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È morta a Parigi, il 14 dicembre, a 79 anni, Anna Karina, uno dei volti più iconici della storia del cinema, attrice per registi del calibro di Roger Vadim, Ingmar Bergman, Éric Rohmer, Luchino Visconti, Agnès Varda, Rainer Werner Fassbinder e, soprattutto, Jean-Luc Godard, con il quale fu anche sposata, dal 1961 al 1968. La notizia della sua scomparsa, a causa di un cancro, è stata data dal suo agente, Laurent Balandras, «Era un’artista libera, unica», ha dichiarato a Le Figaro. «Oggi il cinema francese è rimasto orfano. Perde una delle sue leggende. Il suo sguardo era lo sguardo della Nouvelle Vague. Resterà per sempre», ha dichiarato il ministro della cultura francese, Franck Riester, su Twitter.
La vita di Anna Karina, dall’infanzia difficile al grande cinema
Hanna Karin Blarke Bayer nacque a Solbjerg, in Danimarca, il 22 settembre 1940. Trascorse una infanzia non semplice, il padre, un capitano marittimo, abbandonò la famiglia e la bambina visse soprattutto con i nonni, fino all’età di otto anni, tentando anche di scappare di casa. Studiò danza e pittura e trovò da vivere vendendo alcuni suoi quadri ma la sua carriera nello spettacolo iniziò nei cabaret in Danimarca e poi proseguì come modella nelle pubblicità. La sua primissima apparizione sul grande schermo fu a 14 anni, per una piccola parte in un cortometraggio di Ib Schmedes che vinse anche un premio a Cannes.
Nel 1958, in seguito a una lite con la madre, proprietaria di un negozio, si trasferì a Parigi dove, dopo le prime difficoltà, incontrò Pierre Cardin e Coco Chanel, che la convinsero a cambiare il suo nome in Anna Karina. Jean-Luc Godard, in quegli anni critico cinematografico per i Cahiers du cinéma, la notò in uno spot della Palmolive, in cui era ricoperta di bolle di sapone, rimanendo colpito dal suo fascino. Karina avrebbe dovuto partecipare al primo film di Godard ma rifiutò la parte, non volendo recitare scene di nudo previste dal copione. Nella pubblicità della Palmolive, infatti, sotto le bolle di sapone, l’attrice indossava un costume da bagno.
Il suo primo film con Godard fu, quindi, Le Petit Soldat che, girato nel 1960, fu distribuito solo tre anni dopo, per via della censura. Quindi, la prima apparizione in un film del grande regista della Nouvelle Vague fu in occasione di Une femme est une femme, La donna è donna, insieme a Jean-Paul Belmondo, che peraltro è anche il primo film a colori di Godard che, inizialmente, aveva pensato a Brigitte Bardot per il ruolo della protagonista. Ma la scelta di Karina fu indovinatissima, visto che l’interpretazione di Angela, le valse anche il premio come miglior attrice al Festival di Berlino del 1961.
Dopo il matrimonio con Godard, nel 1961, Anna Karina recitò in altri suoi film, come Questa è la mia vita, Agente Lemmy Caution: missione Alphaville, Bande à part, Il bandito delle 11 e Una storia americana. Ma lavorò intensamente anche con altri registi, tra i quali Luchino Visconti, per l’adattamento de Lo Straniero, romanzo di Albert Camus, insieme a Marcello Mastroianni. Lavorò anche con Nino Manfredi, per Pane e cioccolata, film del 1974 di Franco Brusati.
Oltre cinema, intraprese anche la carriera di cantante, insieme a Serge Gainsbourg e interpretò due dei maggiori successi francesi dei primi anni ’60, Roller Girl e Sous le soleil exactement. Scrisse anche tre romanzi, si sposò tre volte, dopo il matrimonio con Godard e, nel 1996, il regista italiano Armando Ceste le dedicò un documentario-intervista intitolato Anna Karina. Il volto della Nouvelle Vague.