26 marzo 2014

Tutti a Milano, senza se e senza ma

 
Non più la solita domanda (miart ce la fa o non ce la fa?) ma una risposta affermativa. Che arriva dritta dai diretti interessati, i galleristi. Che non hanno più dubbi: la fiera è in crescita, e la direzione impostata da Vincenzo De Bellis è giusta e va sostenuta. Ecco il clima (da “santo subito”) che si respira alla vigilia della 19esima mostra-mercato meneghina [di Matteo Bergamini, Eleonora Gargantini e Greta Scarpa]

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Vincenzo De Bellis, Photo Giovanna Silva e Delfino Sisto Legnani

Contrariamente a Bologna, a Milano sono tornati tutti. O si sono aggiunti in coda, da qualche edizione. Perché sembra propria che con la direzione di Vincenzo De Bellis, tra i Padiglioni della vecchia fiera di viale Scarampo si respiri un’aria frizzante che in poche occasioni aveva albergato tra le passate edizioni di miart.
Una fiera per anni su un’eterna rampa di lancio, senza mai prendere il volo. Le colpe imputate sono state tante, dalla posizione geografica svantaggiata tra la fichissima Artissima e la Signora Artefiera, due modelli opposti, ma certamente emblematici del panorama italiano, che tagliavano fuori Milano: non troppo fica ma nemmeno senior; errori di direzione artistica e anche un mancato interesse da parte della città, quella stessa metropoli che più di ogni altra città italiana macina gallerie e mercato e, non diciamolo troppo forte per scaramanzia, oggi anche ottime mostre in enti pubblici e fondazioni private. E visto che nell’ambiente si mormora sempre, abbiamo deciso di fare una sorta di “sondaggione” con tre domande secche, prima delle ratifiche delle vendite, dei biglietti staccati e del successo, o meno, di questa nuova edizione. Il coro è stato quasi unanime: tutti gli interpellati, e non sono stati pochi, ci hanno risposto che arrivano, anzi, tornano, proprio grazie alla direzione De Bellis.
1- Perché avete scelto di tornare a miart? 
2- Cosa vi aspettate da questa edizione della fiera?
3- Come vi sembra posizionata miart rispetto alle altre fiere italiane?

Filippo Percassi – Galleria Monica De Cardenas – Milano
1- «Torniamo perchè abbiamo fiducia nel lavoro svolto da Vincenzo de Bellis e dalla sua squadra di lavoro. La scorsa edizione è stata decisamente positiva».
2- «Ci aspettiamo delle conferme quali la qualità della fiera e la presenza di un pubblico sempre più internazionale».
3- «Milano è la città italiana con il maggior numero di gallerie d’arte contemporanea. È quindi fisiologico che abbia una fiera, che con l’operato di Vincenzo de Bellis, si sta decisamente riqualificando. Artefiera Bologna è la storica fiera italiana, molto visitata, con grande presenza di gallerie operanti soprattutto nel settore moderno, Artissima a Torino vede sul suo territorio la presenza di importanti istituzioni pubbliche. Le tre fiere sono ben distribuite nell’anno. Utile sarebbe che ciascuna si connotasse così da non sovrapporsi al lavoro delle altre».

Gabriele Silli Grande ottativo-digitale, 2014 75 riviste di moda alterati in bagni acidi, collage di carta, inchiostro e pigmenti montati su tre pannelli di alluminio 175 x 418 x 4 cm foto di Federico Maria Tribbioli cortesia Federica Schiavo Gallery, Roma

Federica Schiavo – Galleria Federica Schiavo – Roma
1- «Torno perché l’anno scorso abbiamo riscontrato una risposta entusiasta da parte del pubblico milanese e la selezione delle gallerie e del programma talks e incontri era mediamente molto buona. Inoltre, è una delle poche fiere dove si ha la sensazione che sia fatta per gallerie e artisti con Vincenzo De Bellis e il suo staff che non si risparmiano per metterci più possibile nella condizione di fare il nostro meglio».
2- «Una riconferma del successo dello scorso anno, ma con una maggiore partecipazione di pubblico straniero».
3- «L’unica altra fiera a cui partecipiamo è Artissima che ha una tradizione più importante. I punti di forza di miart rispetto a quest’ultima sono la data (Artissima soffre della vicinanza di Fiac e di Frieze Londra) e la dimensione (essendo più piccola è più facile gestirla meglio e coglierne la vivacità)».
Riccardo Crespi – Galleria Riccardo Crespi – Milano
1- «L’ho già fatta cinque volte, credo sia importante fare la fiera della propria città.
Miart negli ultimi anni è cresciuta moltissimo come qualità diventando una fiera qualitativamente alla pari delle migliori fiere europee. Spero che continui così e di continuare a partecipare».
2- «Un gallerista a una fiera si aspetta prima di tutto di vendere, ma non è il solo aspetto importante, presentiamo un solo show di Stephanie Nava, un’artista francese che si sta affermando internazionalmente quindi è molto importante farla conoscere a curatori e collezionisti».
3- «Credo sia una delle fiere migliori soprattutto per le gallerie di ricerca. Difficile fare paragoni, ogni fiera ha la sua storia e i suoi punti di forza, se abbiamo scelto di partecipare a miart è perché ci crediamo particolarmente».
Pino Pascali, Soldatini Pronti Fuoco, AMADIS, 1964. Collezione Frittelli Arte Contemporanea, Firenze. Courtesy Archivio dell'Opera Grafica di Pino Pascali, Firenze immagine

Simone Frittelli – Frittelli Arte Contemporanea – Firenze
1- «Partecipiamo al Miart fin dalla prima edizione e abbiamo sempre riscontrato ottime occasioni di lavoro e di crescita».
2- «La fiera è principalmente una possibilità d’incontro con i collezionisti interessati alle nostre proposte, ma anche un momento di scambio e dialogo con gli altri professionisti del settore».
3- «Abbiamo fiducia nel ruolo di rilievo che questa fiera ricopre rispetto al mercato nazionale: a miart transitano collezionisti, direttori di musei, artisti, amatori creando una sinergia positiva di competenze e punti di vista».
Raffaella Cortese – Galleria Raffaella Cortese – Milano
«Torniamo perché siamo positivi riguardo alla crescita di questa fiera, che già dall’anno scorso sotto la direzione di Vincenzo De Bellis e anche grazie ai suoi collaboratori, ha acquisito nuovo respiro e apertura internazionale. Confidiamo che quest’anno la fiera prosegua in questa direzione e riesca nell’intento di portare a Milano un bacino sempre maggiore di collezionisti, direttori museali, curatori e operatori del settore. Milano è la città che concentra il maggior numero di gallerie del contemporaneo, di spazi no-profit e di riviste d’arte, che intorno alla fiera potrebbero unirsi maggiormente con iniziative e progetti che possono continuare anche durante l’anno, per dare continuità all’impegno creativo.
Miart si è conquistata un’ottima posizione, ma come ripeto sempre, le fiere in Italia sono tante, troppe. Sarebbe bello se si riuscisse a concentrare energie e professionalità su una sola grande fiera».
Vito Acconci, Undertone, 1972 Durata 35 '

Deborah Rossetto – Galleria Michela Rizzo – Venezia
1- «L’anno scorso abbiamo partecipato con Fabio Mauri. Il suo lavoro, straordinario ma complesso, è stato da subito accolto egregiamente, sia dalla direzione che, in secondo luogo, dal pubblico. Quest’anno esporremo Vito Acconci, altro artista straordinario ma con un percorso complesso e spesso frainteso. Miart per noi sarà un’occasione di presentare ad un più vasto pubblico la sua opera nella speranza di poter approfittare di questa vetrina per raccontarlo al meglio». 
2- «Ci aspettiamo riscontri positivi e nuovi feedback che, considerando le esperienze precedenti, non mancheranno». 
3- «Negli ultimi anni miart ha affrontato un percorso in crescita. Sembra esserci un’attenta selezione e dei criteri di qualità che difficilmente vengono sorpassati».

Annette Hoffman – Lisson Gallery – Milano
1- «Lisson Gallery dal 2011 è diventata anche “milanese”. Non potevamo non sostenere l’impegno di miart come parte del tessuto di questa città e da player del mondo dell’arte».
2- «Abbiamo già apprezzato lo scorso anno il cammino intrapreso da Vincenzo De Bellis, nel senso di una razionalizzazione dell’esistente, di una costruzione di identità più specifica e di uno slancio della fiera verso la costruzione di un futuro dove, il prossimo anno, ci sarà anche Expo. Quest’anno siamo certi di percepire che miart è diventata anche una cellula vitale per la città di Milano».
3- «Sappiamo bene che l’anomalia della situazione italiana, con troppe fiere sparse nel Paese durante l’anno, mette in evidente in competizione le diverse realtà. Noi, pur stimando il lavoro delle altre mostre-mercato italiane, abbiamo deciso di scommettere su miart perché crediamo nel potenziale di Milano, così come vi abbiamo creduto nel momento in cui abbiamo scelto il capoluogo lombardo per aprire la nostra prima sede internazionale».

Rashid Rana Vista della Mostra, Lisson Gallery di Milano

Fabrizio Padovani – P420 – Bologna
1- «Torniamo perché il progetto organizzativo partito lo scorso anno è serio e concreto e merita la massima attenzione».
2- «Milano è la città giusta per presentare i propri artisti tanto a curatori quanto a collezionisti. Credo ci si possa aspettare che a questo miart non manchino né gli uni né gli altri».
3- «In netta crescita la qualità della proposta, e credo che il pubblico se ne stia accorgendo».
Soledad Ballvé – Gallery Director Brand New Gallery – Milano
1- «Questo è il terzo anno che partecipiamo a miart. Torniamo ogni anno perché continua a migliorare».
2- «Preferiamo non partire con aspettative troppo alte. Ogni anno è diverso. Speriamo che l’apertura internazionale e la reputazione della fiera di Milano continuino a solidificarsi e a crescere ogni anno».
3- «Milano è casa nostra. Essendo una galleria che ha qui la sua sede, partecipare alla fiera della nostra città è sempre benefico sotto molti punti di vista».

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