Categorie: Personaggi

Zizou superstar

di - 26 Giugno 2006

Giovedì 15 giugno, ore 21. Al St. Jakob Park Stadium di Basilea la curva è pressoché piena. Non si aspetta il calcio di inizio, ma la premiere di Zidane a 21st Century Portait , film di Douglas Gordon e Philippe Parreno. Lo stadio è sicuramente più noto per gli architetti che lo hanno progettato che per le prodezze della squadra di casa (non se ne abbiamo a male gli ultras del FC Basel). Si tratta di Herzog & de Meuron, gli stessi che hanno firmato l’Allianz Arena di Monaco -dove si sono inaugurati i mondiali- il loro secondo progetto per uno stadio di calcio dopo quello di Basilea. Il film, presentato durante l’ultimo Festival del Cinema a Cannes, ha la stessa durata di una partita di calcio, e in effetti si tratta di una partita, quella giocata tra il Real Madrid e il Villareal al Santiago Bernabeu il 23 aprile 2005.
Il progetto di questo film nasce nel 1996 e, neanche a dirlo, giocando. Lo raccontano i due autori ad Hans Ulrich Obrist in un’intervista pubblicata su Spike. Parreno dichiara: “Mi sembra che sia stato durante una cena… no, era a Gerusalemme”. E Gordon: “è iniziato a Gerusalemme”. “Stavamo giocando a pallone” si ricorda allora l’altro. “Sì -conferma Gordon- mi sembra ad Haifa. Non ricordo bene la genesi della cosa, ma stavamo giocando a calcio, parlavamo di calcio, e poi ci siamo scambiati delle email sul calcio, e se ero a Parigi succedeva che c’era sempre qualche incontro incredibile. Prima del 1998 avevamo già deciso che volevamo fare qualcosa. Decidemmo di fare qualcosa con Zidane, direi nel 1997”. “Perché proprio Zidane?” domanda il giornalista francese Frédéric Hermel a Parreno prima della proiezione, “Perché è un gentleman, risponde.

Così si arriva a girare. Il cast c’è: è Zinedine Zidane, il campione francese che si ha vinto praticamente tutto il vincibile nel corso della sua carriera di calciatore, che si concluderà dopo questi mondiali. Il resto invece è da fare. Ma il gruppo che si forma è di prima categoria. Il film, prodotto da Joni Sighvatsson della Palomar Pictures insieme ad Anna Lena Vaney & Victoria Vaney della Anna Lena Films e alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, coinvolge tecnici di levatura hollywoodiana: il cinematographer Dariu Khondji (quello di The Interpreter e Seven), il sound engineer Tom Johnson (King Kong, Charlie e the Chocolate Factory), l’editor Herve Schnied (uno su tutti: Alien). Le musiche hanno la forza dei Mogwäi , band proveniente da Glasgow, come Gordon. E poi le più strabilianti tecnologie, come gli zoom, potentissimi, montati sulle telecamere, gli stessi usati dall’esercito americano. Sì perché l’intero girato si concentra unicamente sul numero 5 del Real: prima a figura intera, poi la ripresa si sposta sui piedi, sui movimenti delle braccia, delle gambe, ma per la maggior parte del tempo si stringe sul volto. È impassibile Zizou, poco trapela dalle sue espressioni anche quando subisce o fa assist per un goal. La ripresa, spesso strettissima, non lascia spazio al gioco, tranne quando interessa il protagonista.

È come se il suo più accanito fan si fosse posizionato a bordo campo e non scollasse mai lo sguardo dal campione, per cogliere ogni minima espressione di tensione, attenzione o fatica. È concentrato, Zizou, solo nella sua area d’azione, pensa. Circondato dai rumori di fondo dei tifosi. Non parla, se non per richiamare l’attenzione dei compagni con un rapido aquí aquí. L’unico sorriso lo scambia col compagno Roberto Carlos.
Parte la musica dei Mogwäi con la chitarra di Stuart Braithwaite, compaiono dei sottotitoli. Sono alcune frasi estratte da una conversazione tra il calciatore e gli autori: “Il gioco, l’evento, non è necessariamente vissuto o ricordato in real-time. Il mio ricordo degli incontri e degli eventi è frammentaria. […] Qualcuno mi ha passato la palla e prima che la potessi toccare sapevo esattamente cosa stava per accadere. Sapevo che stavo per segnare”.
Un evento, quello delle riprese del film, e un altro evento, quello sportivo, che inevitabilmente si influenzano, con i giocatori del Villareal che annunciano, prima del match, che faranno di tutto per impedire a Zidane di fare una buona partita, ma soprattutto con il colpo di scena finale della sua espulsione, inaspettata, che stupisce Gordon e Parreno, e che resta inspiegabile a chi guarda il montato, che non restituisce il fallo costato l’allontanamento dal campo.

Novanta minuti vissuti all’ombra del campione-gentiluomo, un’esperienza, si pensava, che coinvolgerà prima di tutto i veri tifosi o gli amanti di calcio in genere, che sono alla proiezione più per Zidane che per la coppia Gordon-Parreno. Invece, trascorsi i primi minuti, si forma una coda di gente in fila per due che guadagna l’uscita camminando lungo il perimetro del campo. Si aspettavano un documentario, forse. Che iniziasse con una foto sbiadita di Zizou bambino con la sua prima maglia e che finisse con una sequenza di goal e alzate di coppa. Per fortuna sono rimasti delusi.

maria cristina giusti

[exibart]

Visualizza commenti

  • signorina Giusti, non sottovaluti i pregi estetici dei gol di Zidane. Dei gol in generale. In ciascuno di quegli atti è racchiusa creatività inventiva immaginazione abilità tecnica e infine spirito di libertà: tutto ciò che fa arte.

  • ma quando è passato a cannes nessuno lo ha considerato molto, ora un mega articolone per giustificare il documentarietto di due ex-grandi artisti su un grande ex-campione di calcio, che tristezza... ma diamoci all'ippica!

  • Ciao tutti,

    Qualcuno mi sa consigliare dove posso vedere il film di Gordon e Parrella su zidane a Milano?

    Grazie!

    a

  • X haber:!
    X domenico:l'hai visto o lo dici così?
    X giovanni3: wow

  • ciao anja il film sarà presentato a settembre alla fondazione sandretto a torino; credo sia quella la prima volta in cui si vedrà in italia

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