È scomparso il 21 ottobre all’età di 87 anni Ingo Maurer, designer e imprenditore, famoso per la sua incredibile capacità di trasformare gli oggetti in lampade.
Autodidatta, esordisce nel 1966 con Bulb, una semplice ma geniale rivisitazione della lampadina a incandescenza. Da quel momento non smette più di progettare lampade, mescolando riferimenti pop al minimalismo giapponese, sempre con un occhio all’arte contemporanea. Chiari i riferimenti ai ready made in lavori come Campari Light e Canned light, che riprendono rispettivamente le bottiglie di campari e i barattoli di Campbell soup già protagoniste delle opere di Andy Warhol.
Sorprendente anche la lampada da sospensione Porca Miseria! un assemblage di piatti e posate esplose, il cui nome fa riferimento alla esclamazione di sorpresa del primo spettatore che la vide.
Questo effetto di meraviglia lo ha reso molto popolare e anche molto apprezzato dagli addetti ai lavori. Infatti molte delle sue opere sono incluse nella collezione di design del Museum of Modern Art di New York, come ad esempio Gulp (1969), Light Structure (1970), Little Black Nothing e il sistema a basso voltaggio YaYaHo (1988), Los Minimalos Dos, Lucellino Wall, Wo bist Du, Edison, Zettel’z (1999), Campari Light (2002) e Porca Miseria! (2003). Molti i riconoscimenti alla carriera ottenuti: nel 2005 è stato nominato Royal Designer of Industry da parte della Royal Society of Arts di Londra, nel 2006 gli è stata conferita la laurea honoris causa al Royal College of Art e nel 2011 gli è stato assegnato il Compasso d’Oro Associazione per il Disegno Industriale.
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