Giro di valzer nell’organigramma delle istituzioni culturali francesi, con Chiara Parisi che è stata nominata direttrice del Centre Pompidou-Metz, al posto di Emma Lavigne, chiamata a sua volta per il ruolo di presidente del Palais de Tokyo di Parigi. A riportare l’indiscrezione, ancora non ufficiale, Le Figaro.
«La questione della successione era cruciale. Il lavoro svolto fino a ora è stato talmente buono che è stato difficile pensare a una nuova scelta ma già sono stato sollevato quando ho visto la quantità di candidature e la scelta finale è stata presa all’unanimità», ha dichiarato a Le Figaro Serge Lasvignes, presidente del Centre Pompidou, direttamente da Shangai. Infatti, in questi giorni, il board del museo francese si trova in Cina per l’inaugurazione del Centre Pompidou x West Bund.
Chiara Parisi, nata a Roma nel 1970, ha ricoperto l’incarico di curatrice a Villa Medici dal 2017 e, prima ancora, dal 2011 al 2016, ha curato i programmi culturali della Monnaie de Paris, la zecca nazionale della Francia. In questa occasione si è distinta per l’organizzazione di progetti ad ampio respiro e coinvolgendo diversi linguaggi della contemporaneità, dal Flea Market di Rob Pruitt alla mostra di Mohamed Bourouissa, dal Musée d’Art Moderne – Département des Aigles di Marcel Broodthaers ai concerti di musica d’avanguardia. L’ultimo progetto alla Monnaie, nell’ottobre 2016, fu “Not Afraid of Love”, la più grande mostra europea di Maurizio Cattelan.
Per diversi anni, Chiara Parisi ha anche diretto il Centre International d’art et du paysage – île de Vassivière nel Limosino, una zona paesaggistica molto rinomata.
La sua nomina al Pompidou-Metz dovrà essere ratificata il 28 novembre, dal consiglio di amministrazione del museo, che comprende anche diverse autorità pubbliche, come il sindaco della regione metropolitana di Metz, Jean-Luc Bohl, che però ha già espresso il suo favore: «Chiara Parisi è stata scelta all’unanimità dalla giuria, tra sei candidati provenienti da tutto il mondo».
Il suo lavoro non sarà certo semplice ma, come i suoi predecessori, Laurent Le Bon ed Emma Lavigne, avrà un accesso privilegiato alle risorse del Centre Pompidou che, però, saranno eventualmente da condividere con le altre sedi di Malaga, Bruxelles e, da adesso, Shangai. Di certo, la filiale di Metz rappresenta un luogo e un evento altamente simbolico, perché fu il primo esempio di sede distaccata di una grande istituzione culturale francese. L’avveniristica struttura fu progettata da Shigeru Ban e Jean de Gastines , subì un incendio durante i lavori e l’inaugurazione slittò al 2010, con Nicolas Sarkozy a fare gli onori di casa. Sono già passati dieci anni e una delle sfide di Chiara Parisi, insieme a Jean-Marie Gallais, responsabile della programmazione del Pompidou-Metz sarà quello di celebrare degnamente la ricorrenza. «Il dialogo con gli artisti è una fonte inesauribile di stimoli. Dobbiamo a loro l’esistenza di ciò che chiamiamo ‘il mondo dell’arte’ dove agiamo», ci ha raccontato Parisi in una recentissima intervista, a ottobre 2019.
Ma il primo nodo da sciogliere non sarà legato a un progetto espositivo, bensì a qualcosa di più concreto: l’assenza di un ristorante e di una caffetteria. Imperdonabile per un nome come quello del Pompidou.
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