Categorie: Personaggi

L’intervista/Marcella Beccaria | Ritratto dell’artista da giovane. | E anche un po’ cresciuto

di - 19 Settembre 2014

A pochi giorni dalla chiusura della mostra “Ritratto dell’artista da giovane” (Castello di Rivoli, fino al 21 settembre), abbiamo scambiato due chiacchiere con la curatrice Marcella Beccaria. Qual è il senso del progetto? Chi è l’artista giovane oggi? Ecco le risposte a queste e altre riflessioni nelle parole dell’ideatrice della rassegna che vede incontrarsi, e confrontarsi, ben venticinque artisti: Giorgio Andreotta Calò, Francesco Arena, Rossella Biscotti, Gianni Caravaggio, Alice Cattaneo , Roberto Cuoghi, Patrizio Di Massimo, Lara Favaretto, Flavio Favelli, Eva Frapiccini, Christian Frosi, Goldschmied & Chiari, Massimo Grimaldi, Alice Guareschi, Francesco Jodice,| Marcello Maloberti, Margherita Manzelli, Marzia Migliora, Diego Perrone, Seb Patane, Marinella Senatore, Francesco Simeti, Alessandra Tesi, Grazia Toderi, Luca Trevisani. Per chi se l’è aggiudicata e per chi non l’ha vinta, c’è stata comunque l’idea (e la concretezza) di un sostegno, la Borsa per giovani artisti italiani, offerta a chi ancora crede nella possibilità di poter fare arte, oggi, in Italia. Sperando che si possa continuare a parlare di “giovani artisti italiani” in un’epoca in cui fuggire dallo Stivale per trovare il proprio posto lontano da casa sta diventando una moda, forse ancora prima che una necessità.

“Ritratto dell’artista da giovane” nasce come una celebrazione della Borsa per giovani artisti italiani promossa dal Castello di Rivoli. Ci racconti meglio questo progetto.
«In occasione del trentennio del Castello di Rivoli, un’istituzione importante che ha scritto la storia dell’arte contemporanea fino ad oggi, ho voluto celebrare la Borsa per giovani artisti italiani, che grazie al contributo degli Amici del Museo, collezionisti e sostenitori ha rappresentato – e rappresenta ancora oggi – un’eccellenza nel contesto italiano e internazionale. La Borsa nasce con l’intento di aiutare l’artista, sostenerlo nelle sue esperienze di studio e lavoro all’estero, ma soprattutto nella produzione delle proprie opere. Essa non nasce necessariamente per realizzare mostre, ma per assistere l’artista nel momento del ‘dietro le quinte’, nel momento dell’ideazione e creazione dell’opera, considerato che l’Italia, purtroppo, non è un Paese in cui gli artisti possono contare sul sostegno statale».
Cosa vuole raccontare questa mostra?
«Quando ho cominciato a pensare ad un’idea per questa mostra ho pensato di offrire un punto di vista nuovo sulla Borsa, tentando di offrirne una panoramica quanto più possibilmente completa e variegata. Non volevo raccontare qualcosa di già visto o già fatto. Infatti all’interno della selezione di artisti non ci sono solo i vincitori della Borsa, ma anche opere di coloro che non hanno avuto la possibilità di condividere le proprie opere con il pubblico del Castello. Inoltre, in un momento come questo in cui si riflette tanto sul ruolo del Museo, volevo dare visibilità ad un centro di ricerca e produzione culturale assieme all’iniziativa della Borsa stessa, a dimostrare che spesso non serve spostare grandi capitali per poter creare cambiamenti».
Il ritratto è uno dei generi più amati della storia dell’arte. Di quale tipo di ritratto si parla in questo caso?
«L’idea di ritratto che avevo in mente era quella di offrire una carrellata di diverse generazioni messe a confronto nello stesso percorso espositivo. Ci sono artisti come Grazia Toderi che è stata la prima vincitrice della Borsa, fino ad artisti più vicini a noi come Goldi&Chiari, Marinella Senatore o Francesco Arena. All’interno della mostra si incontrano opere diverse che si ispirano a tematiche diverse, basti pensare all’attenzione che, negli ultimi anni, gli artisti giovani stanno rivolgendo a delicati temi sociali e politici».

Oggi come oggi, soprattutto in Italia, è diventato molto difficile parlare di artista ‘giovane’, date le problematiche legate a questo aggettivo.                                                                
«Questo è vero, oggi in Italia non si è ancora compreso bene cosa voglia dire essere un artista che può essere considerato ‘giovane’. Ci si domanda cosa succeda una volta superata la soglia dei 40 anni. Si finisce per essere totalmente dimenticati? Non esiste una spiccata attenzione culturale per quell’età di mezzo che caratterizza molti dei nomi importanti del nostro contesto culturale. L’idea di ‘ritratto dell’artista da giovane’ nasce prendendo ispirazione dal libro di James Joyce, tentando di guardare con autoironia proprio a quell’attuale trend italiano che privilegia molto gli artisti che non abbiano oltre i 35 anni. Io credo che l’attenzione non debba essere rivolta tanto all’età, quanto al processo di crescita. Ogni artista segue una carriera diversa con ritmi diversi: ci sono artisti che hanno cominciato ad avere successo sin da giovanissimi e altri che hanno incontrato il successo di pubblico in fase di maturazione. In qualche modo tutti i venticinque artisti si confrontano, in modi diversi con questo tema. Dal Ritratto dell’artista da vecchio di Patrizio di Massimo, agli specchi di Flavio Favelli, dalle creature mostruose di Margherita Manzelli alle mutazioni di Diego Perrone si è costruito un corpus di curiose coincidenze».

Nata a Roma nel 1988, consegue la laurea magistrale in Storia dell'Arte nel 2012 presso Università degli Studi di Roma La Sapienza. Dopo aver fatto diverse esperienze nel campo, dalla didattica e mediazione presso il MAXXI all'esperienza in galleria tra Roma (1/9unosunove) e Parigi (Galerie Antoine Levi), nel 2014 è assistente al coordinamento delle gallerie partecipanti ad Artissima a Torino. Oggi si sta formando per diventare Registrar. Collabora con Exibart dal 2012 e da un anno anche con INSIDE ART. Scrivere è da sempre la sua passione.

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