Categorie: Personaggi

MAPPE di geografie impreviste. Il Touring Club Italiano ha lanciato un inedito progetto editoriale

di - 15 Aprile 2024

MAPPE è una nuova rivista cartacea trimestrale di “geografie impreviste per altri orizzonti”. Ogni numero ruota intorno a un tema. La scelta per la prima uscita è caduta sui “Confini”, in tutte le sue declinazioni possibili. La prossima sarà sulle “Piccole isole”. Dal racconto delle città di confine San Diego e Tijuana a un’infografica sulla potenza dei passaporti, dalla storia di un villaggio del Lussemburgo di nome Schengen da cui prende il nome un celebre accordo di libera circolazione tra frontiere interne ad alcune pagine a metà tra graphic novel e fotoromanzo, MAPPE non è un magazine di cartografia né di viaggio ma un contenitore di storie, non banali e curiose, che raccontano territori e luoghi poco esplorati. Ne abbiamo parlato con Barbara Gallucci che — insieme a Stefano Brambilla, Tino Mantarro e Chiara Schiavano — cura il progetto editoriale.

In un momento di forte crisi della carta stampata, il Touring Club Italiano lancia un ambizioso progetto editoriale: “un libro con la scansione di una rivista e una rivista con l’eleganza di un libro”. A chi è rivolto?

«Il Touring Club Italiano da 130 anni ha come obiettivo la valorizzazione della scoperta dell’Italia e del mondo attraverso il viaggio. Dopo tantissime pubblicazioni che possiamo definire più tradizionali come le Guide Rosse e le Verdi, abbiamo pensato a come è cambiato il concetto stesso di viaggio e, di conseguenza, come sono cambiati i viaggiatori. In un mondo che si è apparentemente ristretto, del quale possiamo sapere tutto in pochi secondi attraverso il web, abbiamo deciso di esplorare i luoghi, geografici ma non solo, con un approccio che stimolasse la curiosità e la riflessione di lettori in cerca di approfondimenti, di cambi di rotta, di suggestioni impreviste. È rivolto ai viaggiatori, certamente, ma in generale ai curiosi e a tutti coloro che si appassionano alle storie, non solo ai luoghi.»

Un pastore Kuchi-Baranghi guida il suo gregge sui monti del Pamir in Afghanistan. Foto di Bruno Zanzottera

Il direttore generale del Touring Club Italiano Giulio Lattanzi, nel descrivere MAPPE, ha parlato di un magazine “scomposto”. Che cosa intendeva?

«MAPPE sovverte gli schemi tradizionali sia di un libro sia una di una rivista. Si può leggere dall’inizio alla fine, saltabeccando qua e là. Si può partire dalla fine e andare a ritroso. Ciascuno troverà la sua storia, il suo racconto, la sua riflessione su temi apparentemente distanti l’uno dall’altro ma, in realtà, uniti dal fil rouge del titolo che è diverso per ogni numero. E anche il progetto grafico di XxY Studio di Milano è pensato per stupire, per stimolare la curiosità ad andare avanti, una pagina dopo l’altra.»

MAPPE non è una rivista di cartografia né di viaggio, bensì…

«MAPPE è un esperimento editoriale inedito, per il Touring Club Italiano, ma in generale per l’editoria italiana. Abbiamo deciso di non scegliere la strada puramente geografica individuando un luogo come soggetto del racconto, ma abbiamo preferito optare per temi ampi, suggestivi, attuali, dirimenti persino. MAPPE vuole condurre a un’esplorazione del mondo, anzi dei diversi mondi intorno al tema di ogni numero. Dare coordinate, ma stimolare al pensiero laterale, all’associazione di pensieri e ragionamenti.»

Ogni numero ruota intorno a un tema. Quello del primo, appena uscito e distribuito nelle librerie, è Confini. Ci racconti, senza troppo spoilerare, un paio di storie curiose di cui vi siete occupati?

«Quando abbiamo cominciato a lavorare intorno al tema Confini ci siamo resi conto che, oltre a essere un argomento caldissimo dal punto di vista dell’attualità, è anche straordinariamente aperto a infinite suggestioni. Struggente per la sua intensità emotiva è il racconto del giornalista polacco Andrzej Meller che, dopo una vita da inviato di guerra, ha deciso di metter su casa proprio sul confine tra Polonia e Bielorussia, il celeberrimo green border, una delle tratte migranti più feroci. Ironico invece l’approccio di Michele Masneri che ha raccontato il confine invisibile tra Roma Nord e Roma Sud. E poi l’astronauta Umberto Guidoni ci fa volare oltre i confini dello spazio, mentre Alberto Grandi ci riporta a terra con le diatribe sulla paternità dei tortelli. Il fotografo Bruno Zanzottera ci ha fatto scoprire i nomadi afghani. Insomma, toni diversi, per storie diverse. Storie multisensoriali come il mondo contemporaneo.»

La foto di copertina (riportata anche nella terza di copertina) è una suggestiva fotografia di Luigi Ghirri. Immagino non sia stata semplice la scelta. Come vi siete orientati per questa scelta?

«Scegliere la foto di copertina forse è stata tra le fasi più complesse della lavorazione. Con i miei colleghi Chiara Schiavano, Stefano Brambilla, Tino Mantarro e il direttore editoriale Ottavio Di Brizzi ci siamo resi conto quanto fosse liminale. La foto di Luigi Ghirri realizzata a Brest, in Francia, nel 1972, fa parte della serie “Diaframma 11, 1/125 Luce Naturale”. Quando l’abbiamo vista, suggerita da Daria Scolamacchia, abbiamo capito che, come MAPPE, dà un’infinita varietà di risposte ma, allo stesso tempo, lascia libero il lettore di continuare a farsi domande.»

Il tema del prossimo numero è “Piccole isole”. Ci puoi anticipare qualcosa?

«Per il prossimo numero di MAPPE che uscirà all’inizio dell’estate abbiamo deciso di viaggiare tra le storie dei naturisti della francese Île du Levant, di andare fino in Colombia dove si trova l’isola più popolosa al mondo, in Amazzonia tra minuscole comunità indigene, ma anche di riflettere sulle carceri, sull’autismo, sul concetto stesso di isolamento e isolitudine. Un menu ancora una volta ‘scomposto’ ma da leggere dall’inizio alla fine. O dalla fine all’inizio.»

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