Armando Pizzinato è nel 1930, a Venezia, allievo ventenne di Virgilio Guidi all’Accademia di Belle Arti. Fa le sue prime mostre a Milano, dove diventa amico di Afro Basaldella e dei fratelli Dino e Mirko, friulani come lui, e va a Roma dove frequenta gli artisti della Cometa, Capogrossi, Mafai, Guttuso. La guerra lo riporta a Venezia, nella Resistenza si chiama Stefano e ha casa dietro lo squero di San Trovaso, dove in soffitta organizza la stamperia clandestina.
Con l’amico e compagno Emilio Vedova è nel 1946 tra i fondatori del Fronte Nuovo delle Arti, che entra nella scena internazionale alla Biennale del 1948, dove Peggy Guggenheim acquista il suo Primo maggio, oggi al MoMA di New York. Sono anni in cui gli artisti sono chiamati a scegliere tra astrazione e realismo, tra borghesia e lotta di classe.
Armando Pizzinato è stato un pittore realista, un artista che non ha rinunciato alla figura e alla narrazione ma capace di superare ogni scolastica contrapposizione. Nei suoi dipinti c’è continuità tra il lirismo del suo riconosciuto maestro Guidi, la sintesi di cubismo e futurismo, l’interesse per il costruttivismo. La realtà della vita e della fatica quotidiana non uccidono la poesia, ne fanno parte. Come diceva lui stesso tutti i suoi problemi di pittore sono stati sulla linea e sul colore: «Un rosso che dica che l’uomo è vivo. Un bianco, un giallo, un verde che dicano che l’uomo è vivo qui sulla terra».
Il celebre grande dipinto Un fantasma percorre l’Europa (in realtà un trittico) venne esposto dopo lo scioglimento del Fronte alla XXV Biennale del 1950 e oggi è parte della collezione permanente della Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro. Pizzinato ci ha lasciato nel 2004, gli ultimi quadri li ha dipinti nel giardino della casa studio accanto alla Basilica della Salute.
(Scheda a cura di Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro)
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