Continuerete su questa formula o c’è all’orizzonte la nomina di una figura che potremmo chiamare “direttore artistico”?
Ritengo che l’attuale assetto sia quello giusto per un luogo in cui accadono eventi anche molto diversi l’uno dall’altro, contrassegnati dalla multidisciplinarietà e dalla varietà sia dei linguaggi sia dei contenuti.
A oggi lei deve proporre mostre di qualità e, al contempo, garantire al Palazzo, come dire, un cash flow. Come evitare il rischio della commercializzazione degli eventi a scapito della qualità?
Ricordando sempre quella che è la nostra missione istituzionale, che viene prima di qualsiasi approccio di marketing. L’azienda -e noi siamo un’azienda- rappresenta in questo caso la dimensione economica di una missione più vasta e fondante, quella culturale. Svolta a beneficio di tutta la cittadinanza.
Dopo cinque anni di chiusura per restauri, il Palazzo delle Esposizioni ha riaperto i battenti con le tre mostre dedicate a Mark Rothko, Stanley Kubrick e Mario Ceroli, che dal 6 ottobre allo scorso 6 gennaio hanno portato oltre centosessantamila visitatori, con una media giornaliera di duemila persone. Al di là dei dati positivi, cosa poteva andare meglio?
Ancora più visitatori. Al di là della battuta, dobbiamo lavorare ancora meglio sulla segnaletica e, in generale, per consentire al visitatore di orientarsi con immediatezza all’interno di uno spazio architettonico articolato come quello del PdE.
Business abbonamenti e card. Come sta andando, in concreto?
Siamo piuttosto soddisfatti. Annunciato a ottobre e partito a dicembre, il progetto membership ha registrato in poco più di due mesi mille adesioni. Tra i nuovi abbonati, molti sono coloro che hanno scelto la formula di adesione multipla: due o quattro card con un risparmio economico davvero significativo. Numerosi sono anche coloro che ogni giorno scelgono l’abbonamento al Palazzo delle Esposizioni come regalo; un dono che dura 365 giorni e che riserva moltissime sorprese. Per noi, il risultato di mille abbonamenti non è che un punto di partenza. Abbiamo allo studio altre forme di coinvolgimento degli abbonati e nuove proposte che coinvolgano tutte le sedi dell’Azienda.
La percentuale, intesa come qualcosa che fotografa un dato economico, si limita per ora, nelle nostre previsioni, all’otto per cento dei ricavi di PdE. Credo che questo dato sia prudenziale e sia destinato a crescere. Queste attività rappresentano una grande ricchezza culturale e un vero marchio di fabbrica del PdE. Il dato però che mi piace sottolineare, se si parla di percentuali, è che l’ Azienda Speciale Palaexpo raggiunge una capacità di autofinanziamento, rispetto al contratto di servizio del Comune di Roma, che sfiora il 70%. È un risultato straordinario, di cui tutti noi andiamo fieri, essendo consapevoli del fatto che la tensione verso le diverse capacità di autofinanziamento debba essere massima, data la situazione della finanza locale e i tagli intervenuti nei trasferimenti dallo Stato.
Open Colonna è stato criticato per essere diventato teatro (o teatrino?) di una certa Roma con gli zigomi rifatti e la rinoplastica che ama più le chiacchiere attorno a un tavolo (o, meglio, voracemente a un buffet) piuttosto che l’arte. Come è la situazione ora?
Un avvio in corsa comporta sempre qualche incertezza iniziale. Devo dire che Antonello Colonna è stato il primo a rendersi conto della delicatezza del compito che lo attende. Esiste ora una buona comunicazione fra noi e OpenColonna, e il ristorante è molto rispettoso delle più generali esigenze del luogo in cui opera.
Il 2008 si presenta come un anno ricco di eventi. Con il festival della fotografia alle porte e il ritorno della Quadriennale. Cosa si aspetta da questa stagione in termini di numeri? Quali sono le vostre proiezioni?
Con riguardo alle sole mostre direttamente organizzate da noi, direi che quattrocentomila visitatori dall’inaugurazione sino alla fine delle mostre Etruschi nel Lazio e Bill Viola (Epifania 2009) sono una previsione soddisfacente.
L’Azienda Speciale Palaexpo oltre al Palazzo delle Esposizioni gestisce anche le Scuderie del Quirinale, la Casa del Cinema, la Casa del Jazz e il Teatro del Lido di Ostia. Un contributo non indifferente all’offerta culturale della capitale. In quale posizione colloca l’operato dell’Azienda nel panorama artistico della città?
L’Azienda si pone oggi come un grande generatore di cultura, forse il più grande d’Italia se si esclude lo spettacolo dal vivo.
Quali sono i “numeri” complessivi dell’Azienda Speciale in termini di budget annuale, visitatori totali?
Un budget di circa venti milioni di euro, un milione di visitatori su tutte le sedi dell’Azienda a regime.
Siete un’azienda del Comune di Roma. E il Comune di Roma è in un momento particolare…
Non so chi sarà il prossimo sindaco. Se mi chiede un parere su Francesco Rutelli, romano, ricordo che è con lui e con le sue amministrazioni che è cominciata la rinascita di questa città e che si è avviato un processo di attenzione alle tematiche del bello e della civiltà culturale.
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