«Tutte le intelligenze superiori, tutte le nature superiori sono isolate. L’aquila vive sola, il leone solo». Lo scriveva Iginio Ugo Tarchetti, scapigliato dalle riflessioni profonde, e il suo pensiero risulta attuale più che mai in queste giornate lente, infinite, in cui siamo costretti alla solitudine forzata. Tutti, nessuna eccezione. Anche Banksy ha rotto il silenzio con il suo ultimo post: «Mia moglie odia quando lavoro da casa», ci rivela, e noi vorremmo sapere cosa significhi condividere la quarantena con l’artista più indisciplinato di sempre. Forse i topi nel bagno sono un indizio per non invidiarla, o forse no.
La creatività può nascere dall’isolamento e Banksy non è di certo il primo esempio di questo potere straordinario. La mente vola subito a Frida Kahlo, che tentò di esorcizzare con i dipinti quell’incidente che segnò la sua esistenza, confinandola a letto per lunghi periodi. Anche Leoncillo, che nel 2018 ha raggiunto un nuovo record con l’asta serale di Sotheby’s, a Milano, ha attraversato una fase di solitudine: appena quindicenne, in seguito a una bocciatura, si chiuse in soffitta e lì lavorò la creta per la prima volta, per guarire il suo malessere interiore.
Nel 2020, in piena emergenza da Covid-19, gli artisti si adattano ai ritmi della reclusione e prendono confidenza con questo clima da apocalisse. Ognuno con i suoi tempi, ognuno a suo modo, come l’attivissimo David Hockney, che fuma e dipinge. Tra i nomi già esperti del tema dell’isolamento, emerge la novantunenne Yayoi Kusama, superstar del mercato dell’arte che, con i suoi tormenti, ha dato linfa a eccezionali creazioni.
Fin da giovanissima, l’artista giapponese ha sofferto di allucinazioni, che ha tentato di riprodurre nelle sue opere: i fiori e i pois dalle tonalità accese, suo marchio di fabbrica, si stagliano negli specchi e nella mente dello spettatore, restituendo la forza delle sue visioni e traducendo la sua esperienza in una rinascita collettiva. E così, installazioni come Infinity Mirror Room e Gleaming lights of the Souls – per citarne alcune tra le più spettacolari – hanno fatto il giro del mondo (ultimamente, al Broad Museum di Los Angeles). Dagli anni settanta l’artista risiede, per sua scelta, presso un ospedale psichiatrico a Tokyo, ma continua a dipingere, a inventare, a creare, nella quiete del suo isolamento.
In questi giorni di sconforto è proprio lei, Yayoi Kusama, a sfidare il Covid-19, a intimargli di fermarsi, in un messaggio che è un inno alla speranza.
Benché essa scintilli appena fuori dalla mia portata, continuo a pregare affinché la speranza risplenda.
Il suo chiarore illumina la nostra strada
Un grandioso bagliore cosmico a lungo atteso
Ora che ci troviamo sul lato oscuro del mondo
Gli dei verranno a rafforzare la fede che abbiamo diffuso in tutto l’universo
Per chi è stato dimenticato, la storia di ogni persona e quella dei suoi cari
È ora di ricercare un inno d’amore per le nostre anime
Nel contesto di questa storica minaccia, una breve esplosione di luce indica il futuro
Intoniamo con gioia questo canto per un futuro splendido
Andiamo!
Avvolti da profondo amore e dagli sforzi di persone di ogni luogo
Ora è tempo di oltrepassare, di portarci la pace.
Ci radunammo per amore e spero di appagare quel desiderio
È giunto il momento di combattere e superare la nostra infelicità
A COVID-19 che ostacola il nostro cammino
Io dico «Sparisci da questa Terra»
Combatteremo.
Combatteremo questo terribile mostro.
Che le persone di tutto il mondo si alzino in piedi.
La mia profonda riconoscenza va a tutti coloro che stanno già combattendo.
Rivoluzionari del mondo per opera dell’Arte.
Da Yayoi Kusama
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Yayoi è senza alcun dubbio una donna esemplare, forte, attenta, intelligente e perseverante. Ha attraversato e vissuto difficoltà, consacrato la sua vita al suo ideale dettato da un desiderio di umana armonia toccando l'universalismo cosmico. Un'intellettuale degna di riconoscimento. Accogliamo il suo intento in questo naufragare.