Filosofo e matematico, arguto divulgatore e appassionato di fumetti, strenuo difensore della libertà di pensiero, Giulio Giorello è morto il 15 giugno 2020, a Milano. Dieci giorni fa era stato dimesso dal Policlinico, dove era ricoverato a causa del coronavirus da quasi mese ma, alla fine, non ce l’ha fatta. Tre giorni prima del decesso aveva sposato la compagna Roberta Pelachin.
«Ha riflettuto intensamente anche su etica, politica, religione. L’Italia perde un grande pensatore, mai banale. Ci restano le sue dense pagine», ha scritto Giuseppe Conte sul sua profilo Twitter.
Nato a Milano, il 14 maggio 1945, Giulio Giorello conseguì due lauree presso l’Università degli Studi di Milano: in filosofia, nel 1968, allievo del grande Ludovico Geymonat, e in matematica, nel 1971. Insegnò meccanica razionale alla Facoltà di Ingegneria dell’Università degli studi di Pavia, per poi passare alla Facoltà di Scienze presso l’Università degli Studi di Catania, a quella di Scienze naturali presso l’Università dell’Insubria e al Politecnico di Milano. Il dialogo tra scienze e materie umanistiche fu sempre il suo metodo di conoscenza.
Ricoprì la cattedra di Filosofia della scienza presso l’Università degli Studi di Milano e diventò Presidente della SILFS – Società Italiana di Logica e Filosofia della Scienza. Diresse la collana Scienza e idee di Raffaello Cortina Editore e collaborò alle pagine culturali del Corriere della Sera, per il quale ha scritto fino agli ultimi giorni, raccontando anche la convalescenza durante il coronavirus.
Tra i suoi testi più conosciuti, pubblicati con diverse case editrici, Filosofia di Topolino, per Guanda, nel 2013, Senza Dio. Del buon uso dell’ateismo, per Longanesi, nel 2010, Libertà . Un manifesto per credenti e non credenti, con Dario Antiseri, Bompiani, 2008, e Di nessuna chiesa. La libertà del laico edito da Raffaello Cortina, nel 2005, per la quale dirigeva anche la collana Scienza e idee che oggi conta più di 300 volumi, dove in ognuno dei quali si può trovare traccia dell’eredità culturale che Giulio Giorello lascia al nostro paese.
«Tramite Scienza e Idee Giulio Giorello ha insegnato che la buona divulgazione non deve rassegnarsi al “paesaggio gelato del conformismo”, bensì rivolgersi contro i luoghi comuni, la rigidità dei campi del sapere, i pregiudizi. Contro la credenza che la conoscenza sia elitaria, Giorello ha contribuito a pubblicare libri rigorosi ma accessibili, in un linguaggio chiaro e comprensibile. Contro l’idea che la tradizione non possa essere anch’essa trasgressiva, ha valorizzato grandi classici altrimenti destinati a essere dimenticati», è il ricordo della casa editrice.
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