La Cassetta Farnese è considerata – insieme alla celeberrima Saliera di Benvenuto Cellini, conservata al Kunsthistorisches Museum di Vienna – una delle testimonianze più eclatanti dell’eleganza, del lusso raffinato, della creatività nell’arte di tutti i tempi.
Si tratta di un magnifico scrigno d’argento dorato, ornato di piccole figure di ispirazione michelangiolesca e impreziosito da cristalli di rocca finemente intagliati, lapislazzuli, smalti nonché da una fastosa, esuberante decorazione.
Frutto della collaborazione tra i più grandi artisti attivi nella Roma della metà del Cinquecento, venne commissionata dal cardinale Alessandro Farnese, colto collezionista e mecenate.
Realizzata tra il 1543 e il 1561 dall’argentiere fiorentino Manno di Bastiano Sbarri, allievo di Cellini, mentre Giovanni Bernardi da Castel Bolognese incise i sei cristalli di rocca a partire dai disegni di Perin del Vaga. Non conosciamo a chi spetti l’ideazione complessiva dell’opera; si è supposto che possa appartenere a Francesco Salviati o allo stesso Perin del Vaga.
Molte le ipotesi sostenute in passato sulla funzione della Cassetta; si è pensato che servisse a custodire un altro celebre e prezioso oggetto appartenuto alla casata, il Libro d’Ore (ora alla Morgan Library di New York) mirabilmente miniato da Giulio Clovio. È ormai certo però che essa non ebbe una funzione precisa in quanto fu utilizzata come sontuoso dono del cardinale Farnese a Maria d’Aviz di Portogallo, che nel 1565 andò in sposa ad Alessandro Farnese, grande condottiero e uomo d’arme, futuro duca di Parma e Piacenza, nipote nonché omonimo del prelato.
Un recente, complesso intervento di restauro, che ha svelato particolari di grande rilievo finora ignoti, e nuove acquisizioni degli studi sull’opera e sulla figura del suo committente sono all’origine di questa mostra. Si è verificato che i metalli usati sono di particolare purezza: per le tre bellissime scene mitologiche presenti nel coperchio o le due all’interno del contenitore, realizzate a sbalzo, l’argento utilizzato è puro con valori superiori al 99%; ancor più preziosa è la lega metallica utilizzata per le parti realizzate fusione con la tecnica della “cera persa”, costituita oltre che argento anche da rame e oro. Grazie a questa miscela di metalli sono state create le 25 statuette che decorano ogni lato della cassetta, oltre a tutti gli elementi ornamentali.
Ad aggiungere pregio ai metalli preziosi sono stati messi in opera, per realizzare fondi e purissimo lapislazzuli, proveniente dall’Afganistan, dal più intenso colore blu e il trasparente cristallo di rocca importato dall’Oriente da Venezia.
Le sei lastre ovali in cristallo di rocca sono intagliate dall’emiliano Giovanni Bernardi, tra i più celebri e pagati incisori rinascimentali ed in stretto rapporto di amicizia con Michelangelo e tutto il suo entourage.
(Scheda a cura di Patrizia Piscitello, Museo e Real Bosco di Capodimonte)
Pezzo da Museo è la rubrica di exibart dedicata alle collezioni dei musei italiani: ogni settimana, schede e approfondimenti sulle opere più iconiche e suggestive oppure sui capolavori meno conosciuti e da riscoprire. Un viaggio nella storia dell’arte, dall’archeologia al contemporaneo, a portata di schermo. Per le altre puntate potete dare un’occhiata qui.
Tra progetti ad alta quota e una mostra diffusa di Maurizio Cattelan, il programma del 2025 della Gamec si estenderà…
Lo spazio extra del museo MAXXI di Roma ospita un progetto espositivo che celebra la storia della Nutella, icona del…
Other Identity è la rubrica dedicata al racconto delle nuove identità visive e culturali e della loro rappresentazione nel terzo…
Come non luogo non sono male: Fattoria Vittadini celebra 15 anni con uno spettacolo che intreccia potere, fragilità e condivisione,…
Traffic Gallery ospita, fino al prossimo 22 febbraio, “Middle Way”, una mostra variegata ed emozionale in cui il segno, la…
Tra habitat post-apocalittici e futuri misteriosi: la prima personale di Davide Allieri alla Triennale di Milano fino al 19 gennaio…