventi e tre belle sale. Durante tutto l’anno, questi spazi sono sempre impegnati perché alterniamo mostre temporanee di contenuto diverso: di approfondimento della figura di d’Annunzio oppure di arte contemporanea – pittura, scultura, fotografia, installazioni – oppure focus dedicati a temi di arte antica, magari facendo anche conoscere l’attività di restauro della Soprintendenza, ed anche piccole ma significative esposizioni in collaborazione con la Soprintendenza archeologica per illuminare aspetti poco noti della straordinaria civiltà abruzzese».

Cosa avete in programma per il 2015, anche in funzione dell’Expo? E come Regione Abruzzo avete pensato di creare una sinergia con Expo?
«Con molto dispiacere devo dire che la Casa Natale di Gabriele d’Annunzio non è stata inserita tra i luoghi selezionati nei percorsi dell’Expo, la scelta ha privilegiato due diversi musei abruzzesi. Ma Casa d’Annunzio quest’anno fa parte del concorso promosso dal nostro Ministero, in collaborazione con la rivista Focus Junior. Nel 2012 ha ottenuto un grande successo in Abruzzo il Castello Piccolomini di Celano, votato come il museo italiano più amato dai bambini. In tutti i nostri musei puntiamo molto a garantire un’offerta culturale attrattiva per una fascia di pubblico molto giovane. Quest’anno è anche l’anno della Grande Guerra, per cui vorremmo proporre una mostra, in estate, dedicata alla singolare esperienza di un militare dotato di una straordinaria sensibilità che ha realizzato un reportage sia fotografico che grafico di notevole interesse. Riproporremo l’esposizione dedicata ai Mitici Anni Cinquanta, con i dipinti della collezione del Museo de L’Aquila, realizzati da artisti come Capogrossi, Pirandello, Guttuso, Mafai, Maccari e altri. Poi intendiamo far conoscere il più possibile le opere ancora inedite degli artisti che hanno partecipato alla prime edizioni del Premio Michetti e alle mostre che si tenevano a L’Aquila, dove erano presenti numerosi gruppi culturali di indubbia vivacità. La mostra “Butterfly” è un altro degli  eventi in programma e renderà possibile ammirare la collezione Bennati De Dominicis con i meravigliosi ventagli dell’Otto e Novecento donati al museo aquilano. Si tratta, insomma, di programma eterogeneo».
Che parallelo suggerisce tra D’Annunzio e Pasolini, due maestri emblematici?
«Pasolini e d’Annunzio sono due personaggi eccezionali, molto diversi ma egualmente molto protagonisti. Entrambi hanno trasceso la loro contemporaneità, con una visione del vivere la vita a 360 gradi e una capacità di spaziare anche in ambiti molto diversi, senza rinunciare ad esperienze ardite. Due maestri sicuramente estremi».
Com’è possibile “educare all’arte” le nuove generazioni per fargli capire la necessità di tutelare il nostro patrimonio di inestimabile valore?
«Intanto occorrerebbe aiutare a decodificare i linguaggi, perché anche per noi occidentali i linguaggi della comunicazione sono divenuti “globali”, sempre più estranei alla nostra tradizione figurativa. Le giovani generazioni devono essere educate a decodificare e cercare di capire quali sono i messaggi autentici, quelli reconditi che si celano dietro a tutto il “martellamento” di immagini che percepiscono e, soprattutto, devono imparare ad amare e apprezzare i canoni dell’Antico e le relative espressioni artistiche, anche negli aspetti legati alle tecniche e alla materia, per comprendere il livello di eccellenza maturato con costanza nel tempo dalla realtà manifatturiera, che precocemente ha associato arte e design. Per garantire un futuro al nostro patrimonio occorre inculcare già nei bambini il rispetto e l’amore per i frutti della genialità e creatività della tradizione italiana, e far apprezzare gli aspetti più rilevanti della loro terra».

Con il suo operato ha dato, e continua a dare, un preziosissimo contributo per la ricostruzione post terremoto dell’Abruzzo. Su quali fronti sarà orientato il suo intervento nel 2015?
«Per ora non posso ancora saperlo, c’è una riforma che sta per essere attuata e io non ho la certezza assoluta che, nel 2015, continuerò ad essere Soprintendente in Abruzzo o comunque non so se sarò impegnata in questa Regione come dirigente del MIBACT. L’unica cosa che posso dire è che se la mia attività dovesse continuare qui, il mio impegno sarà soprattutto orientato a far sì che, laddove ci siano delle testimonianze artistiche di qualità riguardanti il passato de L’Aquila, la soglia dell’attenzione resti molto alta. Accanto ai lavori, ci sarà sempre un’attività di comunicazione e valorizzazione, per condividere con gli abruzzesi tutte le scoperte che faremo durante gli interventi sul patrimonio artistico. Ogni giorno in Abruzzo c’è la meravigliosa opportunità di apprendere nuove cose. E la comunità deve recuperare l’orgoglio e la consapevolezza di dover concorrere alla conservazione dei propri tesori e nel contempo rivelarsi in grado di accrescere l’attrattiva per un turismo di qualità sensibile anche alle bellezze naturalistiche e alle eccellenze enogastronomiche, in una regione sempre più ospitale e accogliente».

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  • Tutti ne parlano poi ... In occasione del 40° della scomparsa.
    Gentili Signori mi occupo di Pasolini attraverso le relazioni pubbliche di un ingegnere elettronico diventato Maestro della Fotografia, Roberto Villa, che, nel 1973, su invito di Pasolini ha realizzato un formidabile lavoro su il film, il terzo della trilogia della vita.

    Vorrei ricordare che Pasolini ha invitato il Maestro Roberto Villa per le su conoscenze linguistiche nel mondo del Cinema e dell'Immagine, nello specifico, quella "artistica".

    Tutte le foto sono state scattate rispettando i canoni compositivi quelli che i "fotografi" non conoscono come si può facilmente verificare nelle loro immagini.
    I canoni compositivi a cui faccio riferimento appartengono veramente all'immagine, pittorica, fotografica, grafica, etc "d'Arte" e sono; le sezioni auree ed i rapporti armonici, le prospettive centrali ed i rapporti cromatici, evvia.

    Quello che, con sorpresa, hanno verificato ed applaudito da Vittorio Sgarbi a Philippe Daverio, da Giordano Bruno Guerri a Flavio Caroli.

    "E' la più ampia documentazione analitico-fotografica mai realizzata sul mio lavoro" aveva detto il Regista e Poeta con il quale, il Maestro Roberto Villa ha lavorato per oltre 3 mesi, circa 8000 foto di cui ne sono esposte poco più del 1,5 %.
    E forse vale la pena di qualche informazione in più su quel ciclopico lavoro.
    C' è chi ha lasciato, per cento giorni, un lavoro proficuo, di fotografo pubblicitario, ed ha seguito Pierpaolo Pasolini e la sua troupe in Medio Oriente nella realizzazione del film "Il fiore delle mille e una notte", realizzando un documento unico nella storia del Cinema e della Fotografia di Cinema.
    L' ha fatto Roberto Villa, un Maestro della Fotografia Italiana, che NON è conosciuto per le Mostre, i Concorsi o le presentazioni fatte da amici, ma che è conosciuto dalle Università, dai Grandi del Cinema, i premi Oscar, (Registi, Sceneggiatoti, Scenografi, Critici) per i suoi interessi linguistici del cinema, quelli di cui ha parlato, per oltre tre mesi e mezzo, con un Grande come Pierpaolo Pasolini, e che sono il motivo che lo hanno visto invitato sul set del film.

    Oggi, questo formidabile documento fotografico, e di Fotografia d'Arte, è richiesto dalle Grandi Cineteche Internazionali, dalla Cineteca di Bologna, che ha istituito un Fondo a nome di Roberto Villa, alla Cinemateca di Buenos Aires, al Museo da Imagem e do Som di Sao Paulo in Brasile, al MoMA di NY (unico fotografo Italiano che sia mai stato invitato), in Spagna a Coruna, all' Istituto Italiano di Cultura di Los Angeles ed a Tallin in Estonia, al TIFF- International Film Festival di Toronto in Canada a Lima in Perù, e cosivvia.

    Nel 1968 Gillo Dorfles aveva tacciato pubblicamente, al Teatro dell' Arte a Milano, i fotografi di Ignoranza ...
    Recentemente Gillo Dorfles (106 anni) ha incontrato Roberto Villa e gli ha fatto, ancora una volta, i suoi complimenti per quel ciclopico documento di Cinema e Fotografia.

    All'osservazione di un giornalista che "forse il Maestro Roberto Villa avrebbe dovuto essere più "autocelebrativo" e più "presenzialista", e più "Commerciale" e "Commerciabile", Dorfles ha risposto "è vero, ma, forse, sarebbe solamente INUTILMENTE FAMOSO come tanti altri " fotografi"!
    Sono a disposizione per qualsiasi cosa vogliate fare in occasione del 40° anniversario della scomparsa del Grande Letterato e Regista. A presto. Laura Longo - laura.l0ngo@tiscali.it

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