Categorie: Personaggi

È morto Oliviero Toscani, maestro della fotografia più controversa di sempre

di - 13 Gennaio 2025

Tra i fotografi italiani più creativi e significativi, storico collaboratore di brand della moda, da Chanel a Benetton, Oliviero Toscani è morto oggi, a 82 anni. Tempo fa aveva annunciato pubblicamente, in una intervista rilasciata al Corriere della Sera, di essere affetto da amiloidosi, una malattia rara e fatale. Autore di decine di campagne fotografiche ad altissimo impatto mediatico, come La morte in faccia, pubblicata nel 2000 per Benetton, con ritratti di persone condannate a morte, ha inciso in modo indelebile il proprio nome nella storia della comunicazione visiva del XX e XXI secolo. Nel 2022, alla galleria Mazzoleni di Torino era stata presentata la mostra TOSCANI CHEZ MAZZOLENI, per celebrare gli 80 anni del grande fotografo, terza e ultima tappa del ciclo presentato a Palazzo Reale di Milano e Palazzo Albergati a Bologna.

La storia di Oliviero Toscani

Nato a Milano il 28 febbraio 1942, da Fedele Toscani e Dolores Cantoni, Oliviero mostrò una precoce attitudine per la fotografia già dall’adolescenza, pubblicando il suo primo scatto sul Corriere della Sera a soli 14 anni. L’immagine, che ritraeva il volto di Rachele Mussolini durante la tumulazione di Benito Mussolini, testimoniava già una sensibilità visiva fuori dal comune. Dopo gli studi al liceo Vittorio Veneto di Milano, Toscani si diplomò nel 1965 in fotografia alla Kunstgewerbeschule di Zurigo, sotto la guida di maestri del calibro di Serge Stauffer e Karl Schmid. La sua carriera decollò rapidamente nel mondo della pubblicità, dove si distinse per la sua capacità di trasformare semplici campagne in dichiarazioni visive d’impatto. La sua prima prova fu per il cornetto Algida, quindi collaborò con riviste prestigiose come Elle, Vogue, Harper’s Bazaar e Stern, e firmò campagne per marchi iconici come Valentino, Chanel e Fiorucci.

Il punto di svolta nella sua carriera avvenne nel 1982, quando iniziò la lunga collaborazione con Benetton. Toscani trasformò le campagne pubblicitarie in potenti strumenti di sensibilizzazione sociale, affrontando temi come l’uguaglianza razziale, l’AIDS, e la lotta all’omofobia. Il suo lavoro con Benetton culminò nella creazione della rivista Colors nel 1991 e di Fabrica, un centro internazionale per le arti e la comunicazione moderna, progettato dall’architetto Tadao Andō.

Toscani fu anche un innovatore nel campo della comunicazione visiva e sociale, come dimostrano le sue campagne contro l’anoressia e per la sicurezza stradale, e il progetto fotografico Razza Umana, che esplorava la diversità umana attraverso ritratti di persone di tutto il mondo.

Il suo percorso professionale lo ha portato a ricoprire ruoli di rilievo anche oltre la fotografia. Nel settembre 2006 assunse la direzione artistica di Music Box, canale interattivo della piattaforma Sky. È stato direttore creativo di Talk Miramax e fondò La Sterpaia, un centro di ricerca per la comunicazione moderna. Nonostante la rottura con Benetton nel 2000 a seguito della campagna La morte in faccia, Toscani continuò a lasciare il segno con progetti di grande impatto, tornando infine a collaborare con l’azienda tra il 2018 e il 2020.

Oliviero Toscani è stato anche un personaggio impegnato politicamente. Nel 1971 firmò la lettera aperta dell’Espresso contro il commissario Luigi Calabresi, posizione che non ha mai rinnegato. Legato ai Radicali, è stato presidente d’onore di Nessuno tocchi Caino e candidato per la Camera dei deputati nel 1996 e 2006. Toscani ha lavorato a Radio Radicale, sostenuto candidature come quella di Sergio D’Elia, ed è stato assessore alla creatività a Salemi con Vittorio Sgarbi, proponendo iniziative come la vendita di case a 1 euro. Aspramente critico verso Matteo Salvini e contro il Governo Meloni, ha continuato a esprimere le sue opinioni in modo schietto.

Nel settembre del 2022, Toscani ha visitato la Sardegna per fotografare i centenari dell’Ogliastra, mentre nel 2023 gli è stata diagnosticata l’amiloidosi che l’ha portato alla morte, lasciando l’eredità di un artista che ha saputo utilizzare l’immagine per interrogare e scuotere le coscienze.

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