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Morto Giuliano Vangi, il maestro della scultura contemporanea si spegne a 93 anni
Personaggi
di redazione
«Un grande maestro, una figura illuminata», così il sindaco di Pesaro, Matteo Ricci, saluta Giuliano Vangi, testimone della scultura contemporanea, morto il 26 marzo, a 93 anni. Nel corso della sua lunga carriera, svolta sia in Italia che all’estero, ha sperimentato l’utilizzo di vari materiali, tra cristalli, ferro, acciaio e altre leghe e ha spesso lavorato per commissioni di arte pubblica. Nel 2013 donò le opere della sua collezione al Comune di Barberino di Mugello, dove nacque, nel 1931. Ma strettissimi furono anche i rapporti con Pesaro, città dove, tra l’latro, iniziò a insegnare, dal 1950 al 1959, nell’Istituto d’Arte, dopo aver studiato all’Istituto d’Arte e all’Accademia di Belle Arti di Firenze.
Nel 1959 si trasferì in Brasile, vinse il Primo Premio al Salone di Curitiba, espose al Museo di San Paolo e poi negli Stati Uniti, quindi, tornato in Italia, visse prima a Verese per poi stabilirsi, dal 1978, a Pesaro, con lunghe residenze di lavoro a Pietrasanta. Nel 1981 presentò la sua prima personale a New York presso la Sindin Gallery, mentre nel 1988 espose alla Gallery Universe di Tokyo. Partecipò alla Biennale di Venezia, a Documenta di Kassel, alla Biennale di San Paolo, alla Quadriennale di Roma, alla Biennale di Scultura di Carrara. Nel 1991 le sue opere furono esposte a Castel Sant’Elmo di Napoli, in una mostra curata da Maurizio Calvesi, Nicola Spinosa e Antonino Zichichi, mentre nel 1995 il Forte del Belvedere di Firenze ospitò una sua retrospettiva.
Nel 1994 fu nominato Professore Onorario presso l’Accademia di Belle Arti di Carrara. Faceva parte dell’Accademia delle arti del disegno di Firenze, dell’Accademia di San Luca e dell’Accademia dei Virtuosi al Pantheon di Roma. Nel 2002 gli è stato dedicato un museo, costruito a mezza costa sulle falde del Monte Ashitaka, che si trova in schiera con il Monte Fuji. Qui è ospitata una collezione permanente di sculture realizzate dal 1960, esposte sia nelle sale che nel giardino, in dialogo con il paesaggio. Nello stesso anno era stato insignito del prestigioso Premium Imperiale per la scultura, uno dei massimo riconoscimenti del settore.