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Morto Silvio Berlusconi: imprenditore e politico, ma anche collezionista e uomo di comunicazione
Personaggi
Si chiude oggi un importante capitolo della storia d’Italia, un momento che ha cambiato gli equilibri politici e culturali del nostro Paese. È morto a 86 anni Silvio Berlusconi, spegnendosi all’ospedale San Raffaele di Milano dove era ricoverato da venerdì 9 giugno. Politico e imprenditore, ma anche collezionista e uomo di grande peso della comunicazione mediatica, televisiva ed editoriale italiana, Berlusconi è stata una figura fortemente divisiva, soprattutto a partire dalla discesa in politica con il partito Forza Italia avvenuto nel 1994, partito di connotazione liberale che si è sempre collocato nel centrodestra. Grazie a una forza comunicativa a suo modo inedita per il Paese, viene eletto alla Camera dei Deputati e diventa successivamente senatore. Dagli anni Novanta ha ottenuto quattro incarichi come Presidente del Consiglio, rimanendo una delle figure più a lungo in carica in questo ruolo. Circondato da fedeli e fedelissimi, costantemente bersagliato dalla satira politica, la sua storia è stata tuttavia sancita da numerosi scandali riguardanti la vita pubblica e privata: da Tangentopoli al bunga bunga, dal caso Ruby alle clamorose gaffes con i potenti del mondo (mai dimenticate quelle con Barack Obama e Angela Merkel), tanto da essere tristemente associata al simbolo dell’“italianità media” nel mondo. E poi la lunga storia giudiziaria: dalla corruzione al concorso in strage, dal falso in bilancio alla concussione, fino al vilipendio all’ordine giudiziario e alla prostituzione minorile, sono stati più di 30 i processi in cui Silvio Berlusconi è stato coinvolto, perlopiù caduti in prescrizione o risoltisi con l’assoluzione.
Morto Silvio Berlusconi, icona divisiva
Nel settore dell’edilizia, il peso di Silvio Berlusconi è stato forte a Milano ben prima della sua discesa in politica: partito negli anni Sessanta con la società Edilnord, ha costruito il quartiere di Brugherio, seguiti da Milano2 (Segrate) e Milano3 (Basiglio). È stato il passo che ha preceduto l’approdo al settore della comunicazione e dei media: nel 1976 rilevò Telemilano, poi diventata Canale5, a cui si aggiunsero Rete4 e Italia1 unite sotto l’ombrello Mediaset che conosciamo ancora oggi. Nel 1993 nacque Fininvest, società nella quale conversero Arnoldo Mondadori Editore e Silvio Berlusconi Communications. La sua vicenda umana e politica è diventa protagonista di film e serie tv: è il caso de Il Caimano, film di Nanni Moretti del 2006, vincitore di due Nastri d’argento, ma anche delle serie tv 1992, 1993 e 1994 con Stefano Accorsi e Paolo Pierobon che narrano i fatti avvenuti in tre anni cruciali della storia politica e sociale italiana. Tra gli ultimi film prodotti Loro 1 e Loro 2, usciti nel 2018 e diretti da Paolo Sorrentino, che si soffermano sul momento di decadenza del regno di Silvio Berlusconi e soprattutto della sua “corte”, tirando in ballo la vita familiare, le olgettine, la villa in Sardegna e le feste ad Arcore. Copiosa anche la produzione di documentari a lui dedicata: da Videocracy – Basta apparire a Silvio Forever e My Way, dove si racconta al al giornalista e scrittore statunitense Alan Friedman. Tra i libri a lui dedicati, Silvio. La vera vita di Berlusconi scritto da Paolo Guzzanti, ma anche Beato lui. Panegirico dell’arcitaliano Silvio Berlusconi a firma di Pietrangelo Buttafuoco e Nati sotto il biscione. L’arte ai tempi di Silvio Berlusconi, del critico e curatore Luca Beatrice. Lo sfarzo e la profonda solitudine, luci e ombre di uno dei personaggi più controversi mai esistiti. A proposito di decadenza, anche la sua parabola comunicativa si era scontrata con un risultato tragicomico: determinato a restare in politica nonostante l’età e i diversi problemi di salute, nell’estate 2022 era “sbarcato” su TikTok, cercando di cavalcare il social per accaparrarsi l’elettorato più giovane raccontando barzellette. Un’operazione flop, come era facilmente prevedibile, che ha contribuito a un proliferare di meme e ironia social durata per lungo tempo.
Silvio Berlusconi e l’arte
Non è difficile immaginare che, per uno degli uomini più ricchi del Paese, una delle fonti di investimento fosse proprio l’arte, che Berlusconi collezionava nel tempo libero. <<Berlusconi è in una condizione di pathos da collezionismo davvero estremo, negli ultimi tempi ha comprato tantissimi oggetti>>, riferiva il critico Vittorio Sgarbi ad Androkronos in un’intervista, aggiungendo, <<il presidente non segue i miei consigli, visto che io non avrei comprato queste cose, ma si sa, Berlusconi agisce sempre di istinto e in questo c’è tutta la sua genialità>>. Stando alle indiscrezioni, pare che si tratti di migliaia di pezzi, molti di questi collezionati acquistando collezioni intere dalle televendite notturne dalla sua Villa di Arcore. Antiquariato, pittura antica e contemporanea: tra i pezzi di maggior valore, un ritratto di Ippolito de Medici realizzato da Tiziano nel 1533 e stimato tra i 4 e i 5 milioni di euro, oltre a una copia dell’Antea del Parmigianino, a un ritratto della marchesa Casati Stampa a firma Pietro Arrigoni e alla Gioia Tirrena di Plinio Nomellini. La pinacoteca di Berlusconi fa parte dei tesori della “reggia” di Arcore, che l’imprenditore sognava di condividere con il pubblico: tra le ipotesi, infatti, quella di aprire un museo nel giardino per rendere fruibile la collezione.